AS Roma

La Roma sbriciola il Napoli

Dopo un ottimo primo tempo, i giallorossi approfittano della superiorità numerica per vincere una sfida fondamentale: a segno Pellegrini e Lukaku

Lukaku e Ndicka esultano alla rete del 2-0

Lukaku e Ndicka esultano alla rete del 2-0 (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
24 Dicembre 2023 - 09:18

Finisce in gloria con il 2-0 di Lukaku a recupero del recupero ormai ultimato, con il Napoli in campo stremato con soli sette giocatori di movimento (oltre ai due espulsi Politano e Osimhen, anche Natan, appena entrato come quinto cambio e subito infortunato) e l’Olimpico a ruggire e a trascinare come sempre questa squadra strana, così feroce e volitiva in casa quanto moscia e approssimativa fuori casa. Ad aprire i giochi, con la superiorità numerica appena conquistata grazie al folle calcione di Politano ai danni di Zalewski che lo stava trattenendo, è stato Pellegrini, eroe quasi per caso stavolta, dopo l’esclusione iniziale, e autore di una grande girata in area nel momento in cui serviva la sua qualità, mentre il sigillo finale è stato di Lukaku, 2-0 e tutti a casa a festeggiare il Natale, con un dignitoso sesto posto recuperato in classifica scavalcando proprio Napoli e Atalanta e mettendosi subito alle spalle delle sorprendenti Bologna e Fiorentina. Sabato sera, alla vigilia di capodanno, si va a far visita alla Juventus, forse con Dybala. Se si cambia passo in trasferta può cambiare definitivamente la stagione.

Ieri ad esempio la Roma ha affrontato il Napoli non solo senza il timore reverenziale che in altre partite di questo tipo l’aveva attanagliata, ma addirittura libera e serena mentalmente tanto da andare a prendere altissima l’avversaria che poi nei piedi avrebbe la qualità per uscire dalle pressioni più offensive e di metterti in difficoltà in velocità con esterni del calibro di Politano e Kvaratskhelia e un centravanti come Osimhen, ma praticamente non è mai accaduto. Mourinho l’aveva studiata benissimo, con una serie di pressioni asfissianti un po’ sbilanciate sulla sinistra, con Bove ad alternarsi in uscita alta ora su Lobotka e più spesso su Di Lorenzo (evidentemente ritenuto dalla Roma una delle fonti primarie di gioco), i due attaccanti Lukaku e Belotti sui centrali e i centrocampisti Paredes e Cristante a spostarsi rapidamente in linea per impattare i dirimpettati senza perdere la parità numerica, così Zalewski poteva concentrarsi sul raddoppio esterno su Politano mentre dalla parte opposta Kristensen si alzava su Mario Rui. A volte però nello sviluppo del palleggio partenopeo, 70% di possesso a favore del Napoli nel primo tempo, Kristensen era rapido ad abbassarsi per non lasciare solo dalla trequarti in giù Mancini con il georgiano.

E Llorente, in versione Smalling, è rimasto attentissimo su Osimhen, senza mai concedergli niente, con una marcatura asfissiante in ogni zona del campo. La partita nel primo tempo ha vissuto diversi momenti di nervosismo per via soprattutto delle esasperanti simulazioni dei giocatori del Napoli, pronti a stramazzare a terra ad ogni minimo contatto: e a un certo punto, dopo un doppio giallo in due secondi del pessimo Colombo su Cristante e Mourinho (per proteste), lo stesso allenatore portoghese ha urlato due volte «Basta!» a Kvaratskhelia, e poi «Rispetto!», proprio perché il georgiano era stato tra i più teatrale nelle simulazioni. Il primo tempo è finito con tre gialli tra i giallorossi (Paredes, Kristensen e Cristante) e uno solo tra gli azzurri (Mario Rui). 

