Con Mourinho è spesso lieto fine
Giallorossi primi in A per gol dopo l’80’. Sono 10 in 13 giornate, e hanno fruttato 8 punti in più: tutti all’Olimpico, con la spinta decisiva della Sud
Da Belotti a El Shaarawy, dal 20 agosto al 26 novembre, è sempre cuore in gol. Con le due reti messe a segno da Dybala e dal Faraone contro l’Udinese domenica, salgono a 10 i centri dopo l’80’ della Roma in 13 giornate di campionato, a dimostrazione del carattere indomito dei giallorossi. Che magari saranno poco «banditi», come he detto lo Special One, ma che dal tecnico hanno assorbito un’altra caratteristica peculiare: quella di non arrendersi mai, di crederci fino in fondo, fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto disponibile. Tratto, questo, che accompagna la Roma fin dall’arrivo di José: da quella corsa sotto la Sud per il gol di El Shaarawy al 91’ col Sassuolo nella millesima panchina di Mou, all’esultanza che contro l’Udinese ha visto l’allenatore abbracciare un raccattapalle, il minimo comune multiplo è quel misto di tenacia, testardaggine, caparbietà e ostinazione che soltanto in questo avvio di campionato ha fruttato 8 punti in più.
Perché se la rete di Spinazzola col Milan al 92’ non ha influito in alcun modo, così come quelle di Lukaku e Mancini nella goleada rifilata all’Empoli, altre ci hanno regalato vittorie insperate fino a pochi secondi prima, o per lo meno hanno evitato delle sconfitte. È il caso, quest’ultimo, del gol di Belotti già alla prima giornata contro la Salernitana, un colpo di testa sugli sviluppi di un corner che all’82’ ci ha regalato il 2-2. E se il 2-0 di Pellegrini all’83’ col Frosinone è servito a chiudere i giochi l’1 ottobre scorso, l’uno-due Azmoun-Lukaku tra il 91’ e il 94’ di Roma-Lecce ha messo a dura prova le coronarie di ogni romanista. Idem per quanto riguarda il gol-vittoria di El Shaarawy contro il Monza, arrivato al 90’ sotto una Curva Sud che è spesso “calamita” di questi finali arrembanti e vincenti.
Ha attirato a sé Dybala e soci anche domenica, quando negli ultimi 10’ i giallorossi sono riusciti a raddrizzare una partita controllata agilmente nel primo tempo e poi sciupata in avvio di ripresa: prima la “Joya”, poi El Shaarawy (uno che ha un gran feeling con i gol nel finale, anche perché spesso chiamato in causa a partita in corso) hanno portato i meritati tre punti. Con l’aiuto di alcuni ingressi decisivi, come ad esempio Azmoun e Bove, oltre al Faraone stesso: a dimostrazione del fatto che la panchina, adesso, è davvero una risorsa, complici i recuperi dall’infermeria e una rosa finalmente profonda, quanto meno in avanti.
Fattore casa
Tutte e 10 le reti arrivate dopo l’80’ (che diventano 11 se si conteggia anche il bel gol di Cristante con l’Empoli, arrivato proprio all’80’) sono state segnate allo Stadio Olimpico, a riprova di come la spinta del pubblico di casa faccia la differenza, soprattutto nei momenti di difficoltà e/o stanchezza della squadra. Il pubblico è una sorta di dodicesimo uomo in campo, stavolta non solo per modo di dire. E lo è in particolare la Curva Sud, perché 9 di questi 10 gol sono stati segnati proprio nella porta sotto il cuore pulsante del tifo giallorosso. L’unica eccezione è quello di Pellegrini col Frosinone. Una semplice coincidenza? Possibile, anzi, probabile. Resta il fatto che la totale sinergia tra squadra e pubblico sia un fattore, a cui lo stesso Mou ha fatto spesso riferimento.
Ora non resta che migliorare il rendimento fuori casa: perché a questa Roma tutto cuore serve anche l’anima bandita adatta alle trasferte. A partire da quella di giovedì in Svizzera.
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