In trasferta la certezza resta Paulo
Senza mai forzare troppo e con poca intensità l’argentino indica ancora la via. Ora serve spingere di più
Con un filo di gas, ma forse nemmeno quello. Silenzioso come una macchina elettrica, senza attribuire alcun rumore alla sua prestazione, grigia, per oltre 50 minuti, un po’ come la casacca indossata nella notte dell’Arechi. Eppure è bastato così poco a Paulo Dybala per indirizzare la sfida contro la Salernitana. La solita freddezza dagli undici metri quando ha guardato dritto negli occhi Ochoa e poi, quindici minuti dopo, quando con un tacco illuminante ha spianato la strada a Karsdorp per siglare l’assist per il raddoppio di Pellegrini.
Due lampi in una notte dove ha faticato ad accendere la luce, a rimanere fedele al suo ruolo di faro nella notte, quando il buio cala nel mare della fantasia della squadra e l’unico porto sicuro appare sempre lui. Nel primo tempo ha cercato insistentemente la miglior posizione per incidere, per aiutare i compagni a trovare il varco giusto per sbloccare la gara.
Ma il motore sembrava sempre al minimo dei giri, come se fosse attivo un limitatore di velocità. La sensazione dagli spalti, sperando che tale rimanga, è quella di un giocatore che non si fida al 100% del suo telaio, impaurito dal fatto che prima o poi qualcosa nell’assetto possa venir meno, all’improvviso. Ormai è diventata consuetudine, soprattutto nel riscaldamento, la testimonianza, tra bordocampisti e fotografi, di chi è certo di aver visto la Joya toccarsi un muscolo o accennare una smorfia. Una Dybala-Cam che non risparmia l’argentino e non si perde il minimo dettaglio. Teorie, percezioni o suggestioni. La certezza rimane il suo talento, senza il quale la Roma sembra avere una marcia in meno, dall’altra l’esigenza che l’argentino aumenti l’intensità in campo per pensare che gli obiettivi stagionali degli uomini di De Rossi possano rimanere alla portata, tra Serie A e Europa League. I recenti problemi muscolari di certo non hanno aiutato, ma ora il calendario deve servire a recuperare il miglior Dybala per l’intenso finale di stagione.
In trasferta c’è sempre
Al netto della frequenza di passo e del numero delle sue giocate, se negli ultimi anni la Roma ha cercato un vaccino al mal di trasferta quello è sempre stato la Joya.
Nel 2023, nelle sole 5 vittorie esterne messe a referto, c’è sempre stato il suo zampino. A Reggio Emilia gol su rigore, dopo aver mandato in porta Kristensen atterrato in area, e assist illuminante di tacco per lo stesso esterno danese. A Cagliari riesce a mettere lo zampino nel gol del raddoppio, aprendo il gioco per Karsdorp, abile nel trovare Lukaku da solo sul secondo palo. A Tiraspol inizia lui la triangolazione con Lukaku, prima che il tacco smarcante di Cristante aprisse le porte al gol dell’attaccante belga. A Torino, tornando alla passata stagione, contro i granata fu proprio lui, sempre dal dischetto, a mettere i 3 punti in valigia. E infine, terminando il viaggio nel tempo, ci sono i due assist messi a referto al Picco nella vittoria giallorossa contro lo Spezia. In ogni sorriso lontano da casa, c’è sempre stata traccia della Joya. E la mente volta anche al gol siglato a Budapest, di quello che poteva essere ma non è stato. Ma per tornare a sognare notti europee di ogni genere, presenti e future, serve spingere di più, tutelare la sua qualità ma chiedere a Paulo di prendersi per mano questa Roma, come ha sempre fatto. E allora nessun orizzonte sarà precluso.
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