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Di Francesco: "Contro la Roma dovremo avere un buon approccio"

Il tecnico del Frosinone ha parlato alla vigilia della partita dello Stirpe: "Possiamo far male ai giallorossi cercando di non mancare in zona gol"

Di Francesco durante una partita

Di Francesco durante una partita (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
17 Febbraio 2024 - 15:26

Alla vigilia del match Frosinone-Roma che si terrà domani alle 18.00 al Benito stirpe, Eusebio Di Francesco ha citato l'allenatore della Roma Daniele De Rossi in una delle risposte alle domande che gli sono state poste, queste le sue parole.

Mister Di Francesco, si sente dire in giro che il 3 marzo inizierà un nuovo campionato il Frosinone, nella speranza che lei potrà avere a disposizione tutta la ‘forza lavoro’. Ci può dare la ricetta necessaria affinché la squadra possa uscire da questo momento?
“Se ci fossero ricette ci sarebbero anche per far diventare calciatori ragazzi appena nati. Non ci sono ricette, c’è il lavoro e tanta dedizione a fronte delle difficoltà che abbiamo per mettere insieme una squadra che possa avere delle alternative specialmente nel reparto difensivo. Ma noi dobbiamo tornare ad essere compatti, ad esprimerci come sappiamo ed anche subire un po’ meno gol. E lo ridico fino al momento che arriverà quel giorno, quando la squadra riuscirà a dimostrare sul campo il lavoro che svolge durante la settimana. Non condivido il luogo comune della data di ‘ripartenza’ del nuovo campionato per noi, perché in quel caso non ci troveremmo nella condizione di dover fare una nuova preparazione e ce ne staremmo tutti a casa. Noi invece siamo qui a combattere partita dopo partita avendo anche bisogno del sostegno del nostro pubblico per crederci tutti insieme ed affrontare al meglio questa partita. A combattere, lo ripeto, con le nostre forze e le nostre difficoltà. Ma consapevoli che ce la possiamo giocare sempre con tutti. A Firenze ci siamo trovati sotto di 3 gol dopo 20’ e dentro di me pensavo che non era possibile dopo quello che avevamo fatto durante la settimana. Ma anche per le opportunità che avevamo avuto”.

La Roma non è squadra di qualità assoluta come lo è ad esempio il Milan. Servirà quel Frosinone visto contro il Cagliari, piuttosto che un Frosinone bello da guardare come si è visto a Firenze per 10’ e bello tatticamente come contro il Milan?
“Non possiamo non avere la ferocia, quella cattiveria e quella determinazione mettendoci dentro anche l’organizzazione. Non è detto che non si possa giocare bene ed essere allo stesso tempo anche cattivi. Un po’ di malizia ci è mancata in queste ultime partite ma anche la condizione di qualche calciatore che deve andare a migliorare. Ricordiamoci gli adattamenti che abbiamo fatto, sennò ci dimentichiamo che ogni settimana abbiamo avuto grandi difficoltà nell’andare ad impostare una linea difensiva adeguata. Oggi ci ritroviamo tra i convocati 4 difensori, per fortuna sono due terzini e due centrali per cui riusciamo ad avere una linea difensiva di partenza. Ma nel caso dovesse succedere qualcosa e nell’arco di una gara tutto ci può stare, ci ritroveremmo nelle difficoltà di nuovo. Ma quello che non potranno mancare cattiveria e furore agonistico. Sono la base di ogni squadra. La Roma? Non la vedo squadra ‘sporca’, con De Rossi cerca di giocare di più, ha una tipologia di gioco diversa, sarà una partita differente rispetto all’andata. E’ una squadra che cerca di giocare di più e di mettere palla a terra, di fare la partita. Secondo me De Rossi sta facendo un buon lavoro, anche dalla gara con il Feyenoord si è vista la buona qualità espressa”.

In settimana ha lavorato in particolare sull’aspetto psicologico?
“I ragazzi non hanno avuto la giornata libera, si sono allenati sempre in questa settimana di avvicinamento. Siamo stati sul pezzo, c’è stata grande disponibilità da parte loro perché hanno cercato di rimettere subito sul campo le situazioni ed andare a lavorare su quelli che erano stati errori o difetti. Sono dell’idea che le cose vanno anche riviste in tv. Siamo scesi in campo per rielaborare le situazioni che avevamo vissuto. Il calcio comunque, riallacciandomi al concetto iniziale della ricetta, non è una scienza esatta. Bisogna mettere in campo sempre il massimo. Detto questo, non possiamo permetterci di scendere in campo con le pantofole. Ma ricordiamoci da dove arriva questa squadra e quello che stiamo facendo ma anche quello che si potrebbe fare di più. Bisogna essere uniti e compatti, andare a ricercare ciò che non va ma anche sentire compattezza e la stessa aria che c’era attorno a noi all’inizio della stagione. Sapevamo di poter avere dei momenti di difficoltà, sappiamo che tipo di rosa abbiamo costruito e per questo dobbiamo essere bravi tutti ad avere un equilibrio dentro e fuori la squadra. L’obiettivo non è marzo ma la fine del campionato”.

