Da Karsdorp a Baldanzi fino a Bove: quando le alternative deludono
La fiducia concessa loro da De Rossi non è stata ripagata: le soluzioni per il finale di stagione adesso si riducono
Carpe diem. Cogli l’attimo, prendi al volo l’opportunità, mostra tutto il tuo potenziale. Sarebbe dovuto essere questo il mantra in grado di accompagnare diversi giallorossi nel pomeriggio salentino al Via del Mare, pronti e affamati nel raccogliere una chance concessa da De Rossi, intenzionato a mandare in campo una Roma fresca, poco contaminata dagli impegni delle nazionali e pronta per portarsi a casa una partita chiave per le ambizioni Champions della Roma. E invece tanti non hanno risposto presente, anzi. Coccolati, incitati e definiti “forti” ad ogni occasione mediatica dal proprio allenatore, erano chiamati a rispettare il suo coraggio e non mettere nessuno, nuovamente, nelle condizioni di poter pensare che senza Dybala e Pellegrini questa Roma qui proprio non ce l’abbia una sua identità. Da Karsdorp a Baldanzi, passando per Zalewski e Bove, senza poter tralasciare, purtroppo, anche l’ingresso in campo, piuttosto anonimo, di Aouar.
De Rossi cercava punti, sì, almeno tre e non uno, ma anche risposte, importanti e quasi definitive. Con il derby alle porte e il doppio confronto europeo contro il Milan dietro l’angolo, chiedeva all’altra Roma di mostrare il suo lato più bello, una profondità e una ricchezza di soluzioni in grado di guardare al futuro con coraggio e ambizione. A Lecce, invece, De Rossi ha forse capito che se vorrà arrivare alla bandiera a scacchi sorridendo dovrà per forza di cose affidarsi alla qualità dei pochi, alle certezze di sempre. In attesa di Smalling, Spinazzola, Abraham e forse anche Renato Sanches, il menù della casa dice questo: sui primi andiamo forte, ma dai secondi si arriva presto alla frutta, quasi al dolce.
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