La Roma domina e vince
Più forti di sfortuna e avversità, i giallorossi vanno sotto nell’unica azione concessa agli avversari, poi rimontano con Dybala e Kristensen
Mou vince due volte (in campo e fuori), la Curva Sud trasferita al Mapei canta e gode, la Roma rimonta il Sassuolo, infila la sua sesta vittoria nelle ultime otto giornate (completano il quadro la sconfitta di misura con l’Inter capolista e il pari nel derby) e si gode il quarto posto in classifica grazie alla vittoria dell’Inter a Napoli. Tutto a 72 ore dal pareggio di Ginevra, con cinque diversi giocatori in campo dal primo minuto, con tanti cambi azzeccati nel secondo tempo, con le solite reti realizzate nel finale (13° gol realizzato nell’ultimo quarto d’ora) e stavolta anche con una prova tatticamente perfetta, con una partita dominata dal primo all’ultimo minuto.
Già nel primo tempo, finito 1-0 per il Sassuolo, aveva giocato solo la Roma, toccando vette assolute di gestione del pallone (69% il possesso all’intervallo), costruendo due occasioni nitide, non facendo neanche avvicinare il Sassuolo alla porta di Rui Patricio, se non nella transizione decisiva, e dando comunque l’impressione di poter controllare tutto, tranne purtroppo quel piccolissimo dettaglio del risultato, determinato da quell’unica azione offensiva dei padroni di casa. È successo che al 25’ l’arbitro abbia fischiato una punizione assurda a metà campo per una chiara simulazione di Laurienté (Mancini gli aveva impedito, restando fermo, di pressare Llorente, il francese era piombato a terra ingannando l’arbitro) e da lì è partita una lunga azione del Sassuolo, interrotta dalla Roma e a sua volta interrotta dal Sassuolo, sulla transizione Matheus Henrique ha trovato ampio spazio sulla trequarti e ha calciato, nel rimpallo la palla è finita a Laurienté che l’ha rimessa per Berardi che ha sbagliato il tiro, trovando però fortunosamente libero ancora il brasiliano che aveva fatto partire l’azione, e l’ha chiusa sgusciando alle spalle di Ndicka, nell’assenza di Spinazzola.
Quindi due tiri sbagliati in un’azione e gol, dall’altra parte dominio incontrastato, due miracoli di Consigli, sei calci d’angolo e tante azioni potenziali rimaste tali. Sorprendentemente Mourinho aveva tenuto in panchina inizialmente Pellegrini, rimandando in campo Bove nel centrosinistra, con Cristante a destra e Paredes in cabina di regia: «Il capitano per noi è fondamentale, ma non è un dramma se per una partita sta fuori, non lo avevo visto al meglio, ora ha un’altra settimana per allenarsi», dirà alla fine Mou. Sulle fasce spazio per Karsdorp (per la catarsi dopo la lite dello scorso anno proprio qui al Mapei) e alla solita versione non ancora centrata di Spinazzola, davanti la LuPa pronta ad azzannare, dietro i soliti tre difensori. Dionisi, offeso per le parole di Mourinho della vigilia (ma in campo non ha rimproverato niente al collega, se n’è lamentato solo in sala stampa) ha risposto con il 4231 d’ordinanza stavolta decisamente bloccato nelle pressioni offensive (con gli esterni perennemente indecisi se attaccare i terzi di difesa o abbassarsi sui quinti, e spesso presi in mezzo per questo), stranamente lento, decisamente apatico. Dietro Toljan e l’ex Viña non hanno mai contribuito allo sviluppo offensivo, in mezzo Boloca non si è praticamente mai visto fino al fallo da killer che l’ha tolto di mezzo dopo un’ora di gioco, e davanti Berardi e Laurienté hanno fatto a chi sbagliava di più, con Pinamonti fermo e Thorstvedt unico a muoversi con autorevolezza sulla trequarti.
