"Vi racconto Follieri"
Marco Maisano con il podcast “American Dream” dipinge il ritratto dell’imprenditore, arrivato fino in cima ai grattacieli di Manhattan. E ora millanta di volere la Roma
Quid est veritas? Che cos’è la verità? È la domanda che, stando al Vangelo di Giovanni, Pilato pone a Gesù, prima di lasciarlo al giudizio popolare che lo porterà poi sulla croce. Uno di quegli interrogativi esistenziali che possono, in alcune circostanze, tormentare l’uomo, senza la certezza di trovare poi una risposta, rimanendo appesi proprio come quello posto dal prefetto romano. È la stessa domanda, con protagonisti e scenari molto più terreni, che si è posto Marco Maisano - giornalista, conduttore e autore televisivo - quando per One Podcast ha cominciato a lavorare ad “American Dream, la vera storia di Raffaello Follieri”. Un racconto, in quattro puntate, nato per provare a dipingere il ritratto dell’uomo d’affari che, da qualche mese a questa parte, si dice interessato all’acquisto della Roma.
Lo ribadiamo, scenari e protagonisti molto più terreni di quanto accadeva duemila anni fa a Gerusalemme, ma la difficoltà nello sciogliere quel punto di domanda è altrettanto alta e poi il gancio con il mondo divino lo fornisce la vita dello stesso Follieri, fin dai suoi primi attimi sulla faccia della terra. Già, perché per volere di papà Pasquale, il 28 giugno del 1978, Raffaello viene alla luce a San Giovanni Rotondo, nell’ospedale “Casa sollievo della sofferenza”, costruito lì per volere di Padre Pio. La famiglia Follieri è molto legata alla figura del santo da Pietralcina, Raffaello compreso, che vede in lui una figura di riferimento. Un’altra, citata nel suo profilo Instagram, è Silvio Berlusconi. La sintesi tra i due trovatela voi. Da una parte, dunque, la vicinanza spirituale con il frate divenuto santo. Dall’altra quella molto più umana e pragmatica con personaggi della Chiesa, fino ad alcune alte cariche del Vaticano.
Tra sogno e realtà
E proprio dai suoi presunti agganci con la Chiesa, un giovanissimo Raffaello fa nascere il suo sogno americano. Dal tacco dello Stivale ai più alti grattacieli di Manhattan il passo non è breve, ma con la giusta dose di astuzia, conoscenze e spinte ricevute al momento giusto, nulla è impossibile. A Dio, quanto a Raffaello Follieri, o almeno così pare. Per cercare di capirlo meglio però questo salto oltre oceano, abbiamo chiesto aiuto a Marco Maisano, intervenuto ieri mattina a Radio Romanista, durante la trasmissione Primo Tempo. «Una storia da film - esordisce il giornalista. Un giovanissimo italiano che arriva negli Stati Uniti e scopre, in poco tempo, il successo. Si afferma immediatamente nella società americana, nei salotti di New York e si fa aprire le porte, tra le altre, della Clinton Foundation - organizzazione no-profit fondata nel 2001 dall’ex presidente degli USA Bill Clinton. Il tutto presentandosi, principalmente, come intermediario per la vendita di proprietà immobiliari ecclesiali in America». Un incarico che il Vaticano non gli ha mai conferito ufficialmente, come ci tengono a far sapere da Roma. Ma l’apparenza, in alcune circostanze, può contare più della sostanza.
Soprattutto in America dove, ci spiega Maisano: «Non si mente, glielo insegnano fin da bambini e lo stato ha un rapporto di fiducia con i cittadini. Se ti si vede in giro, oltre che con Clinton, sui red carpet in compagnia di Anne Hathaway - diva di Hollywood con la quale Raffaello è stato fidanzato per diversi anni - o insieme ad un importante imprenditore come Ron Burkle - il cui patrimonio netto stimato da Forbes nel 2024 è pari a 3 miliardi di dollari -, si presuppone che tu sia una persona per bene. Follieri è sicuramente una persona carismatica e scaltra, che con un racconto più o meno credibile e una serie di personaggi intorno è riuscito a fare ciò che ha fatto».
Audacia e rapporti, che hanno portato credibilità e crediti, con alcuni investitori, tra cui proprio Burkle, che hanno affidato a Follieri i loro soldi. Da qui sono nati i problemi di Raffaello, con promesse non mantenute e indagini dell’FBI che hanno portato ad una condanna da 4 anni e mezzo - la richiesta iniziale dell’accusa era di 265 anni di detenzione, con 14 capi di accusa diversi -, trascorsi nelle carceri USA.
L’Icaro dei giorni nostri
Questo è stato, in estrema sintesi, il sogno - divenuto poi incubo - americano di Follieri. Le ambizioni di Raffaello però non sono mutate: «Ha pagato e avrebbe diritto all’oblio su quanto fatto - precisa Maisano -, ma la necessità di raccontare la sua storia nasce dal suo voler acquistare la Roma, dopo i tentativi falliti con Foggia e Palermo - gli mancarono solo le fideiussioni». Già, perché come tutti i più grandi giocatori, Follieri non si è alzato dal tavolo, ma ha rilanciato, affermando di aver inviato una pec alla Roma con un’offerta formale ai Friedkin da 850 milioni di euro, per l’acquisto del club. Peccato che lui, o chi per lui, abbia sbagliato l’indirizzo della casella postale.
Oggi Follieri, con la sua Pasele Group, si occupa di terre rare e ostenta rapporti e grandi disponibilità, sempre con la Roma in testa e il volo nel cuore. Come un Icaro dei giorni nostri, che non si è arreso alla caduta.
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