AS Roma

Troppi errori per uscirne vivi

Male Kristensen e Llorente nell’azione del gol. Un palleggio affrettato e troppo pigri in fase di non possesso. Così è maturata la sconfitta

Dumfries cerca di superare Llorente

Dumfries cerca di superare Llorente (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
31 Ottobre 2023 - 08:17

Come sempre, dopo una sconfitta della Roma, il dibattito si sviluppa tra chi ritiene che Mourinho faccia il massimo con il materiale umano che ha a disposizione e chi invece è convinto che la Roma possa ottenere molto di più se sviluppasse strategie tecniche e tattiche diverse. Non volendo sposare né l’una né l’altra teoria proviamo semplicemente a rispondere a dieci domande sulla sconfitta di San Siro.

1) Che strategia ha adottato Mourinho a Milano e perché?
Considerando le oggettive difficoltà a presentare una formazione titolare e un sostenibile piano alternativo, anche stavolta l’allenatore portoghese ha chiesto alla sua squadra di evitare voli pindarici e attendere bassi gli avversari, cercando di sfruttare eventuali punti deboli scoperti con qualche ripartenza sull’asse El Shaarawy-Lukaku magari sfruttando le sponde esterne rappresentate da Kristensen e Zalewski e gli appoggi interni soprattutto delle mezzeali Cristante e Bove. Il piano ha funzionato in parte e limitatamente ai primi 80 minuti di gioco nei quali è stato quasi sempre impedito all’Inter di arrivare al tiro concedendo facili conclusioni. Ma molte cose non hanno funzionato sul gol e nelle due fasi di gioco. Vedremo quali.

2) Poteva il tecnico fare scelte diverse di formazione? 
Le alternative possibili alla squadra mandata in campo a Milano riguardavano Karsdorp e uno tra Belotti e Azmoun, che con una scelta strategica diversa avrebbero potuto insidiare la posizione di El Shaarawy. Ma l’olandese è penalizzato da persistenti dolori a un ginocchio. E per l’attacco, viste anche le condizioni di forma, lasciar fuori l’uomo che aveva risolto la sfida col Monza ed era stato il migliore in campo con lo Slavia sarebbe stata una scelta assai discutibile. Oltretutto il Faraone per caratteristiche ha la capacità di cucire idealmente una manovra difensiva a una immediata riaggressione e negli spazi supposti liberi avrebbe potuto rappresentare un pericolo costante per l’Inter. Ma non è accaduto.

3) Quali compiti aveva Rui Patricio in fase di possesso? 
A giudicare la partita da un punto di vista statistico, e limitando la valutazione solo al primo tempo, il più complicato dal punto di vista della gestione del pallone, Mou ha chiesto a Rui di limitare la costruzione dal basso. Su 12 palle gestite nella prima frazione, infatti, solo tre volte il portiere ha coinvolto nel palleggio i suoi difensori, altre nove ha preferito rilanciare verso Lukaku (e solo in un’occasione su nove la Roma ha mantenuto il possesso).

4) Dove ha sbagliato la Roma nella gestione del pallone? 
Principalmente nella qualità del palleggio ad alte velocità. L’obiettivo di un palleggio dal basso contro una squadra come l’Inter deve essere quello di arrivare più rapidamente possibile a coinvolgere gli esterni di zona opposta a quella del pallone attraverso un cambio di gioco a lunga gittata o una trama bassa di verticalizzazione, scarico e cambio gioco rasoterra: quasi mai nel primo tempo la Roma ha trovato queste soluzioni. E quando l’ha fatto (cambio gioco di El Shaarawy al 45’12” per Kristensen e attacco in parità numerica) poi la scelta di gestione del conduttore è stata disastrosa (nello specifico, trasmissione completamente fuori tempo ad un compagno in appoggio, invece del lancio dalla parte opposta verso Lukaku che aveva preso il tempo ai centrali dell’Inter). Troppo spesso poi nella gestione veloce del possesso i giocatori della Roma hanno sbagliato il controllo del pallone o misura e direzione della trasmissione. Solo nel primo tempo abbiamo contato 24 gestioni del pallone finite male per errori tecnici dei singoli. Si può lavorare per migliorare questa qualità? Certo.

5) Dove ha sbagliato la Roma nella fase di non possesso? 
Nella lentezza dell’accorciamento delle posizioni da pressare. Quando l’Inter costruiva, raramente la squadra giallorossa aveva la forza di risalire velocemente il campo accorciando le distanze sugli appoggi interisti in attesa del passaggio. E questo ha spesso consentito ai nerazzurri di avere spazi e tempi giusti per le loro giocate ad alta qualità, principio nel quale gli uomini di Inzaghi sono addestrati da anni.

6) Il gol era evitabile? 
Sì. Due i responsabili principali. Intanto Kristensen non è stato sufficientemente pessimista nella valutazione dello stop di Dimarco sul lungo lancio di Asslani. Il danese non ha valutato bene la capacità dell’avversario di effettuare uno stop a seguire che gli avrebbe consentito di andare subito al cross. Aspettandolo mezzo metro prima, di fatto lo ha invitato a stoppare verso l’area invece che all’indietro. Nel frattempo in mezzo Llorente non correva verso la porta con la giusta intensità e lasciava che Thuram prendesse la posizione migliore attraverso uno strappo più “convinto”. Marginale l’errore di Ndicka, che non è riuscito semmai solo a rimediare all’errore del più esperto compagno.

7) Dopo il gol i cambi sono stati giusti? 
Per riparare allo svantaggio, Mou ha alzato solo il potenziale offensivo della squadra facendo entrare Aouar, Belotti e Azmoun. Scelta logica e comprensibile che però stavolta non ha pagato.

8) Con le grandi Mourinho giocherà sempre così? 
No. La scelta strategica è figlia sempre delle condizioni della squadra. Semmai un giorno dovesse affrontare una big con  i suoi migliori giocatori in uno stato di forma accettabile anche le scelte strategiche saranno differenti.

9) Ha avuto ragione a lamentarsi dell’atteggiamento dell’arbitro e del calendario della Lega che ha “obbligato” la Roma a giocare di domenica e non di lunedì? 
No perché Maresca pur essendo un arbitro con diversi limiti non ha inciso direttamente sul risultato anche con la sua gestione disinvolta dei cartellini (ad esempio, Paredes ha rischiato parecchio già ammonito in un intervento su Thuram). E per questioni legate ai diritti tv i club sanno benissimo che una partita come Inter-Roma non sarà mai messa in palinsesto di lunedì sera. I broadcaster che tirano fuori tanti soldi vogliono essere ripagati dell’investimento. E la domenica sera “paga” più in termini commerciali.

10)  Il gruppo è convinto e compatto intorno a Mourinho? 
Tutti gli elementi di cui siamo a conoscenza portano in un’unica direzione: non c’è un solo giocatore che non sia perfettamente allineato alla gestione del tecnico portoghese. Non è questo il problema.

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