AS Roma

Una scelta folle, una scelta geniale

La decisione di affidare la panchina a De Rossi è visionaria, non solo furba. Ma Mou meritava almeno un altro mese

Ryan Friedkin accoglie Daniele De Rossi

Ryan Friedkin accoglie Daniele De Rossi (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
17 Gennaio 2024 - 08:18

Dunque, lo sfascista alla fine era Dan Friedkin. E non viveva su Marte, ma a Houston, almeno nei ritagli di tempo. Restiamo convinti che il 99% dei bla-bla di lunedì pomeriggio facevano riferimento a voci sparse a capocchia da poveri mestatori – rafforzata dal fatto che sui giornali di ieri nessuno ha avuto la forza di sostenere quello che sarebbe stato uno scoop mondiale su una notizia che in realtà fino a ieri mattina alle nove era sconosciuta a tutti – ma poi abbiamo dovuto prendere atto, mentre festeggiavamo in diretta il primo compleanno di Radio Romanista, la notizia dell’esonero di Mourinho. Scelta folle, ma indubbiamente coraggiosa.

Non concedere al tecnico portoghese la possibilità di riaddrizzare la stagione nelle prossime sette partite (di fronte Verona, Salernitana, Cagliari, Inter, Frosinone e due volte Feyenoord) somiglia un po’ allo sgarbo che il presidente del Tottenham Levy fece al portoghese prima della finale di coppa di Lega con il Manchester City a Wembley: dà l’idea che nella decisione abbia prevalso la paura che potesse ancora una volta aver ragione lui. Ed è anche il motivo per cui è stato scelto questo momento per consegnare la squadra ad un altro allenatore: per farlo lavorare sul campo senza confronti impari (il primo sarà con l’Inter all’Olimpico) e con settimane intere a disposizione per l’addestramento sul campo. Ma è chiaro che ora che il capiente ombrello di José si è chiuso, allo scoperto c’è rimasto Dan e se il tempo non torna bello sarà lui a bagnarsi più di tutti.

In fondo invece Daniele non rischia troppo. Lui ha sempre saputo che un giorno sarebbe diventato l’allenatore della Roma e adesso ha deciso di raccogliere l’opportunità che il destino gli ha regalato. In questo senso la scelta di Dan è stata geniale: non solo perché, come è facile intuire, vedere spuntare Daniele De Rossi da allenatore con la lupa sul petto dalla pancia dell’Olimpico esattamente 1700 giorni dopo esserne uscito da calciatore rassicurerà una tifoseria da ieri in fibrillazione,  ma anche perché Daniele diventerà uno straordinario allenatore e se gli astri si allineeranno potrebbe diventarlo da subito, un po’ come fece Pep Guardiola, giovane allenatore del Barça B, quando fu chiamato da un lungimirante presidente, Juan Laporta, mentre i dirigenti blaugrana stavano trattando con un certo José Mourinho, pensa te.

Se invece dovesse andar male, e se i Friedkin si dovessero ritrovare tra quattro mesi a cercare un nuovo allenatore, Ddr potrebbe ricominciare il suo percorso da un’altra parte avendo maturato un’esperienza importante nella quale nessuno potrebbe seriamente rimproverargli qualcosa. In fondo ha preso in mano una squadra al nono posto della classifica, sfiduciata e sfilacciata. Una squadra che lui considera forte anche senza Dybala...

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