AS Roma

Boniciolli: "Ecco come nasce la mia simpatia per la Roma"

Le parole dell'allenatore della Givova Scafati basket, che a fine conferenza salutò così i giornalisti presenti in sala: "Vi saluto e vi ringrazio, forza Roma, abbasso Lazio"

Matteo Boniciolli Givova Scafati

Matteo Boniciolli Givova Scafati (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
13 Febbraio 2024 - 20:12

Ai microfoni di Radio Romanista, è intervenuto Matteo Boniciolli, allenatore della squadra di basket Givova Scafati. Il coach della squadra campana è diventato virale sui social per un saluto in conferenza stampa rivolto ai giornalisti: "Un saluto e un abbraccio, forza Roma e abbasso Lazio". Ne ha parlato di questo gesto nella trasmissione "Secondo Tempo" sui 97.7 in fm. 

Boniciolli, quali sono le motivazioni sul gesto "Forza Roma, abbasso Lazio"?
"Devo partire con una premessa. Ho avuto il privilegio di allenare in passato la Virtus Roma Basket, un'occasione che non capita tutti i giorni. Fare la pallacanestro a Roma non è facile perché ci sono due squadre di calcio importanti. Mio figlio, Francesco, ha giocato un anno a Roma e sono un appassionato della passione romana. Grazie ai rapporti positivi della Virtus Roma e la AS Roma ebbi un'opportunità di andare allo stadio a vedere la Roma. Non sono un appassionato, però l'ingresso della squadra in campo mi ha colpito profondamente. Ho visto le scene dell'addio di Totti e oggi è tornato De Rossi in panchina. Tra l'altro, con De Rossi, ci incontrammo in un evento organizzato dall'ex Virtus Roma e la Roma e si rivelò un ragazzo straordinario. La sera mi ero abituato a fare lunghe passeggiate notturne per godermi la miglior città del mondo, a Trastevere ci incontravamo e mi salutava nonostante loro vivano una realtà talmente lontana dalla nostra che già il fatto di vedere un ragaazzo così gentile era una bella cosa. Quest'insieme di passioni, con mio figlio Francesco che mi insegnò questa cosa, ha fatto sì che mi sia uscita questa uscita ai vostri colleghi 'Forza Roma, abbasso Lazio'". 

Ora il club Scafati avrà qualche tifo in più dai romanisti. Ce l'ha un pochino un occhio particolare per la nuova Virtus Roma guidata da Tonolli?
"Ho avuto la fortuna di allenare Alessandro Tonolli, sia come capo allenatore della Virtus che come assistente in Nazionale. Tonolli aveva la caretteristica di resistere fino all'ultimo taglio. Mi ricordo la sofferenza quando gli veniva detto che era l'ultimo ad essere tagliato. Fare basket a Roma è difficilissimo. Seguo la Luiss, che è un esempio di civiltà sportiva straordinaria che riunisce tanti studenti con vari successi. Allo stesso tempo, seguo con attenzione e speranza il nuovo percorso della Virtus. Incredibile che non ci sia una squadra a Roma di basket. Mi auguro da appassionato che qualcuno raccolga eredità del presidente Toti e faccia un settore giovanile all'altezza, cosa che non fece il passato presidente".

Lei ha un idolo, ovvero Paulo Roberto Falcao. Ci racconti questa passione?
"Sono della generazione che ha vissuto il calcio italiano quando era un punto di approdo, oggi credo sia l'Inghilterra, a parte il mondo arabo che reputo sia immorale. Falcao era la combinazione di classe e talento, si vedeva per come si comportava. Lui era qualcosa che andava aldilà. Mi colpì per la straordinaria leggerezza per quanto faceva cose irreali in un mondo che diventava sempre più atletico. Lui era un principe per la sua classe e per il modo di approcciarsi con i giornalisti. Falcao è un ricordo della mia gioventù particolarmente forte".

La Scafati sta facendo contenti i tifosi. L'obiettivo sono i play-off Scudetto?
"La crescita delle società spesso è legata dai grandi imprenditori. Noi abbiamo Nello Longombardi, che è un grande imprenditore appassionato di basket. Immaginate in un campionato a 16 squadre, fatto di grande realtà, una squadra di una città piccola come Scafati e che ha l'intuizione di richiamare Gentile reduce da un periodo difficile e che torna ad essere quello che ci si aspettava fosse, ovvero un fuoriclasse. Se noi riuscissimo ad entrare nei play off con un presidente locale ambizioso sarebbe una bella storia. Io seguo questa cosa dell'Arabia Saudita e la trovo disgustosa. Noi siamo un esempio di lungimiranza e gestione del fenomeno sportivo. Quando hai la fortuna di far parte di questa società e far crescere questa realtà ti senti ancora più coinvolto".  

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