AS Roma

La rabbia e l'orgoglio, nasce la Roma di DDR

Tra il ricordo di Mourinho e la speranza nel futuro servono assolutamente tre punti contro il Verona

Daniele De Rossi e il suo staff a Trigoria

Daniele De Rossi e il suo staff a Trigoria (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
20 Gennaio 2024 - 08:39

Se pensiamo a quante volte è stata citata a sproposito negli anni dal giorno della sua morte Oriana Fallaci ci sentiamo più leggeri ad immaginare che uno dei titoli dei suoi libri più conosciuti, “La rabbia e l’orgoglio”, sembra confezionato su misura per descrivere tutti gli stati d’animo che attraverseranno i tifosi della Roma dal tardo pomeriggio alla prima sera di oggi, 20 gennaio 2024, quattro giorni dopo la caduta dell’imperatore. Ma al suo posto non è stato nominato un cavallo qualsiasi, ma uno che può puntare a buon diritto a qualche altro titolo nobiliare man mano che andrà avanti in carriera. Uno che, a proposito di date, giusto 1700 giorni fa scendeva per l’ultima volta le scalette di questo stesso stadio con una lupa sul petto e le risalirà oggi intorno alle 17:55, col cuore in tumulto per l’enorme responsabilità di tirare la sua Roma fuori dal guado che stavolta si accoppia con l’unica responsabilità se possibile più grande di questa: quella di dare finalmente un senso ad una carriera da allenatore che sembra pronta a decollare. L’esperienza maturata a Ferrara gli sarà utilissima, altroché, a prescindere dai risultati modesti e dall’ingiusto esonero subito. E a chi non dovesse bastare, forse il problema è suo.

La prima di quella che sarà, ne siamo sicuri, una lunga serie di partite della Roma guidate da De Rossi in panchina si giocherà oggi pomeriggio con il Verona (calcio di inizio ore 18, telecronaca esclusiva su DAZN, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) e quando l’arbitro fischierà l’inizio delle ostilità (parliamo di quelle sul campo tra le squadre, vedrete che quelle arbitrali adesso saranno decisamente ridotte) sarà stata appena smaltita l’adrenalina per la contestazione che la Curva Sud ha in animo di inscenare nei confronti del presidente della Roma. Non certo per l’ingaggio di De Rossi, scelta che potrà rivelarsi presto persino geniale oltre che furba com’è sembrata ai più, quanto per l’esonero di uno dei tecnici più amati della storia della Roma, José Mourinho, che da qualche parte nel mondo guarderà oggi la “sua” gente chiedendosi magari ancora ma perché non sto più là.

Avrebbe persino valutato l’ipotesi di andare allo stadio a vedere la partita, ma poi ha scelto di non farlo, a prescindere dalle più recenti (e a quanto pare urgenti) chiamate: ma sarebbe stato poco delicato nei confronti di Daniele De Rossi. Che ieri all’ipotesi di trovarselo davanti nell’amichevole di mercoledì a Riad è apparso piuttosto sorpreso. Allo stadio non ci sarà di sicuro Dan Friedkin. Il presidente guarderà la partita da un altro posto nel mondo, non dalla tribuna, richiamato da altri impegni mentre a vigilare sulla squadra è rimasto suo figlio Ryan. Come finirà questa storia nessuno lo sa, ma la forza della Roma, la forza di Roma, e che ogni giorno si chiude la porta e si apre un portone. A migliorare l’umore ancora solo adrenalinico di De Rossi potranno aiutare i tre punti che dovessero arrivare stasera, contro un Verona terz’ultimo in classifica e oggettivamente depotenziato dalle assenze per squalifica (Coppola, Duda, Lazovic) e da un mercato finora solo in uscita. Ddr proverà a sistemare i suoi di superstiti. Di sicuro in maniera più offensiva di come ci eravamo abituati a vedere. E speriamo che basti per ottenere la vittoria.

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