Roma-Sheriff, Mourinho: "Sanches gioca. Il mio futuro? Ho le idee chiare"
Il tecnico portoghese parla in conferenza stampa alla vigilia del match di Europa League: "Cambi obbligatori, non abbiamo opzioni. Se arriva un difensore a gennaio sono contento"
Tutto pronto per la sfida di Europa League tra Roma e Sheriff, che andrà in scena domani, presso lo Stadio Olimpico, alle ore 18.45. José Mourinho e Houssem Aouar interverranno oggi in conferenza stampa, che potrà essere seguita live sui canali ufficiali del club giallorosso. Di seguito, la cronaca testuale dell'intervento dello Special One (è possibile leggere qui le parole del centrocampista algerino).
Anche domani previsti più di 60.000 spettatori per l'ultima del girone.
"Che posso dire? Il giorno che lo stadio non sarà pieno sarà una sorpresa negativa per noi. Bello, è una motivazione. Domani dobbiamo vincere. Per loro, per noi e per il calcio, che va rispettato. Dobbiamo pensare che lo Slavia possa perdere la partita, quindi dobbiamo vincere per forza. Non abbiamo molte opzioni: Ndicka è squalificato, Mancini è infortunato, Smalling lo sapete come sta. I cambi che dobbiamo fare sono obbligatori".
Lo scorso anno la Roma aveva un'identità chiara: difesa forte, anche sulle palle inattive, e tutte le altre cose che la caratterizzavano. A oggi, secondo lei la squadra già si caratterizza oppure manca ancora qualcosa rispetto a ciò che lei vorrebbe?
"Si caratterizza. Anche per essere meno forte su palla inattiva e sui duelli individuali difensivi. Una squadra con Smalling e Ibanez sicuramente vince più duelli ed è più pericolosa sulle palle inattive. Ma senza di loro ha più costruzione, ha più possesso palla in prima fase. Fare dei gol dopo 21 o 23 passaggi è una qualità che per altre squadre è fantastica e merita anche i post sui social dalla Lega, ma non quando lo facciamo noi. Questo già lo sappiamo. Io sono qui da due anni e mezzo e ho letto dichiarazioni del presidente Viola che fanno capire come trent'anni fa non fosse diverso".
Le contingenze e gli infortuni ci sono sempre. Può essere che il prosieguo della stagione, dunque il raggiungimento degli obiettivi, si potrebbe decidere anche grazie al mercato di gennaio?
"Il nostro mercato sarà sempre un mercato adatto a quello che noi possiamo fare. Io spero poco sul mercato? Noi siamo insieme, tutti vogliamo la stessa cosa. Però le difficoltà ci sono. Il Manchester City ha pagato 80 milioni per Phillips, ma se adesso Guardiola dice che deve andare via a gennaio ne arriva un altro. La nostra è una realtà diversa. Magari io, Tiago e la proprietà vorremmo tre o quattro giocatori. Vorremmo tutti cercare di migliorare la squadra, di renderla ancora più forte per la seconda metà della stagione. Onestamente: se riusciamo a prendere un difensore per gennaio sarei già felice. Ovvio che se arriva qualcun altro ancora meglio, ma non è possibile. Noi abbiamo anche difficoltà con la lista europea. Magari chi prendi non può entrare in questa lista e se lo vuoi far entrare, devi far uscire qualcun altro. Mi piacerebbe che la gente riuscisse a capire questo e a essere più onesta rispetto agli obiettivi. Se arriva un difensore sono contento. Dopo il 3 gennaio non ci sarà Ndicka, Smalling neanche sarà disponibile. Mancini ora è infortunato e Llorente continua a giocare. Lì in difesa c'è la nostra grande difficoltà".
Dopo la partita contro la Fiorentina non avete parlato, qual è il motivo del silenzio stampa? E come sta Renato Sanches?
"Noi abbiamo parlato tanto, il nostro non è stato silenzio. Per quanto riguarda Sanches, vediamo domani. Lavora con noi da due settimane, ma senza giocare. Spero che la sua intensità aumenti, perché chiaramente è un po' frenato dalla paura degli infortuni muscolari, che generalmente arrivano proprio a causa dell'intensità. Io spero che l'emozione e l'adrenalina della partita possano fargli superare questa paura. Credo che domani sarà importante per lui, che partirà dal primo minuto e già lo sa. Non mi aspetto da Renato novanta minuti di bassa intensità e protezione, ma 45 o 60 minuti veri".
Tornando sui sui ringraziamenti per lo striscione della curva, questo rapporto con la tifoseria, oltre a essere un motivo d'orgoglio, può essere un motivo in più per pensare un futuro insieme con la Roma?
"Io? Io non devo pensare a niente. Nella testa ho tutto molto chiaro. Prima di tutto devo ringraziare questa gente. In secondo luogo devo dire che mi mette un po' a disagio. Gli striscioni e i cori devono essere per i giocatori, anche se è un motivo di orgoglio quest'empatia tra me e la tifoseria. Ma non è una cosa che mi piace, è la squadra che deve avere e sentire questo appoggio. Riguardo la questione del bambino [il raccattapalle a cui Mourinho ha passato il biglietto per Rui Patricio, ndr], è una cosa che ho fatto tante volte. Mio padre era un allenatore e io un raccattapalle, a un certo punto non serviva neanche più il biglietto. Lui mi diceva l'informazione e io la davo ai giocatori".
Solitamente un allenatore quando succedono le cose sta già avanti. A volte quando si prende un gol e gli altri si disperano, lui pensa e parla con qualcuno. Nel momento in cui hai visto Dybala alzare la mano e chiedere l'intervento dei fisioterapisti, tu avrai già pensato al fatto che per alcune partite dovrai farne a meno.
"L'assenza di Dybala si è fatta sentire subito. C'è una partita con lui e una senza. La Fiorentina non era capace di pressare e di recuperare palla. Noi riuscivamo sempre a trovare un'uscita con Paulo, che ha anche avuto l'occasione di fare il 2 a 0 e chiudere la partita. Non c'è un altro come lui. Adesso non ci sarà e neanche Lukaku contro il Bologna, quindi dobbiamo fare qualcosa di diverso. Abbiamo Belotti, Pellegrini, El Shaarawy. Anche due ragazzi della primavera, Cherubini e Joao Costa, che sono veloci. Se gioco a 4? Più o meno sì, perché giocano Celik e Karsdorp dallo stesso lato".
Quali sono le condizioni dei giocatori che oggi non hanno fatto la rifinitura?
"Per quanto riguarda Azmoun e Spinazzola, c'è speranza di recuperarli per il Bologna. Mancini ha un problema importante, ma visto che non ha le due gambe rotte giocherà. Ha un profilo diverso da chi appena ha un problema a un dito non gioca. Lui giocherà al 100%. Anche se non li avete visti nella rifinitura, Pellegrini, Paredes e Cristante domani ci saranno".
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