Un'assenza rumorosa
Se Giacomo potesse parlare, allargherebbe il suo sorriso, scrollerebbe le spalle e giustificherebbe l’assenza. Ma tra noi possiamo dircelo: la Roma ha fatto una brutta figura
Un’onda d’amore ha attraversato ieri nel primo pomeriggio la Balduina, il nome evocato nei sussurri in chiesa e poi urlato con l’amore dei suoi ragazzi della curva. Giacomo Losi è stato salutato ieri da centinaia di persone commosse e appassionate, occhi lucidi e sciarpa al collo. Ad onorarne la memoria la sua bellissima famiglia, gli amici, colleghi ed ex colleghi, ex dirigenti (Ettore Viola, Tempestilli e Cenci) compagni di squadra e d’avventura, i suoi ragazzi della Nazionale attori e qualche avversario (Sergio Brio e Bruno Giordano, emozionati e riconoscenti), un nugolo di ragazzi dell’under 18 in tuta d’ordinanza, i vessilli della società, i gagliardetti e gli striscioni dei tifosi e una marea di curiosi. E poi?
E poi basta. La Roma rappresentata da una quindicina di persone, tra cui i nostri amici e valorosi colleghi dell’ufficio storico Cagnucci e D’Urbano. Ma nessuno dei vertici. Non il presidente, non l’ad, non l’allenatore (quel Daniele De Rossi che a lui era legato da sincero affetto e che una sera andò ad una serata in borgata per la presentazione del suo libro), non il capitano, non un giocatore della prima squadra. Se Giacomo potesse parlare, allargherebbe il suo sorriso radioso, scrollerebbe le spalle e giustificherebbe in qualche modo l’assenza. Ma tra noi possiamo dircelo: la Roma stavolta ha fatto una brutta figura.
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