Mourinho: "Il tifo romanista è incredibile. Con i giocatori ho un buon rapporto"
Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, è andata in onda su "Tv7" la versione integrale dell'intervista concessa dal tecnico portoghese ad Aurelio Capaldi
Dopo le varie anticipazioni svelate nel corso dei giorni scorsi, è stata mandata in onda durante la trasmissione "Tv7" l'intervista integrale di José Mourinho rilasciata ai microfoni di Aurelio Capaldi di Rai Sport. La chiacchierata comincia all'interno dello spogliatoio romanista: "Prima di una partita di solito sono nel mio piccolo ufficio, all'interno dello spogliatoio lascio lo spazio ai miei giocatori. Penso sia importante che debbano comunicare tra di loro senza sentire la presenza dell'allenatore. Torno nello spogliatoio qualche minuto prima del fischio d'inizio e all'intervallo. Lì sì che è un momento importante dove si più aiutare la squadra insieme al mio staff... sempre se non sono squalificato".
Poi una considerazione sulla gestione dello spogliatoio giallorosso: "Guarda, è un po' come il gioco proporzionale: più empatia meno problemi, meno empatia più problemi. In 23 anni ho allenato diversi club e ogni spogliatoio è diverso. In questo caso l'empatia è altissima e c'è tanto rispetto fra di noi, fatto da un confronto molto aperto. Io sono un allenatore capace di essere 'dolce', ma allo stesso tempo critico, aggressivo ed esigente. E in base a quanta empatia hai, avrai più possibilità di essere questo tipo di allenatore che gioca con gli umori. Con i miei giocatori ho un rapporto veramente buono".
Dopo la passeggiata nel tunnel che porta al campo, lo Special One si accomoda nella sua poltrona in panchina parlando della squalifica di quattro giornate in Europa: "Mi ha fatto sentire bene dal punto di vista emozionale facendomi sentire come l'uomo che ha rappresentato il sentimento di tutti i romanisti. Nonostante la mia squalifica la squadra ha perso poco poiché con lo staff tecnico lavoriamo in simbiosi. Loro - riferendosi ai suoi collaboratori - sono capaci di entrare nel mio cervello riuscendo a capire cosa penso io in un determinato momento. Prepariamo tante partite insieme, anche sfide come quella di Praga che è stato un disastro, ma abbiamo 9 punti che ci permettono la qualificazione. E' una gioia adesso poter tornare in panchina, dare qualcosa in più alla squadra, è il mio habitat naturale. Non mi piace guardare una partita e non stare qui, dove mi sento felice, non sento la pressione ed è qui... che vivo. In tribuna la visione è fantastica, così come l'analisi della sfida per il dopo gara è ottima, ma non è per me. Non mi piace neanche guardare le partite in cui non sono direttamente coinvolto in panchina perché la mia vita è qua".
Dalla panchina Mourinho si incammina sotto la Curva Sud che anche vuota: "E' bellissima. Sono venuto qui sotto la curva in due occasioni. La prima era nella mia millesima partita in panchina da allenatore, Roma-Sassuolo, dicevo 'Non posso proprio perdere'. Durante la sfida invece avevo molta paura che accadesse, poi quando ha segnato El Shaarawy nel finale ho perso un la testa e sono venuto correndo sotto la Sud". La seconda volta fu dopo la sfida contro il Venezia, l'ultima gara prima della finale di Conference: "Tutta la squadra si è riunita sotto la Curva. In quell'occasione sono andato con un'emozione diversa, quasi quasi avrei voluto prendere un microfono e dire 'Andiamo a Tirana per voi tifosi'. Questa gente è fantastica. In carriera ho avuto tante tifoserie bellissime, però non perdevamo spesso. Qua quando tu giochi in casa con il Lecce e stai perdendo al 90' la curva è sempre piena e rimane vicino alla squadra. Così come dopo la partita di Praga dove il gioco è stato orribile. In un altro club la gente veniva allo stadio la partita dopo solo per fischiarti o non veniva proprio. Invece qui il settore dedicato ai tifosi della Roma nel derby era sold out, eravamo in trasferta ma non sembrava. Questa gente è incredibile".
© RIPRODUZIONE RISERVATA