Ma se il palleggio è stato lasciato agli ospiti, i giallorossi hanno comunque controllato il gioco, con due occasioni costruite a zero e una sensazione di gestione che solo le incertezze di Colombo hanno messo in discussione, per via di decisioni sempre indulgenti con i campani e pochissimo con i giallorossi. Nel taccuino restano le azioni costruite al 19’, con Bove (preferito a Pellegrini nell’undici iniziale) che ha sradicato il pallone dai piedi di Politano e ha rilanciato la transizione verso il taglio di Lukaku che, dopo un contrasto con Juan Jesus, ha scaricato per lo stesso Bove che con un destro di interno fortissimo ha scheggiato la traversa di Meret, e al 21’, davvero clamorosa, con Belotti a raccogliere un rilancio lungo, a saltare sul posto Rrahmani, ad andare sul fondo e a servire Bove che era sfilato da centravanti puro alle spalle di Di Lorenzo, peccato che il tiro immediato sia stato respinto dal corpaccione di Meret in tuffo disperato. 

Nonostante una lunga serie di sanzioni distribuite a un certo punto quasi a casaccio dall’incerto Colombo (Paredes, Mario Rui, Mazzarri, Kristensen, Cristante e Mourinho), la Roma ha mantenuto alta la lucidità, si è resa pericolosa con Zalewski in un paio di ficcanti transizioni e ha subito al 40’ l’unica pseudoccasione con un tacco di Anguissa fuori misura a riprendere una storta forbice volante di Osimhen. Sembrava complicato mantenere alta la pressione come accaduto nel primo tempo e infatti nella ripresa la Roma è partita su ritmi più ridotti, con qualche giocatore meno spiritato rispetto al primo (Bove soprattutto, che per 40 minuti era sembrato il miglior Nainggolan) e qualcun altro intento a gestire gli avversari con meno garra nelle gambe (Zalewski, Paredes, Belotti) mentre dietro nessuno ha mai mollato niente, né lo strepitoso Llorente, né il commovente Mancini (in campo senza allenamenti, con la Sud a tributargli uno striscione riconoscente), e neanche Ndicka, alla sua miglior prestazione con la maglia giallorossa. Mazzarri ha tolto Lobotka per inserire Cajuste, non è cambiata però la qualità nel palleggio dei partenopei ma sempre senza incisività.

Sono arrivati altri gialli incomprensibili (Belotti per una rovesciata tentata in area), altri giusti (Jesus a stroncare lo stesso Belotti a metà campo) fino alla follia di Politano che ha reagito ad una strattonata di Zalewski con un calcione nel fianco, gesto brutto e rosso inevitabile, con giallo al polacco per la scorrettezza. Così è entrato in partita anche Mourinho, con tre cambi decisivi: El Shaarawy per Zalewski per attaccare più forte in fascia, Azmoun per Belotti e Pellegrini per uno degli ammoniti a metà campo (Paredes) per aggiungere qualità nelle rifiniture offensive. Al 28’ Osimhen è stato ammonito per un fallo su Llorente, al 29’ Cristante ha mandato nello spazio Lukaku che con un sinistro terrificante, alto di poco, ha spaventato Meret, al 30’ Celik è entrato a far rifiatare il convincente Kristensen e al 31’ la Roma ha trovato il vantaggio, su un’altra pressione azzeccata da Mancini (che anche stavolta si è risparmiato il giallo e quindi ci sarà anche a Torino), con cross di Celik per Azmoun, doppio tiro dell’iraniano e di El Shaarawy contrati e fantastica girata di prima di Pellegrini giusto alla sinistra di Meret, pietrificato.

Lorenzo ha festeggiato mostrando il cuore in tribuna mentre lo stadio si è sciolto in un’esultanza tonitruante. Al 34’ l’unico brivido per la Sud è arrivato per una punizione (molto generosamente concessa) calciata sul secondo palo da Zielinski e sfiorata da Di Lorenzo. Al 39’ Lukaku ha provato a saltare Meret con un bel tocco sotto su un altro lancio perfetto di Cristante, ma il portiere del Napoli ha alzato il braccio e ci è arrivato, poi Osimhen ha fermato fallosamente da dietro El Shaarawy e ha preso il secondo giallo. Mazzarri ha provato l’impresa disperata inserendo a quel punto Raspadori, Natan e Gaetano e quando il centrale si è infortunato è arrivata pure la ripartenza quattro contro uno che ha consentito a Lukaku di segnare il gol numero 13 della sua stagione (8 in campionato). Mito.

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