Mourinho: "Dybala e Sanches non al 100%, ma non rischiano"
Il mister giallorosso ha parlato alla vigilia della gara contro la squadra di D'Aversa in programma alle 18: "Lecce squadra difficile, fortissima nei contropiedi"
Dopo la partita contro l'Inter, la Roma è chiamata al riscatto contro il Lecce di D'Aversa. Alla viglia del match, l'allenatore giallorosso José Mourinho ha parlarto in conferenza stampa. Di seguito le sue parole:
A che punto è la condizione di Dybala e di Renato Sanches?
"Renato e Paulo tornano in squadra non nelle condizioni ottimali, ma secondo il dipartimento medico e i preparatori sono senza rischio. Questo è quello che abbiamo bisogno di sentirci dire, così i giocatori hanno la fiducia sufficiente per stare in campo anche se non nelle migliori condizioni. Loro due domani saranno con la squadra e ci potranno dare una mano, tutti gli altri infortunati rimangono fuori".
Che caratteristiche ha il Lecce e che insidie nasconde?
"È una buona squadra, se devo definire in breve il Lecce direi che è una squadra che gioca di contropiede. Sono fortissimi nelle ripartenze, hanno giocatori molto veloci sulle fasce, tanto a destra quanto a sinistra. Hanno soluzioni per cambiare durante la partita, lo fanno spesso. Ha anche un allenatore bravo che sa organizzare la squadra dal punto di vista della costruzione e dell'organizzazione difensiva. Sta facendo un ottimo campionato, ha perso un'unica partita per numeri esagerati, contro il Napoli. In tutte le altre partite ha fatto risultato, ha lottato fino alla fine".
Una delle critiche dopo Inter-Roma è il fatto che la squadra abbia puntato allo 0-0, anche se mancavano cinque titolari. Vuole rispondere? E poi, cosa manca alla Roma per giocarsi le grandi partite alla pari?
"Non voglio entrare nella questione delle cririche né nella progettazione futura. Hai detto una cosa che significa tanto, ovvero che mancavano cinque titolari. Se l'Inter si ritrova nella stessa situazione, ha altri cinque calciatori pronti per giocare, se mancano al Milan, alla Juventus, all'Atalanta e alla Fiorentina è lo stesso. Se a noi mancano cinque titolari non ne abbiamo altri cinque. Così hai dato anche la risposta alla seconda domanda".
L'anno scorso è stato fatto un buon lavoro sugli infortuni, immagino che sia stato fatto anche quest'anno. Bisogna rassegnarsi al fatto che cinque giocatori importanti non potranno mai essere al 100% per la loro storia clinica?
"Anche tu nella tua domanda hai messo la risposta, parlando della storia clinica. Una cosa è un giocatore che si infortuna, un'altra è uno che ha tanti infortuni alle spalle. Il primo è una situazione che capita a tutti gli atleti, che possono avere un infortunio. I giocatori che hanno una storia clinica sono quelli che ciclicamene hanno dei problemi fisici che si ripetono nel tempo, anno dopo anno, stagione dopo stagione. Due cose completamente diversi. I nostri non sono infortuni di contatto, come quello di Dybala del'anno scorso. Se non sono infortuni di questa natura, vuol dire che lo staff tecnico percepisce di dover fare qualcosa di più a livello di prevenzione. Lo staff medico capisce di dover fare qualcosa di più per accelerare il recupero. In questi casi è molto difficile, prendiamo il caso di un grandissimo giocatore come Gareth Bale: è stato nel miglior club del mondo per 4-5 anni, ma la sua storia clinica non gli permetteva di essere al suo massimo. Però è stato al top in determinati momenti. Quando gli infortuni non gli permettevano di essere a disposizione dei suoi allenatori, c'erano altri giocatri pronti per sostituirlo, mantenendo il livello alto. La Roma ha giocatori ha diversi giocatori con una storia clinica che, ti dico la verità, sono contento di averli. Li ringrazio di averli in determinati momenti. Quando non ci sono dobbiamo rassegnarci. Pensi che Dybala e Renato Sanches sarebbero qua se non avessero questa storia clinica?".
Però a Smalling avete appena fatto firmare un contratto biennale...
"Non parlare con me di contratti. Smalling l'ho avuto al Manchester United, lo conosco meglio di tutti voi che lo conoscete da tre o quattro anni, mentre io da sette o otto. E sono sempre molto felice quando è a disposizione".
Lei quindi ha detto che è contento di avere giocatori con una storia clinica...
