E Lorenzo ha cambiato Pelle(grini)
Il capitano tra i migliori con il Verona. Più palloni toccati e tanti passaggi. E il gol è speciale...
Ci vorrà del tempo per cancellare i fischi che hanno accolto in campo lui e la Roma: l’esonero di Mou ha lasciato inevitabilmente delle cicatrici sul cuore dei tifosi, ma l’arrivo di Daniele De Rossi deve dare la scossa a una squadra che finora ha reso molto al di sotto delle aspettative. Lo sa tutta la squadra, e ovviamente lo sa meglio di chiunque altro Lorenzo Pellegrini: da capitano, era chiamato a dare l’esempio, e lo ha fatto. Oltre al gol (per niente facile) che ha permesso alla Roma di raddoppiare, il numero 7 è parso più vivace, per lo meno nel primo tempo. Poi anche lui - come tutti i compagni del resto - nella ripresa è notevolmente calato.
«Lorenzo è uno dei più grandi talenti che abbiamo al momento in Italia»: le parole sono di Daniele De Rossi, uno che il giallorosso ce l’ha tatuato nell’anima. «In questa settimana si è comportato da leader vero. Deve ritrovare continuità: deve toccare tanti palloni ed entrare in area, perché sa segnare». Ed è esattamente ciò che Pellegrini ha fatto domenica sera: schierato da mezzala nel centrocampo a 3 completato da Paredes e Bove, ha giocato in totale 79 palloni, quasi il doppio rispetto ai 42 fatti registrare nell’ultima sua apparizione da titolare, il 7 gennaio scorso contro l’Atalanta. Si obietterà che in quella circostanza giocava in un ruolo e all’interno di un modulo differenti; inoltre, contro i bergamaschi Lollo era rimasto in campo per 79’, mentre domenica ha giocato tutti i 90’ più recupero.Al netto di queste considerazioni, va evidenziato anche il dato dei passaggi riusciti: dai 21 del match con la Dea ai 42 dell’ultima gara; va da sé che, giocando un numero molto maggiore di palloni, è destinato ad aumentare anche quello dei passaggi riusciti. Migliorata anche la percentuale di precisione (dal 72% al 79%), il numero dei passaggi in avanti riusciti (da 13 a 22) e quello dei recuperi (3 contro l’Atalanta, 6 contro l’Hellas).
Numeri importanti, da i quali passa la buona prestazione sfoderata da Pellegrini: chissà che avere come guida un ex compagno - romano e romanista proprio come lui, uno che conosce il peso e l’importanza della fascia di Capitano giallorosso - non possa aiutarlo a lasciarsi alle spalle una brutta prima parte di stagione. Tra i frequenti infortuni che ne hanno limitato la continuità di utilizzo e prestazioni al di sotto della sufficienza, gli ultimi mesi non sono stati affatto semplici per Lorenzo. Che però adesso è chiamato a guidare i compagni verso una risalita che è sì ardua, ma comunque possibile. DDR lo ha certificato: le doti da leader non mancano di certo al ventisettenne di Cinecittà; serviranno, e tanto, nei prossimi mesi. Lollo e compagni devono rimboccarsi le maniche e farsi perdonare i recenti, pessimi risultati: con l’aiuto di una guida come De Rossi, ma allo stesso tempo con la consapevolezza che molto in termini di risultati dipende da loro.
I numeri in giallorosso
Il gol del momentaneo 2-0, festeggiato battendosi la mano sul petto dopo il gesto del cuore dedicato alla moglie Veronica, rappresenta peraltro un traguardo non indifferente per lui: è il 47simo centro con la maglia giallorossa, e vale l’aggancio a una bandiera del calibro di Bruno Conti. Per Lorenzo, che ormai da sette anni veste il numero 7 storicamente associato a “Marazico”, si tratta sicuramente di una bella soddisfazione. Le 47 reti sono arrivate nell’arco di 258 presenze ufficiali (le stesse di Montella): per entrare nella Top 25 dei calciatori con più gare nella storia della Roma, il Capitano deve giocare altre due partite, agganciando così a quota 260 Edin Dzeko, dal quale ha peraltro ereditato la fascia nel 2020. Quel che più conta in questo momento, però, è far sì che la Roma si rimetta in carreggiata: per riuscirci, a De Rossi serve il miglior Pellegrini.
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