Turiamoci il naso
Su questo giornale non leggerete mai campagne contro tesserati della Roma, ma non vi aspettate sentimenti di gioia. Ma ci fidiamo di Mourinho: se ritiene Bonucci migliore di Celik proveremo a credergli. Turandoci il naso
Sulla questione Bonucci la pensiamo così: a differenza delle operazioni Dybala o Lukaku, in questo caso la Roma sta trattando un giocatore che mostra da tempo segni di usura fisica tali da pregiudicare ogni sua recente prestazione. L’addio alla Nazionale, dopo l’inaccettabile partita con la Spagna nello scorso giugno, è sembrato un po’ a tutti il suo canto del cigno. Tanto che subito dopo anche la Juventus si è liberata (malamente) di lui e a Berlino, dove si è rifugiato dopo non essere stato accontentato nelle sue richieste economiche da Lotito (e pure Sarri non sembrava così entusiasta all’idea di tornare a lavorare con lui), non ha dato mai segnali di diverso tipo: addirittura nelle nove partite in cui è partito titolare sono arrivate otto sconfitte e un pareggio (1-1) con il Napoli in Champions, nel momento di massima crisi di Garcia prima dell’esonero. 21 in totale i gol subiti dalla sua squadra in queste nove gare. Sembrava una scelta di vita, è stata anche questa a quanto pare abortita dopo pochi mesi. E nessuno lì all’idea di perderlo si sta strappando i capelli.
Se poi parliamo del suo dna sportivo è così profondamente differente rispetto a quello in cui quasi ogni romanista si rispecchia da rendere automaticamente indigeribile il suo ingaggio alla maggioranza della tifoseria. Se chiuderanno l’operazione, Pinto e, soprattutto, Mourinho si assumeranno dunque una responsabilità importante anche nei confronti dei tifosi e quindi dei lettori che hanno in questo giornale un punto di riferimento culturale. Ma per il rispetto che portiamo nei confronti del gm e del tecnico non sarà Il Romanista a contestare l’operazione, ammesso ovviamente che venga conclusa. Su questo giornale non leggerete mai campagne contro tesserati della Roma, per scelta “statutaria” prima che giornalistica.
Ma non chiedete a un romanista (né al Romanista) di manifestare gioia o anche solo sentimento di affetto per chi questi aspetti del tifo non sempre ha saputo rispettarli. Stare con la Roma ha sempre significato stare contro un certo tipo di potere e di arroganza di cui invece per un lungo periodo della sua carriera Bonucci si è quasi imbevuto. Dimenticare tutto questo è impossibile, né è facile immaginare oggi che siano le prestazioni tecniche ad aiutarci a farlo. Ma ci fidiamo di Mourinho, questo sì. E se lui ritiene che Bonucci oggi per la difesa della Roma sia meglio di Celik proveremo a credergli. Turandoci il naso.
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