La Roma ha cominciato e finito il primo tempo all’attacco, con conclusioni murate di Dybala e Paredes già al 6’, con un gran sinistro dell’argentino al 10’ su assist di Spinazzola sventato in tuffo da Consigli e con una grande occasione per pareggiare il gol del Sassuolo al 41’, con una bella palla in verticale di Ndicka per Lukaku che l’ha difesa e l’ha ceduta ancora a Paulino che ha stavolta ha calciato forte chiamando Consigli alla prodezza in volo. All’inizio del secondo tempo Mourinho s’è presentato con due giocatori nuovi, Kristensen per Karsdorp e Azmoun per Bove: «Non avevano fatto male quelli che ho tolto, ma volevo maggior fisicità e più peso offensivo», la spiegazione del portoghese, in portoghese (maledetto genio) a fine partita. E la Roma ha ricominciato dove aveva finito: all’attacco. Al 9’ grazie a un doppio rimpallo favorevole Dybala aveva lanciato proprio Azmoun sulla destra che a sua volta ha visto e servito Lukaku in area, ma il destro del belga è stato affrettato e ancora una volta preda di Consigli. Mancini è stato bravo a fermare subito dopo una pericolosa ripartenza del Sassuolo e all’11’ ha persino servito un assist strepitoso ad Azmoun che ha controllato di petto e tirato di destro, cadendo, fuori. E quando si cominciava a percepire la solita dinamica sfortunata tipica di tante parte stregate, Boloca è entrato col piede a martello sulla caviglia di Paredes, rischiando di stroncargli la carriera. Marcenaro ha alzato il giallo, Di Bello al Var l’ha ovviamente richiamato e il giallo è diventato rosso.
Racic è entrato al posto di Laurienté a dare forma a un 441 solo difensivo, mentre Mou ha alzato il potenziale offensivo inserendo El Shaarawy e Pellegrini per un 343 con Cristante in difesa, e Pellegrini e Paredes in mezzo al campo. E a chi si chiedeva il motivo della scelta Kristensen, è arrivata la risposta alla mezz’ora, con una serpentina del danese in area stroncata da Erlic con un colpo illecito sul piede d’appoggio. Rigore trasformato chirurgicamente da Dybala e festeggiamenti persino esagerati dei 5000 della Curva Sud del Mapei, con tre fumogeni lanciati in campo che hanno fatto arrabbiare Mourinho, che con ampi gesti ha chiesto ai “suoi” ragazzi di evitare questi lanci che potevano solo far perdere altro tempo. La Roma è ripartita a razzo e si è avuta netta la sensazione che per la capitolazione del Sassuolo fosse ormai solo una questione di tempo. Dionisi alla fine dirà che senza il rosso il Sassuolo avrebbe portato via dei punti, ma l’inerzia della partita faceva pensare al contrario. Il tecnico neroverde ha inserito anche Bajrami e Defrel per non perdere velocità nelle auspicate ripartenze, ma è stata ancora una volta la Roma ad affondare il colpo, con il protagonista meno atteso: proprio lui, Kristensen, ha avviato un’altra azione sulla destra, ha servito Dybala e ha ricevuto da lui il pallone di tacco e una volta in area ha calciato forte col sinistro, trovando nella traiettoria una deviazione malandrina di Ruan Tressoldi, con la palla che si è alzata per poi riabbassarsi alle spalle di Consigli.
Adesso sì che la festa era completa, con Rasmus a festeggiare sotto la sua curva e Mourinho a chiedere a tutti di tenere alta la concentrazione. Un brutto errore in uscita di Paredes gli ha fatto vivere un brutto momento al 41’, con una conclusione da posizione favorevole sprecata malamente da Racic, in curva. Subito ha richiamato Dybala per inserire Celik, con El Shaarawy mezzala nel ritrovato 352. Il Sassuolo ha preso coraggio, Racic ha avuto un’altra occasione di tiro senza successo, Dionisi ha messo Castillejo e Pedersen, El Shaarawy e Pellegrini (su altra grande iniziativa di Kristensen) hanno tirato addosso a Consigli il pallone del possibile 3-1 e il match analyst Cerra ha trovato il modo di farsi espellere (non voleva dare a Toljan un pallone uscito in fallo laterale) giusto per non abbassare la media delle sanzioni stagionali. Poiè partita la festa, con Kristensen a piangere e Mou a ridere.
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