La solitudine di Rom
Dopo il gol siglato con il Napoli, Lukaku ha smesso di essere un fattore decisivo. Ma non solo il 90: l’attacco giallorosso nel 2024 ha siglato solo quattro reti, di cui tre su rigore
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Lukaku in campo contro il Milan (GETTY IMAGES)
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Nervoso, quasi spaesato, sconsolato. L’istantanea che forse racconta al meglio il momento che sta vivendo Romelu Lukaku è la sua reazione (divenuta in poche ore virale anche sui social) al mancato passaggio di Celik in una proiezione offensiva del turco: l’esterno entra in area di rigore, pensa al cross poi ci ripensa, prova a puntare il diretto marcatore e perde il pallone in maniera goffa. Lukaku, nel cuore dell’area, arresta la sua corsa, si ferma e si mette le mani sul volto, incredulo e frustrato dalla scelta del compagno.
Un’altra notte a San Siro da dimenticare per il centravanti belga, dai fischi del popolo nerazzurro all’indifferenza di quello rossonero. Il numero 90 giallorosso è apparso elemento quasi dimenticato dalla manovra romanista, preso come punto di riferimento dai compagni solo per lanci lunghi e sponde, ma mai messo davvero nelle condizioni di far male. Le statistiche individuali parlano di 25 tocchi, 17 passaggi completati e 0 tiri verso la porta. Sarebbero in realtà due quelli tentati da Big Rom verso Maignan, ma entrambi arrivati a gioco fermo. Sarebbe ovviamente ingiusto puntare l’indice solo verso la punta di proprietà del Chelsea, che rimane l’attaccante più prolifico della stagione, con 8 reti in Seria A, 5 in Europa League e 1 in Coppa Italia. Ma il suo rendimento è uno dei campanelli d’allarme che sta risuonando nelle ultime settimane a Trigoria.
I numeri, quelli generali, parlano di un momento complicato dell’intero attacco offensivo, una squadra che fatica a far male all’avversario. Cinque gol nelle ultime cinque gare in Serie A, ma prendendo in esame solo le sfide del nuovo anno (Cremonese, Atalanta, Lazio e Milan) sono quattro le reti siglate, ma tre siglate su rigore (due da Dybala e uno da Paredes con il Milan).
Dybala resta, per diverse ragioni, il giocatore chiave di questa Roma, per giocate, assist e reti (anche se il bottino complessivo non è da infallibile cecchino d’area di rigore). Dietro la LuPa, il contributo nelle ultime gare è stato praticamente nullo: Belotti non segna dalla gara con lo Sheriff (in campionato addirittura dalla trasferta di Cagliari a ottobre), Azmoun si è fermato al colpo di testa con il Lecce a novembre mentre l’ultimo squillo di El Shaarawy alla rete del 3-1 con l’Udinese, parliamo sempre di fine novembre. Così diventa dura mantenere un ritmo da Champions, affidandosi solo e unicamente ai numeri di Dybala e Lukaku. E se il primo continua a fare i conti con i limiti delle sue fibre muscolari e il secondo non viene messo nelle condizioni di incidere, i sogni della Roma rischiano di restare tali.
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