Con il cuore in gol. Ora il derby
La Roma chiude in svantaggio il primo tempo, poi recupera e rimonta nel finale di gara con le reti di Lukaku e Dybala. Ai quarti con la Lazio
Ci sono voluti altri due gol nell’ultimo quarto d’ora, ancora di Lukaku e di Dybala (su rigore) per ribaltare il vantaggio della Cremonese nel primo tempo, scacciare l’incubo che si stava (ri)profilando per l’ennesima eliminazione da incubo e conquistare invece il diritto a giocare i quarti di finale di Coppa Italia mercoledì della prossima settimana contro la Lazio, in un derby che arriva dopo l’eliminazione con Spalletti in semifinale nel 2017 e dopo l’infausta finale del 26 maggio 2013, oltretutto nel bel mezzo di una doppia sfida al vertice del campionato tra Atalanta (domenica questa) e Milan a San Siro (quella successiva) che dirà tanto delle prospettive stagionali in campionato della Roma. Ieri alla fine è stato il pubblico a trascinare la squadra oltre ovviamente alla spinta che hanno saputo dare i cambi, Azmoun con Dybala e con tutta la passione di Kristensen e pure di Spinazzola che si è guadagnato il rigore della rimonta. Con buona pace di chi sperava che almeno con la quinta squadra del campionato di Serie B si potesse giocare un ottavo di finale in rilassatezza.
Ma la Roma sa vivere meglio sui nervi e la Cremonese era stata aggressiva sin dall’alba della partita, tanto da collezionare 4 cartellini gialli nello spazio di un quarto d’ora, tutti per interventi scorretti e anche un po’ pericolosi, con Mourinho costretto a scaldarsi prima del previsto fino a gettar via l’elegante cappotto chiaro che ottimisticamente aveva indossato pensando magari ad una serata tranquilla. E invece il primo tempo ha rovinato la serata all’allenatore e ai 60.000 che anche ieri sera hanno riempito l’Olimpico, complicando il cammino alla Roma e anche il progetto di minutaggio immaginato alla vigilia. Il portoghese aveva infatti mandato in campo Belotti al fianco di Lukaku, tenendo inizialmente in panchina Dybala, riportando Karsdorp ed El Shaarawy in fascia, con Bove (insolitamente impreciso) e Pellegrini in mediana e Paredes regista nel primo tempo davvero poco ispirato, e sempre pronto a prendersela con il ridotto movimento dei compagni, piuttosto che cercare di farne lui sul palleggio asfittico della Roma.
Migliorerà decisamente nella ripresa. Dietro Cristante e l’inadeguato Celik avevano tamponato le indisponibilità di Ndicka (partito per la Coppa d’Africa) e Mancini (prudentemente tenuto in panchina a far decantare la pubalgia), affiancando Llorente in difesa, con Svilar portiere di coppa al posto di Rui Patricio. Stroppa aveva scelto di partire con il suo solito 352 fin troppo aggressivo, perché l’intenzione tattica aveva lasciato spazio all’esuberanza fisica. Dopo i quattro cartellini gialli per i grigiorossi, e un po’ di corse a vuoto, la Roma ha costruito la sua grande occasione di vivere una serata più serena al 27’, con una transizione nata da un contrasto vinto da Paredes, con immediata apertura in fascia per Karsdorp e cross felice verso il secondo palo dove Belotti ha deviato al volo con la porta praticamente vuota riuscendo nell’impresa di colpire il portiere che da sinistra rientrava verso destra, poi sulla carambola Pellegrini ha provato il tap-in al volo colpendo però la parte bassa della traversa, con la palla che ha rimbalzato sulla linea ed è riuscita, per poi finire deviata in corner. Poi, attraverso crescenti indecisioni e incipiente nervosismo, si è arrivati allo psicodramma del vantaggio degli ospiti: dopo un contrasto perso a metà campo da Pellegrini, la palla è carambolata in area dove Ghiglione e Tsadjout l’hanno attaccata con i tempi giusti e Llorente e Cristante con i tempi sbagliati, fino al gol dell’attaccante ad infilare sotto la traversa, con l’incolpevole Svilar inutilmente proteso in avanti.
Oscuri presagi si sono addensati sull’Olimpico, sia per l’autore del gol che aveva già punito i romanisti in campionato l’anno scorso (4 gol in carriera con la maglia della Cremonese, due alla Roma...), sia per il sinistro precedente dell’eliminazione del 2 febbraio del 2023. Mourinho, furioso, ha lasciato la panchina al 41’ per andare a ridisegnare la squadra negli spogliatoi, perdendosi l’ennesima occasione sbagliata da Belotti, su ottima imbeccata di Pellegrini.
Al rientro in campo delle squadre, tre volti nuovi nella Roma (4231 con Karsdorp e Zalewski esterni, Kristensen e Cristante inediti centrali, Bove e Paredes mediani, Dybala, Pellegrini ed El Shaarawy sulla trequarti alle spalle di Lukaku, con Belotti, Celik e Llorente fermati negli spogliatoi) e uno nella Cremonese (Majer al posto di Ghiglione). Al 2’ la prima iniziativa di Dybala ha liberato Lukaku davanti a Jungdal, ma Romelu ha stoppato con approssimazione e il portiere è riuscito a respingere. Poi Paulino si è fermato toccandosi l’adduttore, facendo trattenere il fiato ai 61975 dell’Olimpico (al netto dei circa 500 tifosi della Cremonese). Tuia ha chiesto il cambio a Stroppa, dentro Bianchetti: El Shaarawy rientrando da sinistra ha tirato verso il secondo palo cogliendolo pieno anche per via di una deviazione di Antov. Il tecnico della Cremonese ha fiutato l’aria e ha provato a ridestare la sua squadra ordinando altri tre cambi, con Abrego, Quagliata e Coda dentro e Castagnetti, Tsadjout e Okereke fuori, cercando la ripartenza giusta per punire lo schieramento assai sbilanciato della Roma.
Che da 4231 è diventato uno spudorato e quasi suicida 424 con Azmoun al posto di Bove, Kristensen a pressare fino alla trequarti avversaria da centrale e Cristante a provare a tappare i buchi aperti ad ogni palla persa. Con un semplice rinvio lungo del portiere, Coda è andato in porta (bravo Svilar a respingere), ma l’assistente Garzelli ha poi fatto fischiare un fuorigioco che non ha comunque rassicurato i romanisti. L’ultima arma di Mourinho è stato Spinazzola al posto di Karsdorp, tanto per alzare ulteriormente il baricentro della squadra. Poi si è arrivati all’ora x (il 75’) ed è cambiato tutto: prima una grande combinazione Dybala-Azmoun ha consentito a Lukaku di entrare finalmente in area da solo, per il gol dell’1-1 in diagonale incrociato (32’), al 36’ Dybala ha deviato alta una buona iniziativa a sinistra di El Shaarawy, poi al 38’ Spinazzola è andato fino al fondo con uno strappo dei suoi ed è stato steso da Sernicola. Dybala ha trasformato senza esitazione e l’Olimpico è esploso. Poi si sono attesi i cinque minuti di recupero per esultare, con l’ultimo grido strozzato per l’ultima azione di El Shaarawy che in contropiede solitario e a porta vuota (con Jungdal che stava disperatamente tentanto di rientrare dopo essere andato a saltare sul calcio d’angolo) è stato capace di sbagliare il tiro dalla trequarti, col pallone a rimbalzare beffardo fuori dai pali. Ma poteva andar bene anche così. Ora l’Atalanta, poi si penserà alla Lazio.
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