Più ricavi e meno costi: il garante è Friedkin
La Roma deposita il suo bilancio in Camera di Commercio. Diminuite le perdite rispetto al 30 giugno dell’anno scorso. Aumenta l’indebitamento, ma è quasi tutto verso l’azionista
Esercizio in perdita di oltre 100 milioni e debiti che aumentano, eppure il bilancio al 30 giugno 2023 presentato dalla Roma in Camera di Commercio in queste ore, racconta di una situazione finanziaria in netto miglioramento. No, non è propaganda di regime, ma il semplice tentativo di analizzare da più lontano lo stato di salute delle casse giallorosse. Per farlo, ovviamente, non si può che guardare all’esercizio precedente e provare a spostare l’orizzonte un po’ più lontano rispetto all’inizio di quest’estate, dando un’occhiata anche all’attualità.
I numeri del bilancio 2022/23, disponibili a tutti nel giro di qualche settimana attraverso semplici visure camerali - da quando è uscita dalla Borsa, la Roma non ha più l’obbligo di pubblicare il proprio bilancio -, raccontano di una società non ancora in perfetta salute, ma che ha intrapreso il percorso che potrebbe portarla alla completa guarigione. Ancora una volta, non è una novità, l’esercizio chiude con una perdita - 102,7 milioni di euro -, con costi - 349 milioni - ancora più alti dei ricavi - 277 milioni - e un indebitamento netto finanziario consolidato al 30 giugno che, per forza di cosa, cresce dai 323 milioni del 2022 agli attuali 448. Il primo spunto positivo - o ottimista - risiede proprio nella natura di questo debito, in gran parte verso l’azionista: 318 milioni di euro. Dato in controtendenza rispetto a diciotto mesi fa, quando i creditori erano soprattutto “terzi”. Oggi, invece, il garante è Friedkin, che in un anno ha immesso nella società 332,5 milioni. Non parlerà, è vero, ma i fatti sembrano raccontare di un Dan molto legato alla sua Roma.
Tornando un momento su costi e ricavi, i primi sono diminuiti di 54 milioni di euro - anche il costo del personale ha visto una flessione, con un -10 milioni rispetto ad un anno fa -, mentre le entrate sono aumentate di ben 70,3 milioni.
Una crescita dovuta in parte alle sponsorizzazioni - nel prossimo bilancio saranno da aggiungere anche i soldi derivanti dall’accordo con Riyadh Season -, all’amore dei romanisti, che oltre a riempire l’Olimpico fa bene anche alle casse con un +23,7 milioni rispetto al 2022, e alla gestione del mercato. Se gran parte del merito va riconosciuto ai Friedkin, infatti, c’è anche da nominare Tiago Pinto, in grado di registrare 54 milioni di plusvalenze, abbattere di 22 milioni gli ammortamenti della rosa.
Il tutto con il contemporaneo slalom tra i paletti Uefa e provando ad accontentare le richieste di Mourinho. Non un compito così semplice. A proposito dello Special One, ora la palla passa a lui e alla squadra: centrare la qualificazione alla nuova e ricchissima Champions garantirebbe incassi record, spronando i Friedkin a puntare ancora più in alto.
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