Manolas, voglia di Roma: ma il futuro passa anche da Mino Raiola
Il greco vuole esserci con il Napoli e nei giorni scorsi ha mandato messaggi d'amore ai colori giallorossi. Le sirene di mercato non si arrestano, c'è il pericolo clausola
Chi se lo sarebbe aspettato? Perché, diciamoci la verità, c'è qualcuno che non sia rimasto un po' stupito da come, nelle ultime settimane, Kostas Manolas non perda occasione per spedire messaggi d'amore alla Roma? Da quel filmato in cui lo si vede esultare al fischio finale della prima di Ranieri contro l'Empoli, alle recenti dichiarazioni rilasciate in Grecia in cui ha detto che lui a Roma sta bene e non vuole muoversi, fino alle parole di ieri del tecnico giallorosso che ha rivelato come il greco, reduce da un problema muscolare giusto per non sentirsi da meno di quasi tutti i suoi compagni, gli abbia già detto che domani, contro il Napoli, lui, il greco vuole essere in campo (e forse ci sarà). Parole e comportamenti di un giocatore che non dovrebbe essere sul mercato, visto pure un contratto prolungato e adeguato appena un anno fa con reciproca soddisfazione. Ma soprattutto dopo aver preso atto di una scelta romana e romanista che sembra, sottolineiamo sembra, a prova di tentazioni.
La cosa per certi versi non può che far piacere considerando pure che nel disastro difensivo della Roma di quest'anno, il greco non è che non abbia sbagliato, ma di sicuro è stato il difensore più continuo e garantito in un pacchetto arretrato che ne ha combinate di cotte e di crude. Tutto vero, ma parole e comportamenti di cui sopra, devono fare i conti con due controindicazioni non di poco conto. Una si chiama clausola, la seconda Mino Raiola, il suo nuovo procuratore, un re del mercato, uno che non fa mai niente per niente. E quindi prendere Manolas nella sua scuderia, tutto vuole dire meno che fare un'opera di beneficenza. Le due cose, clausola e Raiola, sono strettamente legate. E possono portare a conseguenze che neppure il greco immagina. Perché trentasei milioni di euro per un difensore centrale, ruolo in cui in questo momento in giro per il mondo non è che ci sia una grande abbondanza di talenti, tutto sono meno che una cifra esagerata in un mercato che, dopo Neymar, è completamente impazzito. Ci sono almeno tre club, Manchester United, Bayern Monaco e, come ti sbagli, Juventus che i soliti bene informati dicono si siano messi alla finestra pronti a sborsare i trentasei milioni e, poi, altrettanto pronti a sfidarsi al chi offre di più per lo stipendio del giocatore, roba da cinque milioni netti a stagione in su.
Se a tutto questo si aggiunge la realtà, soprattutto in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League, di una Roma che dovrà diminuire il monte ingaggi e incassare dalle cessioni per fare mercato, il rischio che Raiola (attenzione, si racconta che Mino sia pronto a tentare pesantemente anche Nicolò Zaniolo) si presenti per fare l'affare, è più che concreto. Cosa che farebbe, ovviamente, soltanto con il consenso del greco. A quel punto per la Roma, come successo in passato per Pjanic, ci sarebbe poco da fare se non incassare i trentasei milioni della clausola (e se fossero di più?) con cui poi andare ad acquistare perlomeno altri due centrali in grado di dare un minimo di prospettiva difensiva. Non resta che sperare, allora, che Manolas abbia sul serio l'intenzione di continuare la sua carriera con la maglia giallorossa, un Manolas che dopo De Rossi e Florenzi è quello che oggi può vantare la maggiore anzianità romanista. Un valore che conta, ma quanto? Speriamo non risponda Raiola.
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