Tanti auguri José: Roma non dimentica
Mourinho oggi compie 61 anni. Lontano da Roma e in cerca di futuro
Se gli avessimo chiesto anche in tempi recenti se si aspettava un compleanno lontano dalla Capitale, José Mourinho probabilmente avrebbe risposto di no. L’epilogo della sua avventura a Roma non è stato certo dei migliori, specialmente per uno “special” come lui. Eppure oggi, anche semplicemente guardano una fotografia, sembra una vita che Mourinho non è più l’allenatore della Roma.
Il tecnico portoghese che ha riportato a vincere la squadra giallorossa, ha ridato speranza a una città intera, ha tramutato sogni in realtà, compie oggi 61 anni. Una fase nuova della sua vita, ha sempre detto in due anni e mezzo passati all’ombra del Colosseo e del Cupolone. Una fase in cui non c’era l’assillo di pensare a se stesso, ma era tempo di far felice la gente. La sua gente. Che non l’ha dimenticato, ma già ha iscritto il suo nome nelle future nostalgie. E neanche troppo future. La Roma va avanti, la Roma di Mourinho non è mai esistita, o forse lo è stata nei titoli e nei giornali, in qualche bagarre di troppo in campo e fuori, in quel sentimento di blocco compatto che se serve va contro il mondo. Ma soprattutto è stata «la Roma dei romanisti», quella che lo Special One aveva auspicato diventasse la squadra da lui guidata nel giorno della sua presentazione alla Terrazza Caffarelli nel luglio 2021. Una mission che continuerà, grazie alla scelta dei Friedkin per il suo successore. Solo Daniele De Rossi poteva rappresentare una scelta di continuità ambientale. La Roma continua a essere in buone mani, anche se tutto è cambiato. Dai principi di gioco alla comunicazione, in panchina si sta larghi, guardando al palmares, ma si sta più stretti nel cuore, se i romanisti sono capaci di amare anche due persone contemporaneamente.
Si è isolato a Roma qualche giorno per salutare gli amici stretti, poi è stato avvistato a Barcellona, qualcuno ipotizza sia già a casa sua a Londra. Sicuramente è in stand-by e deve orientare il suo futuro. Sembra passato un secolo da quando José Mourinho ha dovuto lasciare Trigoria in lacrime, eppure la storia, che dà torto e dà ragione, ha iniziato a dare risposte. In Italia, e in parte anche a Roma, si è già passati all’operazione di damnatio memoriae, in fondo Ze da Setubal non è più un problema per media, Lega, Federazioni, Procura e fischietti. Addirittura Mourinho out e si scatena la bufera (pubblica) sugli arbitri, da lui più volte attaccati senza peli sulla lingua («ci sono episodi cose che ora sembrano inspiegabili e magari fra qualche anno capiremo», disse nel novembre 2021 dopo l’assurda direzione arbitrale di Aureliano in Venezia-Roma), e ora protagonisti di beghe sistemiche, condizionabili e condizionati (secondo l’anonimo fischietto che ha contattato Le Iene), anche se non è chiaro da chi e perché, a differenza di ciò che fanno in campo. Mou out e Boban lascia l’Uefa sbattendo la porta. Aveva capito tanto, José, forse non tutto. E avrà pure esaurito la sua battaglia contro i mulini a vento, ma non è stata vana. I romanisti lo sanno, un po’ Sancho Panza e un po’ Don Chisciotte. Per questo «JM è per sempre» è comparso anche a Riad l’altra sera nell’amichevole esotica. Tanti auguri, José, Roma non dimentica.
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