AS Roma

Terremoto Roma: addio a Mourinho, riecco De Rossi

Friedkin irrompe a Trigoria ed esonera lo Special One. Daniele torna a casa, contratto fino al 30 giugno

Daniele De Rossi e la famiglia Friedkin

Daniele De Rossi e la famiglia Friedkin (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo - Simone Valdarchi
17 Gennaio 2024 - 07:35

Il 16 gennaio 2024 entra a pieno titolo nella storia della Roma come l’ultimo giorno dell’era targata José Mourinho e il nuovo primo giorno di Daniele De Rossi a Trigoria, nei panni, questa volta, di allenatore. Gli eventi si susseguono molto rapidamente e, come spesso da quando i Friedkin hanno toccato il suolo capitolino con i loro aerei privati, nella sorpresa generale. A far partire il domino ci ha pensato un comunicato ufficiale, apparso sul sito del club e sui suoi profili social alle 9.25 della mattina: «L’AS Roma annuncia che José Mourinho e i suoi collaboratori tecnici lasceranno il club con effetto immediato». Questa la sostanza del fulmine a ciel sereno - anche se il cielo sopra Trigoria da qualche settimana era ormai più tendente al nuvoloso -, poche righe per cambiare in un attimo l’attualità della Roma e interrompere la storia nata con il tecnico di Setubal il pomeriggio del 4 maggio 2021.

Le modalità e lo stupore dei lettori sono gli stessi di quel grigio giorno di metà primavera, ma il freddo di una mattina di pieno inverno e il distacco che trapela dalla nota della società rendono il tutto un po’ più malinconico. Dopo una rapida verifica c’è la conferma: Mourinho è stato esonerato. A raccontarlo ci sono anche le poche parole di Dan e Ryan Friedkin - sempre scritte per carità e, come sempre, riportate all’unisono -, che liquidano così uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio, in grado di riportare un trofeo a questa squadra dopo 14 anni e una coppa continentale dopo 61: «Ringraziamo José a nome di tutti noi all’AS Roma per la passione e per l’impegno profusi sin dal suo arrivo in giallorosso  - hanno dichiarato i texani». «Conserveremo per sempre grandi ricordi della sua gestione - proseguono i proprietari, alla guida del club dal 2020 -, ma riteniamo che, nel migliore interesse del club, sia necessario un cambiamento immediato. Auguriamo a José Mourinho e ai suoi collaboratori il meglio per il futuro». Il comunicato viene concluso con la postilla che anticipa quanto da lì a poche ore sarebbe avvenuto, con l’imminente annuncio del nuovo allenatore.

Tra silenzi e lacrime

Un cambiamento immediato, nel migliore interesse del club. Così viene spiegato e motivato, ufficialmente, l’addio. Una decisione presa da Dan Friedkin in persona, che nel tardo pomeriggio di lunedì ha raggiunto Roma, incontrando ieri mattina a Trigoria Mourinho e comunicandogli in 20 minuti, insieme al figlio Ryan, la volontà di salutarsi in anticipo. Nessuna penale a carico del club, soltanto il riconoscimento delle mensilità restanti. Pesa l’approccio di Mourinho alle sconfitte - visto come una ricerca di alibi - e il rendimento negativo, con Friedkin convinto di aver messo su una rosa in grado di competere per il quarto posto, con il terzo monte ingaggi del campionato. Esonero che ha colto di sorpresa José e il suo staff, pronti per l’allenamento delle 10.30. Così per lo Special One è arrivato il momento dei saluti. Prima con i dipendenti, lunghe chiacchierate e abbracci all’interno delle mura di Trigoria (Bove e Mancini in lacrime), poi - dopo aver svuotato il suo ufficio - con alcune decine di tifosi, accorsi al piazzale Dino Viola. Insieme a loro tre camionette della polizia e qualche foglio lasciato per terra a testimoniare il dissenso verso Friedkin, invitato ad andarsene o definito con appellativi poco piacevoli.

Alle 13, in un silenzio quasi surreale per l’uomo più mediatico e che per due stagioni e mezzo è stata quasi l’unica voce dell’AS Roma, finisce l’era Mourinho, che varca per l’ultima volta il cancello di Trigoria e, accompagnato da un autista, lascia il centro sportivo. Viso scuro e occhi gonfi, commossi, che si lasciano andare a qualche lacrima quando qualche metro più avanti, passato il blocco della  polizia, la sua auto viene fermata dai tifosi. A loro José dedica la sua unica battuta pubblica del giorno: «Grazie». Un ringraziamento reciproco, carico di emozioni, con i tifosi che gli ricordano Tirana, che è “per sempre”, e gli dedicano l’ultimo “José Mourinho la, la, la, la, la, la...” della sua era romanista.

