Il chiodo fisso temporaneo e quello definitivo: la differenza tra me e te
Per te, come per qualsiasi altro Romanista, questo stillicidio dura solamente due, o al massimo tre, volte a stagione…per quelli dall’altra parte 365 giorni l’anno
Ieri sera, con l’idea del derby di oggi, ci sei andato a dormire.
E questa mattina ti ci sei anche svegliato. Con addosso quel fastidioso tarlo che ti sarà partito dalla testa per arrivare alla pancia e poi risalire fino al cuore perché poi è lì che vanno a finire tutti i ragionamenti che riguardano la ROMA.
Pensavi al derby sotto la doccia, durante la colazione e anche mentre accompagnavi, con lo sguardo perso verso la strada, tuo figlio a scuola e lui ti raccontava del compito in classe di matematica mentre te, in realtà, gli unici calcoli che riuscivi a fare, seppur con frustrazione, erano quelli dei giocatori indisponibili. Pensavi al derby pure se tra i due il figlio sei tu e, ancora studente, mentre la professoressa spiegava durante la lezione, con la testa, eri da tutt’altra parte e quella parte si chiama Stadio Olimpico.
Con il chiodo fisso del derby anche se sei un nonno mentre, questa mattina, dopo esserti vestito ti stavi dando due schiaffi in faccia all’acqua di colonia. Il derby in testa se madre, amica, ragazza, donna, a lavoro, giocando a padel, al supermercato, in sauna o chissà dove questa giornata interminabile t’avrà portata a fare cosa e con chi: il derby, insomma, come una sciabola a tagliarti in due il corpo e l’anima tra il razionale e l’irrazionale, il c’è altro nella vita ma per oggi voglio-devo-posso pensare solamente a quello. Il derby. Un fardello, un peso insopportabile e una zavorra che non si può raccontare a nessun altro che non stia vivendo il tuo stesso senso di malessere generale che ieri t’aveva tolto il sonno, oggi l’appetito e anche la voglia di fare tutto.
Pensaci: una giornata terribile. Ma consolati, anche. Perché per te, come per qualsiasi altro Romanista, questo stillicidio dura solamente due, o al massimo tre, volte a stagione… mentre per quelli dall’altra parte trecentosessantacinque giorni l’anno. Tutti gli anni, per tutta l’esistenza. Pensa che vita…
© RIPRODUZIONE RISERVATA