I big match il tallone d'Achille
Contro le grandi media-punti per gara di 0,81. Un tabù che purtroppo si conferma con tutti gli allenatori
Mourinho parlò di «complessi e fragilità psicologiche» quando, il 9 gennaio 2022, la Roma subì una rimonta-choc dalla Juve, da 3-1 a 3-4 nel giro di sette minuti. Gli stessi complessi e fragilità - viene da pensare - evidenziati anche sabato sera all’inizio del secondo tempo con l’Inter, che hanno compromesso quanto di buono fatto fino al 45’. Così è maturato il quinto ko su otto big-match giocati in questa stagione; una sconfitta che va ad aggiungersi a quella per 1-0 dell’andata, ai due contro il Milan e a quello con la Juve. Prendendo in esame le sfide contro Atalanta, Inter, Juventus, Milan, Lazio e Napoli, sono 6 i punti raccolti dalla Roma nelle sfide contro le cosiddette grandi; 6 su 24, vale a dire una media-punti per gara dello 0,75, la stessa fatta registrare in tutto lo scorso campionato (9 punti su 36 conquistati contro le suddette avversarie).
Il problema, del resto, è ormai ben noto, oltre che datato; da circa 5 anni, la squadra giallorossa fatica a fare punti nei cosiddetti big match, facendo registrare un andamento da medio-bassa classifica. Non a caso, dal 2019-20 la Roma non è più riuscita a qualificarsi in Champions: perché è anche dagli scontri diretti che passa il quarto posto, diventato ormai un miraggio dal 2018 in poi. Il tabù - se così possiamo definirlo - persiste indipendentemente dai tecnici in panchina: Paulo Fonseca prima e Mourinho poi hanno riscontrato gli stessi problemi in questo senso, a dimostrazione che la questione non è (solamente) di natura tecnica. Sicuramente il gap con alcune di queste squadre c’è, ed è evidente, ma è evidente come la questione sia anche mentale, e abbia portato in più di una circostanza a dei veri e propri blackout. È il caso di sabato scorso, ma anche del già citato Roma-Juventus del gennaio 2022, così come della trasferta con l’Atalanta del 20 dicembre 2020 (da 1-0 a 1-4 in 25’) o il derby del gennaio 2021 (0-3, con due gol incassati tra il 14’ e il 23’).
Il bilancio
Prendendo in esame le sfide giocate con le squadre già citate dal 2019-20 in poi, emerge che i giallorossi hanno raccolto 46 punti sui 168 disponibili, facendo registrare una media-punti per gara di 0.81. Decisamente troppo poco, per una squadra che ambisce a tornare nell’Europa che più conta. In attesa che il conteggio per la stagione in corso si completi (mancano ancora quattro sfide con Atalanta, Juve, Lazio e Napoli), la stagione con il bilancio migliore nel recente passato è proprio il 2019-20, con 13 punti sui 36 totali, con Paulo Fonseca in panchina (media per gara di 1,08 punti). La stagione seguente i punti furono 7 (0,58 in media per ogni partita: solo una vittoria e 4 pareggi su 12 gare), mentre al primo anno con Mou ne raccogliemmo 11. La scorsa stagione soltanto 9, mentre nell’annata in corso ne abbiamo raccolti 5 sui 24 disponibili (vittoria contro il Napoli e pareggi contro Atalanta e Lazio), facendo registrare un misero 0,62 di media-punti per incontro. Sabato si è confermato il tabù milanesi: negli ultimi 20 incroci con Inter e Milan, sono arrivate soltanto 2 vittorie, oltre a 6 pareggi; poi solo ko. La buona notizia è che, nelle prossime 9 gare di Serie A, affronteremo solo la Lazio e la Fiorentina come big (o presunte tali): l’occasione per mettere fieno in cascina va sfruttata.
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