AS Roma

La solitudine di Rom

Dopo il gol siglato con il Napoli, Lukaku ha smesso di essere un fattore decisivo. Ma non solo il 90: l’attacco giallorosso nel 2024 ha siglato solo quattro reti, di cui tre su rigore

Lukaku in campo contro il Milan

Lukaku in campo contro il Milan (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
16 Gennaio 2024 - 08:00

Nervoso, quasi spaesato, sconsolato. L’istantanea che forse racconta al meglio il momento che sta vivendo Romelu Lukaku è la sua reazione (divenuta  in poche ore virale anche sui social) al mancato passaggio di Celik in una proiezione offensiva del turco: l’esterno entra in area di rigore, pensa al cross poi ci ripensa, prova a puntare il diretto marcatore e perde il pallone in maniera goffa. Lukaku, nel cuore dell’area, arresta la sua corsa, si ferma e si mette le mani sul volto, incredulo e frustrato dalla scelta del compagno.

Un’altra notte a San Siro da dimenticare per il centravanti belga, dai fischi del popolo nerazzurro all’indifferenza di quello rossonero. Il numero 90 giallorosso è apparso elemento quasi dimenticato dalla manovra romanista, preso come punto di riferimento dai compagni solo per lanci lunghi e sponde, ma mai messo davvero nelle condizioni di far male. Le statistiche individuali parlano di 25 tocchi, 17 passaggi completati e 0 tiri verso la porta. Sarebbero in realtà due quelli tentati da Big Rom verso Maignan, ma entrambi arrivati a gioco fermo. Sarebbe ovviamente ingiusto puntare l’indice solo verso la punta di proprietà del Chelsea, che rimane l’attaccante più prolifico della stagione, con 8 reti in Seria A, 5 in Europa League e 1 in Coppa Italia. Ma il suo rendimento è uno dei campanelli d’allarme che sta risuonando nelle ultime settimane a Trigoria. 

I numeri, quelli generali, parlano di un momento complicato dell’intero attacco offensivo, una squadra che fatica a far male all’avversario. Cinque gol nelle ultime cinque gare in Serie A, ma prendendo in esame solo le sfide del nuovo anno (Cremonese, Atalanta, Lazio e Milan) sono quattro le reti siglate, ma tre siglate su rigore (due da Dybala e uno da Paredes con il Milan). 

Dybala resta, per diverse ragioni, il giocatore chiave di questa Roma, per giocate, assist e reti (anche se il bottino complessivo non è da infallibile cecchino d’area di rigore). Dietro la LuPa, il contributo nelle ultime gare è stato praticamente nullo: Belotti non segna dalla gara con lo Sheriff (in campionato addirittura dalla trasferta di Cagliari a ottobre), Azmoun si è fermato al colpo di testa con il Lecce a novembre mentre l’ultimo squillo di El Shaarawy alla rete del 3-1 con l’Udinese, parliamo sempre di fine novembre. Così diventa dura mantenere un ritmo da Champions, affidandosi solo e unicamente ai numeri di Dybala e Lukaku. E se il primo continua a fare i conti con i limiti delle sue fibre muscolari e il secondo non viene messo nelle condizioni di incidere, i sogni della Roma rischiano di restare tali.

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