Vietato staccare la spina. Neanche dopo un 4-0 in un ottavo di finale europeo (traguardo raggiunto per il decimo anno di fila sotto la nuova gestione), neanche dopo 6 vittorie nelle ultime sette partite di Serie A. Daniele De Rossi è stato chiaro, nei suoi puntuali show di tattica, dialettica ed umiltà, su come non ammetta eventuali cali di concentrazione, sia sul fronte campionato ( “Non è ancora stato fatto niente, una squadra come la Roma deve puntare al quarto posto” continua a ripetere il tecnico), sia sul fronte europeo (“Se pensiamo di aver già passato il turno ci ribaltano” il commento dopo il poker al Brighton).
E allora, per i giallorossi sarà fondamentale approcciarsi nel miglior modo possibile alla trasferta di Firenze, visto anche la sconfitta del Bologna contro l’Inter, per continuare a inseguire l’obiettivo Champions.
Tabù da sfatare e dati a cui aggrapparsi
Quella di Firenze potrebbe essere inoltre un’occasione anche per sfatare un tabù mica da poco: dalle parti di Trigoria infatti, l’ultima volta che si centrarono quattro vittorie di fila risale alle ultime quattro partite della stagione 2019-20. Un obiettivo dunque difficile in partenza, ingigantito dai dati (che suggeriscono anche come la Fiorentina non perda da quattro partite) i quali tuttavia sono gli stessi a far sperare i tifosi giallorossi per il futuro, prendendo spunto dal passato. Nella settimana del cinquantesimo giorno da quando è diventato allenatore, De Rossi contro il Brighton ha giocato la sua decima partita sulla panchina della Roma. Troppo presto ancora dunque per tirare le somme, non per andare a vedere i risultati di queste prime “10 fatiche” (la mitologia ci perdoni le restanti 2): riguardando infatti le prime dieci gare alla Roma degli ultimi tecnici (fino allo Spalletti-bis, il confronto con Rudi Garcia - 10 vittorie su 10 - sarebbe impari per chiunque), nessun tecnico ha perso meno gare (una) di Daniele, solo uno ne ha vinte di più: 8 successi (e 2 sconfitte) nelle prime 10 partite dell’era Mourinho, che però si trovò davanti avversari di caratura inferiore come quelli delle prime giornate di Conference League.
Gli ultimi due allenatori della recente storia giallorossa sono anche quelli con cui si è segnato il numero maggiore di gol, 26, 3 in più di Luciano Spalletti (che pagò un inizio difficile con un punto nelle prime due partite). Il tecnico di Certaldo, in questa speciale classifica, è però primo per gol subiti: 9, 1 in meno di Mou, 2 in meno di DDR, Fonseca e Ranieri, a parimerito con Di Francesco che nella sua stagione di debutto scoprì un Alisson in formato Mondiale.
Se il cambio in corsa funziona…
L’ultima volta che la Roma aveva cambiato il proprio allenatore durante una stagione era stata 5 anni fa, proprio nell’ultimo anno di De Rossi da giocatore, quando Claudio Ranieri accettò di tornare nella Capitale per sostituire l’esonerato Di Fra. Cinque anni dopo, i giallorossi stanno raccogliendo i frutti di una scelta tanto coraggiosa quanto a volte azzeccata. Ci si augura che sia questo caso; ad alimentare tale speranza il fatto che, restringendo il campo di ricerca precedente esclusivamente agli ultimi cinque tecnici subentrati sulla panchina della Roma (DDR, Ranieri, Spalletti, Andreazzoli e Montella), De Rossi risulta per distacco il migliore, con le stesse vittorie di Spalletti, ma con una sconfitta in meno nelle prime dieci.
Appoggiarsi a questi dati e all’entusiasmo ritrovato sarà dunque fondamentale, per allungare le statistiche positive e ribaltare quelle a sfavore in vista di Fiorentina-Roma
AS Roma