Faraone per ogni occasione
Con Mourinho da esterno di centrocampo, in Nazionale Spalletti lo schiera come ala sinistra: impegno, dedizione e duttilità lo rendono unico
«Un’emozione bellissima ritrovare il gol, qui all’Olimpico ha un sapore ancor più speciale. Lo dedico sia alla mia famiglia che a me stesso». Una nottata magica quella dell’Olimpico, non solo per la Nazionale che ha sconfitto la Macedonia del Nord per 5-2 e ora è ad un passo dalla qualificazione agli Europei del 2024, ma anche e soprattutto per Stephan El Shaarawy.
Il Faraone è tornato al gol con la maglia azzurra dopo 3 anni - l’ultima marcatura in azzurro risale al 7 ottobre 2020 nella gara contro la Moldavia - e ora si candida per un posto fisso anche nell’Italia di Luciano Spalletti, che al termine della sfida ha elogiato il calciatore giallorosso: «El Shaarawy lo conosco da tempo e so benissimo che ha qualità di corsa e sa ribaltare bene l'azione. Mourinho facendogli fare quel ruolo di quinto gli ha creato attenzione anche per la fase difensiva. Avere quelli che entrano a partita iniziata e mostrano subito il proprio valore è importante».
Il ruolo di Stephan
Spesso nel calcio si pensa che chi non viene schierato nell’undici iniziale abbia un ruolo marginale, ma chi subentra a gara in corso ha molte responsabilità sulle proprie spalle. El Shaarawy può essere considerato come un dodicesimo di lusso, perché un giocatore come lui, grazie alle sue qualità tecniche, riesce a cambiare il volto della squadra e a cambiare l’inerzia della gara.
In questa stagione, nelle 9 presenze in campionato (13 totali considerando anche le 4 di Europa League), solo il 42% delle volte è partito dal primo minuto, numeri a dimostrazione di come anche Mou lo consideri un giocatore in grado di esaltarsi soprattutto da subentrato, una qualità di cui la Roma ne ha molto bisogno, soprattutto per permettere anche ai titolari di poter rifiatare, ma allo stesso tempo di rimanere tranquilli perché quando il Faraone entra in campo la partita può cambiare da un momento all’altro.
La duttilità
Oltre alle grandi qualità tecniche, una delle principali caratteristiche di Elsha è la sua duttilità. Con la maglia giallorossa lo abbiamo visto ricoprire molti ruoli: dal trequartista, fino alla punta al fianco di Lukaku, passando per la posizione in campo che ha occupato maggiormente con lo Special One, il quinto di centrocampo sulla corsia di sinistra. Un ruolo che non richiede solo una grande gamba e tante qualità offensive, ma anche ottime doti difensive.
Al termine della sfida contro la Macedonia, il Faraone ha trattato anche il tema del ruolo: «L’esterno sinistro è il ruolo in cui ho giocato di più negli ultimi anni: con il gioco di Mourinho sono più lontano dalla porta, mentre con questo modulo riesco a essere più vicino. È sempre stata una mia caratteristica quella di lavorare, aspettare le scelte dell’allenatore ed incidere nel momento giusto. Non mi stupisco perché so quanto impegno e dedizione metto». Un professionista a tutto tondo, in grado di mettersi a disposizione del suo allenatore accettando qualsiasi decisione di natura tattica, anche questo è un aspetto che lo contraddistingue da sempre. Dedizione totale al suo lavoro, che lo rende un calciatore pronto in qualsiasi momento a scendere in campo ad aiutare i suoi compagni e la sua squadra, è lui il jolly di Mourinho.
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