Una serata da cuori di Roma
L’omaggio dello stadio a Giacomino Losi, cori e striscioni anche per Ranieri. E un risultato tranquillo
Figli di Roma, capitani, bandiere. Solo tre parole che ne racchiudono una. Una parola sola: tu sei la Roma. È in un tourbillon di simbologia che si fa raccontare Roma-Cagliari, una partita che di per sé ha già tanti significati intrinsechi. Non fosse altro perché a sfidarsi sulle rispettive panchine ci sono Claudio Ranieri e Daniele De Rossi, uniti da più di un destino nelle loro carriere e dalla stessa mamma, la Lupa. Una serata speciale che diventa ancor più speciale perché arriva all’indomani della triste notizia della scomparsa di Giacomo Losi, core de Roma. Commosso il ricordo dei tifosi della Roma che hanno preso, nei punti di distribuzione attorno all’impianto del Foro Italico, Il Romanista. Qualcuno una e qualcun altro due copie: «C’è Mino in prima pagina, questo me lo conservo», dice un signore avanti con gli anni ma con la sciarpa giallorossa luccicante. «Io l’ho visto giocare», «A me l’ha raccontato mio padre», «Dopo Totti e De Rossi c’è lui», alcuni dei commenti ricorrenti. «Appena sono arrivato a Roma mi sono innamorato e non me ne sono mai voluto andare via», con questa frase di Losi, poi, si fa l’ingresso in tribuna Monte Mario e Autorità.
Poco prima della gara il ricordo del club sui maxischermi dello stadio per il terzo giocatore con più presenze della storia della Roma dietro due leggende assolute: il 10, Totti, e il 16, l’allenatore. De Rossi. «Ci mancherai, core de Roma», dice lo speaker prima di un lunghissimo e ininterrotto applauso dello stadio nel quale viene proiettato un video con il Capitano, «romanista per sempre», che alzò la Coppa delle Fiere. «Giacomo Losi!», grida la curva Sud. Prima del minuto di silenzio che consente a tutti di ricordare anche un altro campione recentemente scomparso e amato anche dai tifosi non cagliaritani, Gigi Riva. «Nascondevi i dolori pure di giocare 455 presenze da core de Roma, addio Giacomino capitano per sempre», l’omaggio della sua curva. Arrivato insieme a quello della Tevere e dei Distinti Sud.
Emozioni che però non si esauriscono. Applausi per sor Claudio, ieri avversario: «Uno di noi, Ranieri», urla la Sud alla lettura del nome dell’allenatore del Cagliari durante la comunicazione delle formazioni lette, anche quella della Roma, più velocemente del solito, forse anche per evitare qualche imbarazzo di fischi (l’unico chiamato a gran voce è Daniele De Rossi alla fine della formazione giallorossa). «Con la tua romanità ci hai fatto innamora’, Mr. Ranieri uno di noi per l’eternità», lo striscione della Sud laterale per lui (e il coro prolungato al 73’). Un po’ di vecchia Roma anche in tribuna con Mexes, Pizarro e Aldair.
Roma-Cagliari è ancora un pieno d’amore all’Olimpico: più di 60 mila persone (61.755 il conto esatto) per la seconda in casa di Daniele De Rossi. E se Mourinho aveva riportato la gente romanista allo stadio, tocca adesso a DDR, e sta riuscendo nell’intento, l’opera di mantenimento del trend. Rispetto alla prima del dopo-Special One alla squadra, all’ingresso per il riscaldamento, vengono risparmiati i fischi, anzi arriva anche un coro di incitamento, anche se non certo con il trasporto di qualche tempo fa. Applausi per i due nuovi acquisti Angeliño e Baldanzi. La sensazione è che l’Olimpico chieda ancora una risposta ai giocatori per la riconciliazione definitiva, che poi pure avviene a fine gara col lancio delle maglie.
La partita comunque per fortuna regala solo serenità: applausi per Angeliño, standing ovation per Dyabala, autore di due gol, nel momento della sostituzione (applausi anche per Pellegrini) con Baldanzi, che ha rotto il ghiaccio con l’Olimpico subentrando proprio al suo idolo e ricevendo un grande incoraggiamento dal pubblico.
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