Grazie Mile: da riserva a inamovibile
Assoluto protagonista nella Roma di De Rossi, il serbo è il presente e (auspicabilmente) il futuro del club
Nelle 6 gare di campionato fin qui disputate, ha compiuto 24 parate; nelle 10 di Europa League, ne ha effettuate 32. In totale, 56 parate in 16 gare: la media è di 3,5 per partita. Sono i numeri di Mile Svilar, sempre più inamovibile difensore dei pali romanisti, capace di convincere non uno, ma due allenatori nel giro di poco più di due mesi. Prima Mourinho, che lo aveva schierato titolare a San Siro contro il Milan il 14 gennaio scorso, in quella che sarebbe stata la sua ultima panchina in giallorosso; poi Daniele De Rossi, che inizialmente si era affidato a Rui Patricio, optando per l’usato sicuro. Le incertezze del portoghese, però, hanno convinto anche DDR, che dopo quattro partite ha deciso di affidarsi al ventiquattrenne nato in Belgio, ma di nazionalità serba.
Mile ha ricambiato la fiducia del nuovo tecnico nel migliore dei modi, dimostrandosi pronto a difendere la porta di un top club come la Roma: prima i due rigori neutralizzati contro il Feyenoord, che hanno permesso ai giallorossi di raggiungere gli ottavi di Europa League, poi quello parato a Biraghi al Franchi, che ha tenuto in vita la Roma fino al pareggio in extremis di Llorente. Sono senza dubbio questi gli highlights degli ultimi due mesi del numero 99, che però si è meritato la maglia da titolare anche per altri motivi. Su tutti, la personalità con la quale si è preso una maglia da titolare; poi, la freddezza con cui si è mostrato sicuro nei momenti cruciali delle partite; se a queste doti si aggiungono dei riflessi felini, ecco spiegato il perché oggi Svilar sia, a tutti gli effetti, uno degli inamovibili dello scacchiere giallorosso, al pari di Mancini, Pellegrini, Dybala o Lukaku. Impossibile pensare - in questo momento - una Roma che si schieri senza il classe ‘99 tra i pali. Vale per il presente e vale per il futuro: Mile ha un contratto fino al 2027, nella Capitale si trova benissimo e il club crede fortemente in lui. Tutti segnali che suggeriscono la permanenza del portiere in giallorosso anche per le prossime stagioni.
Chi va piano...
E pensare che le cose non erano certo iniziate nella maniera migliore: un’incertezza alla prima uscita ufficiale con la Roma, nella trasferta con il Ludogorets dell’8 settembre 2022, sembrava averlo bruciato. Da lì in avanti quasi solo panchine, fino alle tre presenze in campionato al termine della scorsa stagione, a cavallo della finale di Europa League giocata invece da Rui Patricio. Nel mezzo, tanto lavoro duro a Trigoria: un lavoro quotidiano e costante, che ora sta dando i suoi frutti. Quest’anno sembrava destinato al ruolo di portiere di coppa, ma la sicurezza mostrata in Europa League e le concomitanti incertezze di Rui gli hanno permesso di sovvertire le gerarchie, e nelle nove gare disputate con De Rossi in panchina è riuscito a ottenere tre clean sheet.
Il Ct del Belgio ha fatto sapere che, stando a quanto riferito dal dipartimento legale della Federazione, Mile non può vestire la maglia dei Diavoli Rossi. Questo in virtù di una gara giocata con la Serbia nel 2021. Ma il Ct serbo Stojkovic, qualche giorno fa, ha dichiarato: «Abbiamo saputo che non vuole indossare la maglia della Serbia e lo rispettiamo. Non lo chiameremo più, anche perché abbiamo tre grandi portieri». Una buona notizia per la Roma e per De Rossi.
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