Cosa dire ai tifosi in questo momento?
“Qualche tempo fa mi fermavano, dicendomi che si divertivano nel venire allo stadio. Lo ribadisco: oltre a divertirci, vorremmo cercare di portare a casa qualcosa in questo momento della stagione che rappresenta un altro campionato. Vanno serrati i ranghi, serve più praticità. Ma non dobbiamo perdere le caratteristiche che ci hanno permesso di avere dei punti di vantaggio sulle nostre dirette concorrenti. Voglio dire alla gente di starci vicini e sostenerci come hanno sempre fatto, anche a Firenze malgrado stessimo sotto. La squadra ha avuto delle difficoltà innegabili ma non è scesa in campo per non fare la partita, voleva fare punti. Inconsciamente siamo stati un po’ troppo superficiali ma tutti volevamo il massimo e non ci siamo riusciti. Ecco perché questa settimana avevamo bisogno di ricompattarci anche a livello psicologico, di parlare. E poi le cose comunque vanno fatte, tradotte sul terreno”.

Sono passati 4 mesi dalla gara di andata all’Olimpico, quale errore non deve commettere il Frosinone? E ancora: come sta Reinier?
“Ci sono tanti giocatori che hanno giocato meno in modo particolare dove ho più abbondanza. Ovviamente in campo ne debbono scendere 3 o 4. A qualcuno ho anche fatto fare il terzino e l’ho tolto dal ruolo di centrocampista. Ripeto, le scelte vanno in base alle caratteristiche. Per domani c’è un ballottaggio tra Reinier e Harroui e sono valutazioni che sto ancora facendo. Harruoi come Reinier è cresciuto tanto, lo vedo più attento a concentrato dopo il rientro dall’infortunio. La Roma? Ricordo il bello che c’è stato durante la mia esperienza. De Rossi? È stato un mio giocatore ma siamo stati anche compagni di squadra, lui all’epoca era un ragazzino. Simpaticamente mi ha mandato anche un messaggio chiedendomi la formazione. È chiaro che saremo ‘nemici’ ma il grande rapporto rimane. Quella giallorossa è comunque una squadra che ti può punire da un momento all’altro. Viene, sconfitta con l’Inter a parte, da un momento positivo. È scesa un po’ nel secondo tempo come peraltro in tutto il campionato ma ha sempre impattato bene sulle gare, per cui sarà necessario essere bravi anche noi ad avere un buon approccio soprattutto nei primi minuti”.

Come dove si può fare male alla Roma?
“Innanzitutto noi siamo bravi a fare male ma tutti devono capire che la fase difensiva si fa in 11 e non in 4. Quando sento parlare di fragilità difensiva è vero, si possono commettere errori di reparto ma ci deve essere sempre l’aiuto di tutte le componenti. È fondamentale essere aggressivi, non lasciare mai tempo e spazio. Contro la Fiorentina ho sentito dire che eravamo lunghi. Andate a rivedere la partita e analizzate se noi eravamo lunghi. Magari meno feroci, sì. Dobbiamo invece essere più cattivi. Far male alla Roma? Cercando di non mancare in zona gol perché quando ti passano quelle 4-5 occasioni nitide da gol”.

Considerata la scelta (a Firenze) di Romagnoli al posto di Monterisi, la rifarebbe?
“Che differenza fa la mia risposta su un 3-0 per gli altri? Non penso che abbiamo perso in relazione ad un cambio tra primo e secondo tempo. Se l’ho fatto perché vedevo in difficoltà Monterisi, è stata puramente una scelta tecnica. Se voi pensate che Monterisi o altri stessero facendo bene… Io se avessi potuto avrei dovuto cambiare tanti altri giocatori. Se ci riguardiamo la partita noteremo che abbiamo fatto fatica. La domanda ha un senso se faccio il cambio sullo 0-0 e poi perdiamo. In quel momento ho messo un giocatore di maggiore esperienza. Se invece leghi la domanda all’ammonizione, sai che non mi ricordavo che era diffidato. Ma in quel momento ho fatto una scelta legata all’esperienza, certo ad averne 3 o 4 in quel ruolo in panchina…”.

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