Viva Svilar! Mile giorni di te e di me
A Firenze ancora decisivo su rigore. E a Trigoria cambiano i piani per il portiere del futuro
Se due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova. Nella complicata ma positiva serata del Franchi, l’altro ieri la Roma ha ottenuto la conferma che Mile Svilar non si trova a difendere i pali giallorossi per caso, ma è diventato a pieno merito il portiere titolare del presente e, chissà, forse anche del futuro. Incolpevole in occasione delle due reti viola - tanto Ranieri quanto Mandragora sono arrivati a concludere a pochi passi dalla linea di porta -, nel momento più complicato della trasferta toscana l’estremo difensore classe 1999 ha avuto il merito di tenere in vita una gara, poi riacciuffata all’ultimo respiro dal diagonale di Diego Llorente. Dopo la notte da eroe in coppa contro il Feyenoord - con le sue due parate ai rigori che hanno permesso alla Roma di passare il turno -, infatti, a dieci minuti dal novantesimo Svilar ha intuito le intenzioni dagli undici metri di Birgahi, rispedendo al mittente il pallone e la certezza di una vittoria viola che sarebbe diventata inevitabile sul 3 a 1.
E quindi, dopo le due prodezze in Europa League, ecco il terzo indizio e la conseguente prova. Al di là della capacità come para rigori però, è il rendimento di Mile da un mese a questa parte che sta convincendo tutti, De Rossi in primis. La scelta per il ruolo da titolare, ormai, è ricaduta sull’ex Benfica, arrivato nella Capitale a luglio del 2022 a parametro zero. Una decisione che, dopo mesi di prestazioni con più ombre che luci da parte di Rui Patricio, aveva maturato anche José Mourinho, nella sua ultima panchina romanista a San Siro, contro il Milan. Appena arrivato, De Rossi ha inizialmente dato fiducia a Rui - punto fermo dello spogliatoio nelle ultime stagioni -, prima di tornare sui suoi passi e lanciare il ventiquattrenne belga, naturalizzato serbo, dopo Roma-Inter 2-4.
Da lì in avanti 7 gare da titolare - tra coppa e campionato - per Mile, con altrettanti gol subiti, ma pochi per colpe sue e parecchi per disattenzioni difensive. In queste sette sfide però, Svilar ha sfoggiato grandi interventi - come a Frosinone e contro il Brighton, partite terminate con il cleansheet -, chiudendo per quanto possibile la porta, mostrando sicurezza nelle uscite alte e con il pallone tra i piedi, fino all’esaltazione nei rigori.
Gli scenari tra i pali
L’evoluzione di Svilar, oltre ad incidere nell’immediato, avrà per forza di cose risvolti futuri. A fine giugno, infatti, Rui Patricio saluterà a fine contratto, lasciando al futuro direttore sportivo - ancora nessuna novità in merito - un vuoto da colmare. Se fino ad un mese fa si riteneva necessario l’acquisto di un titolare, ora il profilo da cercare è un secondo esperto da affiancare a Mile, ritenuto dentro Trigoria il “numero 1” del domani. Un’idea che dentro il Fulvio Bernardini c’è da tempo, ma che nelle ultime settimana è stata consolidata dai fatti. Svilar a bilancio costa poco o nulla - arrivato a zero - e ha un accordo fino al 2027. Un’eredità lasciata da Pinto, che sia per fare il titolare o per trasformarsi in futura plusvalenza.
Il terzo portiere Boer, classe 2002, potrebbe lasciare in prestito, alla ricerca di esperienza - l’anno scorso ha rinnovato fino al 2026 -, con la possibile promozione tra i grandi del Primavera Marin, talento brasiliano ancora diciassettenne.
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