De Rossi-Di Francesco, quel filo giallorosso
L’attuale tecnico dei ciociari ha allenato Daniele per un anno e mezzo. Ma le rispettive strade si erano già incrociate in precedenza. Sempre nel segno della Roma
Tra pochi giorni saranno cinque anni da quel 6 marzo 2019, data dell’ultima partita da allenatore della Roma di Eusebio Di Francesco: la sconfitta per 3-1 in casa del Porto, maturata ai supplementari, con conseguente eliminazione dalla Champions League agli ottavi di finale, arrivata peraltro a soli quattro giorni da un pesante ko nel derby, fu fatale al tecnico abruzzese, esonerato e sostituito da Claudio Ranieri. Quell’ultima partita di DiFra sulla panchina della Roma coincide anche con l’ultimo gol europeo di DDR, che dal dischetto tenne vive le speranze giallorosse fino all’extra-time. Si sperava di replicare quanto di buono fatto nella Champions dell’anno precedente, ma si finì con una qualificazione Europa League ottenuta per il rotto della cuffia e con l’addio al De Rossi calciatore comunicato tramite un laconico tweet.
Il clou delle 51 gare in cui Di Francesco schierò De Rossi durante quell’anno e mezzo si raggiunse senza dubbio il 10 aprile 2018, quando la Roma rimontò tre gol al Barcellona, raggiungendo per la prima (e finora unica) volta nella sua storia le semifinali di Champions League. Fu il capolavoro di Di Francesco, lo riconobbero persino i suoi detrattori. E Daniele vi prese parte da protagonista: non soltanto in quanto capitano, ma anche andando a segnare (sempre su rigore, come col Porto) il gol del 2-0, quello che rese palpabile ciò che fino a pochi minuti prima aveva soltanto i contorni di un sogno. Curioso, come due gol dal dischetto di DDR abbiano segnato il momento top e il momento peggiore di Eusebio sulla panchina della Roma. Daniele, suo capitano, era alle prese con vari problemi fisici, che lo costrinsero a dosarsi, ma fu la sapiente guida di una cavalcata europea che vide la Roma entrare fra le migliori quattro squadre d’Europa. E scusate se è poco...
I precedenti
Ma DDR e DiFra s’erano già conosciuti, tanti anni prima. Anno Domini 2000-01, quello poi terminato in trionfo: il giovane centrocampista che di tanto in tanto s’allenava con la Prima squadra (venendo anche convocato per la trasferta di Firenze), l’esperto esterno che faceva i conti con un grave infortunio, per poi rientrare a fine stagione. Le strade si separarono già nell’estate del 2001, quando DiFra tornò a Piacenza, ma s’incrociarono di nuovo nella stagione 2005-06, quella delle 11 vittorie di fila con Spalletti, quando Eusebio - appesi ormai gli scarpini al chiodo - ricoprì il ruolo di team manager giallorosso. Daniele all’epoca era ancora giovane, ma già affermato, tanto che quell’estate prese parte alla vittoriosa spedizione Mondiale.
Quando ad appendere gli scarpini al chiodo è stato Daniele, Eusebio ha sondato il terreno per un eventuale incarico come suo secondo, ma De Rossi ha preferito seguire un’altra strada. Che ora lo ha portato sulla panchina che più di ogni altra sognava di occupare. Stasera si troverà di fronte da avversario quello che per certi versi è stato anche un mentore per lui: l’abbraccio tra i due sarà caloroso e sincero. Poi, però, bando ai sentimentalismi: conterà soltanto la Roma.
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