Bonucci: no party. Renato Sanches: sì, parte

La pausa di riflessione non è servita per sistemare i dettagli e arrivare alla fumata bianca, bensì a fare il punto della situazione e capire al meglio quanto non ci fossero i presupposti per andare avanti. La grande voglia di tornare in Serie A di Leonardo Bonucci non troverà riscontro nella maglia giallorossa: niente Roma per l’ex Juventus. 
Il gm Pinto e la famiglia Friedkin hanno valutato a 360 gradi l’affare e declinato l’offerta arrivata dall’entourage del calciatore: un profilo di 37 anni con un ingaggio significativo e mal visto (eufemismo) dalla tifoseria era un quadro che ha scoraggiato profondamente la Roma dal compiere l’ultimo passo.

Ieri è arrivata la decisione che ha reso felici moltissimi tifosi giallorossi, che in questi giorni, tra radio e social, si erano mostrati irremovibili sul discorso: «Noi Bonucci non lo vogliamo». E il fattore ambientale ha pesato molto sulla virtuale bilancia dove poggiavano i diversi aspetti di una trattativa naufragata, come se fosse parte del copione di un film, a poche ore da Juventus-Roma. 

Ma se i tifosi esultano per il mancato arrivo di Bonucci, a Trigoria si continua a lavorare giorno e notte per cercare il profilo giusto da consegnare a Mourinho per la difesa: con la partenza di Ndicka verso la Coppa d’Africa e il lontano recupero di Smalling, urge un centrale in grado di scendere in campo sin da subito, potenzialmente già dalla sfida di Coppa Italia contro la Cremonese, in programma il 3 all’Olimpico. Si continua a guardare con interesse nel mercato di lusso della Premier, con i nomi di Chalobah e Kehrer in lista. 

C’è chi quindi è in procinto di varcare i cancelli di Trigoria e chi, a breve, se li lascerà alle spalle per l’ultima volta. L’avventura romanista di Renato Sanches sta volgendo al termine. Il suo agente, Jorge Mendes, è al lavoro per presentare al Psg delle offerte per il mediano portoghese: mossa necessaria per interrompere il prestito concordato in estate con la Roma. Questo permetterà alla Roma di liberare spazio nel bilancio e nella lista Uefa. Un’operazione fallimentare che ha tolto a Mourinho, in questa prima parte di stagione, di fatto un’opzione in  mezzo al campo. Ma sbagliare è umano, perserverare sarebbe stato davvero diabolico.