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VIDEO - Dybala: "In un'altra vita sono stato romano. Spero di restare a lungo in Italia"

La Joya è stato protagonista della rubrica "Made in Italy" della Serie A: "Guardavo spesso le partite della Roma, se non lo vivi non puoi capire l'amore di questa gente"

Paulo Dybala

Paulo Dybala (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
06 Marzo 2024 - 12:52

Prosegue l'ottimo periodo di forma di Paulo Dybala. Dall'arrivo del nuovo allenatore Daniele De Rossi sulla panchina giallorossa, l'argentino ha dato prova di un'eccellente condizione fisica, certificata anche dai 4 gol nelle ultime 2 partite. Il numero 21 giallorosso è stato protagonista dell'ultima puntata di "Made in Italy", rubrica realizzata dalla Serie A, in cui i giocatori del nostro campionato raccontano il proprio racconto con le città e i loro club. Queste le sue dichiarazioni:

“Tutto ciò che ha a che fare con l’impero romano attira sempre la mia attenzione, forse ero romano in un’altra vita. Roma è magica. Quando ero bambino in Argentina e vedevo Roma attraverso i film, la mia impressione è che fosse qualcosa di enorme. Il primo giorno in cui sono arrivato in Italia, sono arrivato a Roma e per me era un sogno essere qui.

Gioco a calcio da quando ho memoria, dire che per me è tutto può sembrare esagerato ma credo sia così. I ricordi migliori che ho sono spesso legati al calcio. Non ho mai pensato che sarebbe potuto diventare qualcosa di così grande, perché uno nella sua vita può sognare, ma quando quei sogni diventano realtà è incredibile. Nella mia vita il calcio è presente in ogni momento. Si dice che a noi argentini appena nati diano prima il ciuccio e subito dopo un pallone. Quando ero bambino passavo molto tempo a guardare film, e uno dei film miei preferiti, che continuo a guardare tutt’oggi e che continuerò a guardare ancora e ancora è “Il Gladiatore”.

Il Colosseo è uno degli stadi più belli al mondo, sarebbe bello giocare una partita qui.

Eravamo negli studi cinematografici di Roma, in cui ci hanno raccontato che i migliori film e i migliori attori sono passati per di qui, fra poco ci mostreranno i set dove lavorano le persone, dove vengono create le scene più importanti e dove gli scrittori preparano le sceneggiature per i film. Ho fatto pubblicità, sono stato su alcuni set cinematografici ma ovviamente non è la stessa cosa di recitare. Tutto ciò che riguarda il cinema credo abbia un legame con il mondo del calcio. Penso che alla fine siamo molto simili perché ci sono gli attori principali, che siamo noi giocatori che andiamo davanti alle telecamere e davanti alla gente. Ogni giocatore ha un ruolo differente e tutti lavoriamo insieme affinché quando arrivera il momento possiamo dare il meglio, è così nel calcio e anche nel cinema penso. Se dovessi paragonare una partita ad un film, credo che la finale dell’ultimo Mondiale sarebbe un film perfetto.

Questa è la piazza del Colosseo Quadrato, dove tutto ha avuto inizio. Il mio primo giorno qui è stato una sorpresa, l’accoglienza è stata incredibile. Il club aveva organizzato un grandissimo evento ed è venuta tantissima gente, è stato spettacolare e ovviamente ogni volta che passo qua penso sempre a quella serata, perché è stata indimenticabile. È incredibile, tutta la storia che risiede qui è unica. Passiamo di qui abbastanza spesso e mi piace vedere la città, ammirarla, soprattutto di notte, quando è illuminata, è tutto più bello. Di notte la città è un’altra cosa.

Quando avevo quattro anni ho iniziato in una scuola calcio vicino casa, giocavo con gli amici. Ero molto giovane, avevo quattro anni e a dieci anni mio padre mi porto in città, a Cordoba, per un provino con l’Instituto de Cordoba. Sono stati sette anni bellissimi, in cui non sono mancati i momenti difficili, dovuti a motivi familiari. Poi a 17 anni ho avuto la possibilità di esordire tra i professionisti, era tutto ciò per cui avevo lavorato, il mio obiettivo, il mio sogno da bambino. E beh, è lì che è iniziato tutto. Dico sempre che serve un po’ di fortuna, perché il duro lavoro a volte non basta e potrebbe servire un po’ di buona sorte, ma bisogna fare sacrifici e allenarsi duramente. Senza dedizione ovviamente le cose diventano difficili. Farlo per molto tempo non è un sacrificio, se è quello che ti piace. Ognuno ha le sue priorità, ma penso che tutti sappiano cosa vogliono e su cosa vogliono concentrarsi, e nel mio caso è sempre stato il calcio.

Penso che possa essere difficile camminare qui. Il problema è che se uno ti riconosce e ti ferma, tutti gli altri ti fermano. All’inizio si vergognano o hanno paura, ma se lo fa uno prendono coraggio.


L’Italia nella mia vita ha avuto un ruolo importante, vivo qui da più di dieci anni. Per tutta la mi adolescenza fino ad oggi ho vissuto qui, anche se in città diverse, e ho conosciuto persone incredibili. Mi ha insegnato tanto, sia al sud che al nord, e anche ora a Roma, mi hanno trattato bene dal primo giorno. Credo che gli italiani siano molto simili agli argentini, i tifosi sono molto simili, la passione per il club, il sentimento. Guardavo spesso le partite della Roma, se non sei dentro non puoi capire quello che la gente prova per la squadra. Sono argentino e sarò sempre argentino, ma credo che l’Italia sia la mia seconda casa e spero lo sarà ancora per molto".

 

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