Un capitolo finale surreale, tanto quanto quello iniziale, ma forse ingiusto e troppo algido per tutto ciò che Mourinho ha rappresentato da quel 4 maggio 2021 per la Roma e per i romanisti. Nessun omaggio dell’Olimpico o della Sud, soltanto qualche lacrima fuori Trigoria.

Bentornato a casa

Mezz’ora dopo l’uscita di Mourinho da Trigoria - alle 13.37 -, arriva l’altro comunicato della Roma a completare il cambio in panchina: Daniele De Rossi è il nuovo tecnico. Un’altra nota sul sito ufficiale - questa volta un po’ più corposa - e altre parole di Dan e Ryan Friedkin: «Siamo felici di poter consegnare la responsabilità tecnica dell’AS Roma a Daniele De Rossi - hanno detto i proprietari -, in quanto riteniamo che la leadership e l’ambizione che lo hanno da sempre contraddistinto possano risultare determinanti nella rincorsa agli obiettivi che la squadra ha davanti a sé fino al termine della stagione». E ancora: «Conoscevamo il legame indissolubile che unisce Daniele al club, ma l’entusiasmo con cui ha immediatamente accettato questa sfida per i prossimi mesi ci ha ulteriormente convinto della sua capacità di essere una guida per i calciatori e un fiero rappresentante dei valori di questa società. Bentornato a casa, Daniele».

Così, dopo i 18 anni passati da simbolo di Roma, capitano e bandiera, inizia la nuova avventura di DDR, questa volta da allenatore. Quattro mesi e mezzo di contratto, fino al 30 giugno, senza opzioni per il rinnovo. Un atto coraggioso e ambizioso d’amore per De Rossi, che non ha posto alcuna condizione economica - se non un bonus per l’eventuale qualificazione alla prossima Champions -, accettando immediatamente la sfida. Contattato per la prima volta nella serata di lunedì da Dan e Ryan Friedkin, Daniele ha dato il suo ok al ritorno in giallorosso: «Desidero ringraziare la famiglia Friedkin per avermi affidato la responsabilità della guida tecnica della Roma - ha detto DDR, che parlerà in conferenza stampa soltanto venerdì, alla vigilia di Roma-Verona. Da parte mia non conosco altra strada se non quella dell’applicazione, del sacrificio quotidiano e della necessità di dare tutto quello che ho dentro per affrontare le sfide che ci attendono da qui alla fine della stagione. L’emozione di poter sedere sulla nostra panchina è indescrivibile, tutti sanno cosa sia la Roma per me, ma il lavoro che attende tutti noi ha già preso il sopravvento. Non abbiamo tempo, né scelta: essere competitivi, lottare per i nostri obiettivi e provare a raggiungerli sono le uniche priorità che il mio staff ed io ci siamo dati». A proposito di staff, in quest’avventura lo accompagneranno l’allenatore in seconda Giacomazzi, il match analist Checcucci, il preparatore atletico Brignardello, il collaboratore tecnico Mancini e l’ex Roma Farelli, come preparatore dei portieri. Non Pinzi, che avrebbe dovuto seguirlo all’Hellas, in un approdo raccontato negli ultimi tempi come vicino, ma mai ultimato.

Insieme a loro ieri pomeriggio ha diretto il primo allenamento, preceduto da un discorso alla squadra in palestra intorno alle 16.15, alla presenza dei Friedkin, Pinto e Souloukou. I proprietari hanno detto ai calciatori che gli alibi sono finiti, invitandoli ad invertire rotta, stesso concetto ribadito - con toni decisamente più accesi - dal centinaio di tifosi che ha popolato Trigoria nel pomeriggio. De Rossi e i suoi collaboratori, arrivati intorno alle 14.40, non hanno lasciato il Bernardini, passando la notte lì. Il calendario, con un impegno a settimana, aiuterà il lavoro, un fattore determinante nella scelta dei Friedkin. In bocca al lupo Danie’. E che vinca il lupo.

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