180mila baci: ancora un pieno d'amore
Proseguono i sold out: anche col Cagliari saranno oltre 60mila. Così come per le gare contro Inter e Feyenoord
Mourinho o De Rossi, nuovi acquisti o giocatori già conosciuti, avversari di grido o di minor richiamo, sabato, domenica o lunedì: in qualsiasi condizione, la costante dell’Olimpico versione giallorossa è il sold out. Nelle prossime tre partite casalinghe il pubblico romanista garantirà ancora almeno 180mila presenze. A partire da quella contro il Cagliari, non certo un big match e per di più in programma nel primo giorno feriale della settimana, in serata e col clima rigido di febbraio: premesse poco invitanti per qualsiasi pubblico, tranne quello romanista, che ha già sforato quota sessantamila fra abbonati e biglietti venduti. Cifre ancora più elevate in prospettiva della gara con l’Inter, che rientra però di diritto fra le sfide più affascinanti del campionato e peraltro si disputerà sabato pomeriggio (il 10 alle 18), invogliando così a portare sugli spalti anche i più piccoli. E lo stesso impegno successivo in casa - quello di Europa League contro il Feyenoord del 22 febbraio prossimo - annovera già 58mila presenze.
Centottantamila baci complessivi, per un pieno d’amore che prosegue ininterrotto da due anni. Ovvero dal momento in cui sono andate in soffitta le restrizioni post-pandemiche negli stadi: 10 aprile 2022, di fronte alla Salernitana uno stadio traboccante passione con circa 65mila spettatori inaugura la lunghissima serie di sold out. Cinque in quel finale di stagione, a partire dalle coloratissime versioni dell’impianto del Foro Italico riempito all’inverosimile di bandiere per i due atti propedeutici alla finale di Conference League. «Se i tuoi colori sventolo, i brividi mi vengono», canta la Sud (coinvolgendo tutto il resto dei settori come raramente accaduto in passato) nel coro che diventa il leitmotiv stagionale fino alla conquista del trofeo a Tirana.
Anche Mourinho, travolto dall’affetto dei tifosi fin dal primo giorno della sua avventura nella Capitale, insiste nel rimarcarne l’importanza in diverse occasioni. Dall’invocazione: «Dobbiamo essere in sessantamila più undici»; ai concetti più volte sottolineati di «empatia» e «famiglia» riferiti alla squadra e poi estesi ai sostenitori. Il peso specifico di uno stadio così partecipe diventa ulteriormente evidente nella seconda stagione dello Special One, quando un’altra straordinaria cavalcata in coppa - stavolta in Europa League - viene scandita da vittorie in serie nei match casalinghi. Il contraltare negativo arriva da un ruolino in trasferta non altrettanto lusinghiero, che dura per tutto l’anno solare, inficiando anche i risultati del 2023-24. Eppure l’autunno all’Olimpico è caldissimo e tanti risultati positivi maturati soltanto negli ultimi minuti si devono al supporto fuori dal comune, che si acuisce perfino quando la Roma soffre o è sotto nel punteggio. «Mai visto un pubblico così attaccato quando le cose non vanno bene, in nessuno dei club in cui ho lavorato. Non so quanti sold out di fila abbiamo fatto, 43 mi pare. Fate i conti di quanti spettatori sono venuti all’Olimpico. Meritano tutto da noi», è uno degli ultimi ringraziamenti pubblici di Mou da tecnico romanista.
E non può non ripartire dalla propria gente De Rossi, che l’amore di questo popolo lo conosce come pochi altri. Il giorno dopo il debutto in panchina rende il doveroso tributo a uno stadio che lo ha riabbracciato come se 5 anni di lontananza non fossero mai esistiti: «Il più importante degli obiettivi da raggiungere è riportare squadra, tifoseria e società ad essere una cosa sola. Perché poi per molti di noi è proprio una cosa sola che ci unisce: la Roma». E così continua a essere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA