AS Roma

L'ira funesta di Mourinho: "È stata una partita orribile"

Deluso il portoghese: "Non mi è piaciuto niente. Sconfitta giusta e ne ho parlato con i miei giocatori nello spogliatoio. L’unico che non meritava di perdere era Bove»

José Mourinho in conferenza stampa dopo la sconfitta di Praga

José Mourinho in conferenza stampa dopo la sconfitta di Praga

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
10 Novembre 2023 - 07:15

Furioso, arrabbiato, deluso, tradito. Scegliete voi l’aggettivo più consono, ma la sostanza non cambierà la forma lessicale. Il Mourinho che si presenta davanti ai microfoni dei media, al termine della disfatta dell’Eden Area di Praga, è un uomo ferito, nell’orgoglio, e quasi sorpreso dal fatto che i suoi ragazzi non siano riusciti a mettere in campo nulla di quello che era stato preparato con meticolosa attenzione a Trigoria: «Cosa è mancato? Tutto. Non voglio parlare tanto, nessuno deve farlo ed è una mia decisione. Non c’è molto più da dire di quello che dirò io. Risultato meritatissimo per loro in senso positivo e per noi in senso negativo. Non mi è piaciuto niente, ho parlato con i giocatori nello spogliatoio e di solito non lo faccio subito dopo una partita perché c’è l’adrenalina della partita, la vedo da lontano. Quello che ho detto loro rimane tra noi. Voglio essere onesto con i ragazzi dello Slavia, che ha meritato al 100% di vincere, per noi sconfitta ultra-meritata». 

L’analisi dello Special One prosegue senza risparmiare dure critiche ai giocatori: «Non ha funzionato niente. Dal punto di vista individuale pochissimi hanno avuto l’atteggiamento giusto e corretto di professionalità come mi piace, tanti non hanno avuto un atteggiamento corretto per una partita seria, con obiettivi. Quando non funziona nulla, si va sul basico: duelli, prima e seconda palla, sull’essere concentrati e nel non sbagliare troppo. Invece abbiamo perso tutti i duelli, i difensori sembravano gli attaccanti dello Slavia, questo non è possibile». 

Il piano gara prevedeva Zalewski come quinto di centrocampo, con El Shaarawy spostato in avanti, ma questo non costituisce per Mourinho un alibi per quanto poi visto in campo. Le scelte dell’undici iniziale sono state considerate necessarie dal portoghese: «Ho lasciato Dybala fuori perché c’era bisogno che stesse inizialmente fuori e ho lasciato Bryan fuori perché ogni partita fa 12 chilometri. I cambi che ho fatto erano necessari, senza pensare alla prossima».

L’attenzione poi si sposta sull’impegno del derby, ormai imminente, e sulla possibilità che abbia rappresentato per i calciatori giallorossi un pensiero troppo pressante per concentrarsi al meglio sulla sfida di Praga. La reazione di Mourinho alla domanda è immediata e veemente: «Non è possibile vivere la città di Roma più di me, anche se sei nato a Trigoria, anche se sei un ragazzino nato lì. La mia professionalità è di una dimensione tale per cui è impossibile che una persona locale viva il club più di me. Al di là del fatto che Roma è davvero speciale per me, per il modo in cui vivo il mio lavoro e la mia dimensione della mia professionalità non è possibile che sentano il derby più di me. È possibile che qualcuno di loro non abbia lo stesso livello di professionalità che ho io. Se vinciamo il derby dimentico questa sconfitta? No, perché l'ho vissuta e l'ho persa in modo orribile. Sono dispiaciuto, è colpa mia perché sono l'allenatore».

Dall’arrabbiatura alla scaramanzia, anche se è il primo a non crederci, ma la statistica corre in soccorso della sua Roma: «Per gli scaramantici: Bodø nella prima stagione, Ludogorest nella seconda e Slavia nella terza. Io sono troppo pragmatico per essere scaramantico, ma magari qualcuno è felice perché ogni stagione facciamo prestazione di questo livello». Non c’è scaramanzia che tenga nella notte amara di Praga. Il derby è dietro l’angolo, Mourinho pretende un’immediata risposta dai suoi uomini.

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