AS Roma

Nelle mani di Mile

In due mesi Svilar è diventato un punto di forza. Non solo i rigori parati con Feyenoord e Fiorentina: ha mostrato personalità e ha contribuito a ridare sicurezza alla difesa

Mile Svilar tra i pali

Mile Svilar tra i pali (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
24 Marzo 2024 - 08:55

In un terzo delle partite che ha giocato con De Rossi in panchina, Mile Svilar è riuscito a mantenere la porta inviolata: in 3 occasioni su 9, il portiere ormai titolare della Roma non ha subìto reti. Contro il Frosinone, nell’andata degli ottavi di Europa League con il Brighton e nell’ultima gara prima della sosta - quella con il Sassuolo - il serbo ha abbassato la saracinesca. Merito suo e del reparto difensivo, oltre che dell’equilibrio di tutta la squadra,. Ma è innegabile che il 24enne nato ad Anversa rivesta un ruolo cruciale nella rinascita giallorossa sotto la guida di DDR. Quest’ultimo, inizialmente, gli aveva preferito Rui Patricio come titolare tra i pali, salvo poi ricredersi dopo 4 partite. In seguito al ko casalingo con l’Inter (l’unico in Serie A finora per De Rossi), è arrivato al cambio che già aveva attuato Mourinho: dentro Mile, fuori Rui.

Il numero 99 ha risposto come meglio non si poteva: portando la Roma agli ottavi di Europa League grazie ai rigori respinti al Feyenoord; mettendosi in mostra per personalità, carattere e riflessi felini; contribuendo a ridare sicurezza a un reparto - quello difensivo - che si era riscoperto inaspettatamente fragile nella prima parte di questa stagione; parando anche il penalty di Biraghi al Franchi, un gesto tecnico che ha tenuto in vita la Roma e permesso poi di pareggiare allo scadere con Llorente. Per tutti questi motivi, e per tanti altri ancora, adesso Mile è un punto fermo della Roma, un inamovibile nell’undici titolare che di recente aveva fatto drizzare le antenne anche alla Federcalcio belga in ottica nazionale. Lo stesso Ct dei Diavoli Rossi, Domenico Tedesco, ha precisato qualche giorno fa che «il nostro dipartimento legale ci ha confermato che non è possibile cambiare di nuovo Federazione per lui: la situazione è del tutto chiara». Insomma, se intende ambire a disputare un Europeo o un Mondiale, Svilar dovrà farlo con la Serbia, con la quale ha debuttato in un’amichevole il 1° settembre 2021.

All’epoca vestiva ancora la maglia del Benfica B, l’approdo nella Capitale era di là da venire. Poi, una volta giunto nella Capitale, si è fatto un anno e mezzo di apprendistato tra campo d’allenamento e panchina. Ma in quel periodo, nonostante le pochissime presenze (sono state 10 tra l’agosto 2022 e il dicembre 2023), Svilar ha gettato le basi per prendersi la maglia da titolare. Ha lavorato sodo e a testa bassa, con umiltà ma con consapevolezza nei suoi mezzi, certo che - prima o poi - avrebbe avuto le sue chance. Alla fine il lavoro lontano dai riflettori ha dato i suoi frutti, e ora Mile li sta raccogliendo, facendo le fortune sue e della Roma.

Considerando anche la prima parte di stagione, in totale il numero 99 ha collezionato 6 clean sheet in 17 presenze; lo stesso numero di Rui Patricio, che però di gare ne ha giocate 24. In Europa League si segnala come il terzo portiere con più parate (32) dietro a Lunev del Qarabag (44) e Vindahl dello Sparta Praga (36). Chi lo precede, però, non potrà migliorare le sue statistiche, perché eliminato dal torneo. Il giallorosso è invece ancora in corsa, pronto a giocarsi le semifinali in doppia sfida contro il Milan di Maignan, tra i migliori d’Europa in quel ruolo. Ma Svilar, dal canto suo, non teme certo un palcoscenico così prestigioso: nonostante la giovane età, è uno che di rado perde la calma; le sue respinte, i suoi riflessi e le sue prese sicure lo testimoniano.

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