"No, io ho detto che sono contento perchè non posso averne altri! Quando parliamo di Bove e di Zalewski che hanno giocato nella scorsa partita, io non li considero come prodotti finiti. Giocano nella Roma però non sono ancora completi. Non voglio parlare di queste cose, io do sempre il massimo e per questo non voglio rispondere alle domande riguardanti le critiche. Sono molto esigente con me stesso, e la cosa peggiore per me è di non essere soddisfatto con me stesso. Quando mi arriva questo tipo di frustrazione, che devo e posso fare meglio, per me è un sentimento molto difficile da vivere. Dopo la partita contro l'Inter non avevo questa sensazione, anzi il contrario. Abbiamo fatto una partita con le nostre potenzialità, fino all'ultimo minuto siamo stati dentro la partita, se avessimo avuto quella punta di fortuna di cui abbiamo bisogno saremmo stati noi a segnare l'1-0 con il tiro di Cristante o di El Shaawary. Abbiamo avuto la partita che ci aspettavamo, poche opportunità per vincere, ma con un'organizzazione, metodo e capacità mentale per non perdere quella partita. Siamo stati vicinissimi a farlo. Sono rimasto triste per lo sforzo dei giocatori che erano scesi in campo due giorni prima, lo sforzo di giocatori come Mancini, Cristante, Llorente, Ndicka, Romelu, che hanno giocato cinque partite di fila. Gente stanca che giocava contro gente fresca. Sono andato via con un sentimento di soddisfazione per me stesso e per i ragazzi. Abbiamo perso con un gol che non va preso, lo sappiamo tutti, lo abbiamo analizzalto, ma le gambe, la freschezza, i limiti dell'accumulo... I ragazzi hanno giocato una partita con quattro giocatori ammoniti per tantissimo tempo che occupavano una posizione chiave. In questi casi se hai gente per sostituirli li sostituisci, altrimenti devono giocare con quella pressione. Hanno giocato contro la squadra più forte d'Italia, la Roma con la compattezza della squadra ha reso la partita combattuta fino alla fine. Domani non avremo Paredes che è squalificato, avremo metà Dybala, un terzo di Renato Sanches che ci aiuterà e cercheremo di vincere. Abbiamo fatto tre vittorie di fila in campionato che ci hanno messo in una posizione più vicina alle posizioni in cui vogliamo stare. Domani cercheremo di vincere e di avvicinarci di nuovo".
Celik schierato a sinistra era una soluzione dettata dal momento o lo potremmo vedere sul futuro vista la concomitanza a destra con Karsdorp e Kristensen?
"Cerchiamo di fare il meglio possibile per la squadra, molto semplice. Perché non ha giocato Karsdorp da titolare, ma Kristensen? Perché non ha giocato Celik a sinistra, ma Zalewski? Perché non ha giocato El Shaarawy da quinto, ma ha giocato più avanzato? Tutto per necessità, per cercare di fare le scelte migliori per la squadra".
Il calendario porterà una serie di concentrazioni di partite molto complessa. La questione del calendario Mourinho la sente come un problema o come un'opportunità?
"Il numero delle partite lo sappiamo prima dell'inizio del campionato: 38 in campionato, qualcuna di coppa, qualcuna di Europa League. Ci sono squadra che hanno più potenziale per fare tutto questo, altre che ne hanno meno. Ovviamente se noi abbiamo sei difensori centrali, possiamo giocare anche ogni tre giorni. Quando ne hai quattro, che poi diventano tre e talvolta anche due diventa tutto molto più difficile. Io penso che nel calcio la parola 'alibi' si utilizzi più quando si perde, non anticipatamente. Noi parliamo del calendario dall'inizio del campionato, non dopo la sconfitta con l'Inter. Io capisco che nel calcio c'è tanta gente che è arrivata con il paracadute, non è il loro mondo, non lo conoscono. Vengono per status, per politica, per il bell'abito e per la cravatta. Non è nata e cresciuta in questo mondo. Questo tipo di persona la devi rispettare per il suo status, ma non vale la pena fare commenti perché è come se io parlassi di fisica atomica o di produzione cinematografica o altri mondi. Non sanno cosa vuol dire giocare e tornare di nuovo in campo tre giorni dopo. Non sanno cosa vuol dire accumulare la stanchezza. Oppure, e questo sarebbe più grave, lo sanno ma fanno finta di non saperlo. Nella Lega ci sono persone con una storia nel mondo del calcio, che ha lavorato in questo mondo, che sa le difficoltà, la stanchezza, altri che hanno lavorato nell'organizzazione dei club e sa cosa devi fare per recuperare tra il viaggio, l'albergo, le distanze, i tempi... Potevano pensare di influenzare positivamente questa questione. Ogni volta che giochiamo in Europa poi siamo la squadra che soffre di più in campionato. Il club non fa questa domanda a livello istituzionale, ma sono sempre io che mi devo mettere qui davanti a voi a parlare sempre delle stesso cose. Magari sbaglio io, ma l'alibi è qualcosa che si utilizza dopo le sconfitte, mentre purtroppo io parlo di questo sin dall'inizio del campionato. La prossima settimana succederà di nuovo, ma stavolta sarà per sfortuna perchè saremo costretti a giocare di domenica, dato che lunedì sarà impossibile per via della sosta per le nazionali. Però in tutto quello che è successo finora la Roma è stata penalizzata. Mi sembra che i tifosi non siano degli scemi, perché se ogni volta l'inno della Lega viene fischiato sarà per qualche motivo".
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