Sella: "De Rossi dimostrerà con il tempo tutta la sua competenza"
L'ex allenatore della Roma: "Può portare grandi risultati sulla panchina giallorossa, c'è bisogno di tempo. Fin da subito però abbiamo visto una squadra più propositiva"
Ai microfoni di Radio Romanista, ha rilasciato delle dichiarazioni Ezio Sella. L'ex allenatore della Roma ha commentato l'arrivo del suo ex giocatore De Rossi in panchina. Di seguito le sue parole.
C'è un curioso retroscena: la Roma di Sella vince al Viareggio contro il Leverkusen con gol di Simone Inzaghi. Ha ricordi di quel giorno?
"Mi ricordo quel Viareggio con noi, avevamo preso Simone Inzaghi in prestito dal Carpi. Fece un bel gol contro il Leverkusen nel 1995 e delle discrete partite contro il Padova e contro il Perugia. Avevamo una squadra discreta e Simone Inzaghi fece la prima punta, fece benino ma non era molto supportato dalla squadra. Si vedeva che aveva delle potenzialità, si muoveva bene e cercava sempre il gol come il fratello. Dopo ha fatto una grandissima carriera. In quel periodo la società non portò avanti la trattativa e non seppi nulla, se ne occupò il direttore sportivo. Alla fine ritornò al Carpi".
Ha visto De Rossi da bambino e lo ha visto diventare grande. Che effetto le ha fatto leggere il suo nome sulla panchina giallorossa?
"L'effetto è stato sicuramente piacevole, ma non è stata una sorpresa. Conoscendo la persona e il ragazzo - oltre il calciatore che è stato - ma anche le sue qualità sotto l'aspetto psicologico e la competenza nel sentirlo parlare, mi ha sempre dato l'impressione che potesse essere un buon allenatore. Anche mentre giocava dava questa impressione, si vedeva che avesse idee e competenze, durante le partite richiamava i compagni. Si vedeva questo nella sua attitudine. Non sono sorpreso, sono contento e spero vivamente che possa fare molto bene con la Roma, se lo merita prima come uomo. Con il tempo dimostrerà che ha competenze importanti che porteranno la Roma a fare qualcosa di importante in futuro".
Ha conosciuto molti spogliatoi in carriera, la squadra ogni tanto sembra avere delle crisi di rigetto nei confronti dell'allenatore. Secondo lei è stato giusto concludere in quel momento il capitolo con Mourinho?
"Questa è la vita da allenatore, si sa che si è sempre in bilico. Sopratutto quando le cose non vanno bene. Da osservatore esterno vedevo una squadra molto nervosa, sia in campo che in panchina. Si vedeva che ultimamente mancasse quella serenità che se persa ti fa perdere la concentrazione e la determinazione. È chiaro che quando va via un allenatore, i motivi non si sanno mai dall'esterno, vanno vissuti da dentro".
Qual è il filo conduttore che riconosce nel percorso di crescita di De Rossi e che ritrova ora in lui come allenatore?
"La cosa sorprendente, che mi ha sempre un po' stupito, è che fin da ragazzo quando giocava in Primavera dimostrava grandissima personalità. Quando la Primavera si sfidava contro la prima squadra lui sembrava un giocatore già fatto, con esperienza importante. La grande personalità di questo ragazzo lo ha aiutato a diventare il campione che è stato. A prescindere dalle qualità, perché credo che De Rossi sia stato uno dei migliori centrocampisti d'Europa in assoluto. La cosa che mi ha colpito molto però è la grande personalità che ha avuto fin da giovane".
Si aspettava una Roma così propositiva? È questa l'idea che si era fatto del gioco di De Rossi?
"Sì, me lo aspettavo perché conosco un po' quali sono le idee di De Rossi e come concepisce il calcio. Ci sono calciatori che sono stati messi nelle posizioni dove posso esprimere bene le loro caratteristiche, in primis Pellegrini. Secondo me ora Pellegrini sta giocando in una posizione, come dimostrato a Sassuolo, dove può dimostrare le sue capacità realizzative e di inserimento. In quella zona del campo può diventare determinante. Credo che la cosa più importante che abbia fatto finora Daniele è aver messo determinati calciatori nel proprio ruolo, dove possono esprimersi al massimo. Adesso parlare della mano di De Rossi però, conoscendo le sue idee e il suo modo di lavorare, è abbastanza prematuro. Ci vuole tempo, ma qualche segnale c'è stato sicuramente: una squadra propsoitiva, che gioca più in verticale e attacca meglio gli spazi. Si sono viste sovrapposizioni e verticalizzazioni importanti anche da parte di centrocampisti. Forse con Mourinho si prediligeva più un possesso palla laterale".
Mourinho era abbastanza convinto che senza Dybala questa Roma facesse fatica, De Rossi appena arrivato ha ribadito invece le grandi potenzialità della rosa. Lei che idea si è fatto?
"Io sono d'accordo con Daniele, per me questa è una squadra con grandi potenzialità. Non penso che la Roma sia inferiore del Bologna, alla Fiorentina e all'Atalanta. Se parliamo di Inter e Juve... il Milan invece è un punto interrogativo. Penso che la capacità di Daniele sarà quella di tirare fuori il massimo da calciatori che secondo me sono forti e importanti e che possono fare anche di più di quanto dimostrato. Bisogna avere pazienza, sicuramente con il lavoro e la determinazione si possono fare cose importanti. Adesso vediamo una Roma che mentre attacca porta diversi uomini in area di rigore, in precedenza non si vedevano queste cose. Poi forse Mourinho vede il calcio in una maniera, De Rossi in un'altra. Il tempo parlerà".
Vede un De Rossi nel centrocampo della Roma?
"Come caratteristiche no, Daniele sapeva collegare bene la difesa e l'attacco. Ci sono calciatori che sicuramente possono ancora migliorarsi in quel ruolo lì: prendo paredes e Cristante che fanno quel ruolo e che, seguendo i consigli di De Rossi, possono migliorare. Bove è un buonissimo giocatore con grandi potenzialità, ma lo vedo più una mezz'ala di rottura e di inserimento. Lo vedo più vicino a Perrotta che a De Rossi".
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