AS Roma

Slavia Praga ko: la quinta vittoria ci porta il primato

Con due gol ad inizio gara di Bove e Lukaku (18° consecutivo in Europa League), la Roma di Mourinho vince ancora e si prende il primo posto del girone

Romelu Lukaku esulta dopo la rete siglata allo Slavia Praga

Romelu Lukaku esulta dopo la rete siglata allo Slavia Praga (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
27 Ottobre 2023 - 07:57

Anche lo Slavia Praga finisce presto in archivio mentre la faccia gonfia e livida di Vavra (pescato in tribuna dalle telecamere dopo il 2-0 di Lukaku) restituisce il sorriso a tanti romanisti a distanza di quasi trent’anni da quella beffa che ci negò una semifinale. Per la Roma è la quinta vittoria consecutiva che vale intanto il primato del girone e anche un bel pezzo di qualificazione agli ottavi, considerando anche che Sheriff e Servette nell’altra partita si sono divise la posta. Per non rischiare basterà non perdere a Praga tra quindici giorni, sperando che sugli spalti tutto fili liscio dopo le diverse intemperanze fatte registrare ieri dai 4000 tifosi cechi scesi a Roma. E già da stamattina si dovrà pensare invece a Inzaghi che intanto a Milano si gode la sua rosa e i due giorni in più di riposo.

La partita ieri è stata messa in discesa dopo 45 secondi esatti dalla prima di una lunga serie di brillanti intuizioni di El Shaarawy, una delle scelte felici della serata di Mourinho, relegato in tribuna stampa a godersi la versione migliore della sua squadra (a scontare la terza delle quattro giornate di squalifica rimediate dall’Uefa come vendetta per la questione Taylor): è stato il Faraone ad interrompere il primo possesso palla dei cechi strappando il pallone tra i piedi del capitano Holes e a servire Bove che è avanzato senza trovare opposizione (perché Zafeiris è scalato a prendere proprio ElSha e Ogbu è rimasto incastrato dalla sagoma di Lukaku) e appena fuori dalla lunetta ha calciato forte di interno destro all’incrocio dei pali. Sorpresi i cechi forse prima dalla solita atmosfera trascinante dell’Olimpico (64934 paganti, ennesimo sold-out) e poi dall’impatto devastante della Roma sul campo.

Al 17’ è arrivato infatti il raddoppio su un’altra azione partita da El Shaarawy, bravo e fortunato a smarcarsi ancora su Holes (proprio per sfruttare gli spazi lasciati dal capitano ceco nella sua larga impostazione Mou lo aveva preferito dall’inizio a Belotti), e a servire con tempismo perfetto Lukaku in un irresistibile taglio davanti a Ogbu, per andare a calciare col solito terrificante sinistro in area dal basso verso l’alto. Sul 2-0 Trpisovsky dalla panchina ha provato a cambiare qualcosa: era partito con un 3412 un po’ allegro, con i braccetti larghissimi in impostazione, i quinti molto alti, gli attaccanti in posizione liquida. Un bel piano se non avesse trovato di fronte una Roma forte, motivata, compatta e ispirata in tutti i suoi uomini, con quattro cambi rispetto alla gara col Monza, Svilar in porta, Llorente nuovamente al centro della difesa con gli instancabili Mancini e Ndicka, Celik a destra, Zalewski a sinistra ed El Shaarawy a sostegno di Lukaku, con Cristante restituito alla mediana a due con Bove.

Così lo Slavia si è riassestato presto su un 4312, con Vlcek passato da braccetto di sinistra a terzino destro, Dumitrescu dall’altra parte, Doudera accentrato in mediana. Ma al di là dei movimenti piuttosto continui del trequarti Masopust e dei due attaccanti van Buren e Schranz lo Slavia ha creato davvero poco, arrivando a tirare in porta solo nel finale di tempo, prima con un sinistro senza pretese di Dorley, poi con un tentativo di van Buren favorito da un’incomprensione tra El Shaarawy e Celik. La Roma si è accontentata invece di una autorevole gestione del pallone che avrebbe potuto portare al 3-0 in un paio di occasioni, ad esempio con un’altra deliziosa iniziativa di El Shaarawy, fermato sul più bello al 25’, e poi con Lukaku al 38’, con un mancato controllo in area. Sul tabellino degli ammoniti sono finiti per gioco scorretto Zafeiris e Bove, poi rimasto negli spogliatoi all’intervallo un po’ per una botta subita e un po’ di più per non rischiare niente dal punto di vista disciplinare: dentro Paredes.

Dal punto di vista della partita non è cambiato niente, se non che la Roma si è risistemata sul più comodo 352, con Cristante sul centrosinistra, e ha trovato subito nuovi sbocchi offensivi. Al 15’ Celik ha rubato un pallone in zona alta e ha servito Lukaku che si è ingolosito e ha cercato la conclusione (larga di pochissimo) invece di servire il liberissimo El Shaarawy. Un minuto dopo lo stesso Faraone ha scucchiaiato un pallone delizioso per Cristante che a sua volta ha provato a scavalcare il portiere in uscita senza riuscirvi: avrebbe copiato paro paro un gol di Perrotta a Parma ai tempi di Spalletti. Al 18’ ancora Celik ha guadagnato campo internamente e ha servito l’incontenibile El Shaarawy che tirando di prima coll’interno del collo ha preso pieno la traversa. E poi senza aver segnato, ma dopo aver dominato la scena, si è preso la sua standing ovation lasciando il campo a Belotti: e chissà che non si sia guadagnato la considerazione dell’allenatore anche in vista della sfida di domenica con la capolista... Lo capiremo presto.

Nello stesso minuto è uscito anche Zalewski, dentro Karsdorp: a sinistra è finito Celik. Ma l’azione offensiva della Roma si è esaurita presto, Lukaku è andato in debito di ossigeno e ha aspettato solo la sostituzione, arrivata a otto minuti dalla fine: al suo posto Pagano, con Belotti unica punta. Anche lo Slavia ha dato fondo a un bel pezzo della panchina, mancando in campo Provod, Wallem, Chytil e Jurecka, senza impensierire mai realmente l’attento Svilar che al 32’ si è disteso su un sinistro di Holes.

Prima del triplice fischio, Mourinho dall’alto ha ordinato anche l’ultimo cambio per far esordire Cherubini, un altro velocissimo brevilineo della primavera, il capitano della squadra di Guidi. A fine partita poi è corso ad abbracciare il portoghese, sceso negli spogliatoi per non negarsi al confronto delle telecamere. L’ultima azione vista sul campo è stata invece una bella imbeccata di Mancini per Belotti che si è allargato sulla destra e ha provato poi a infilare sul primo palo, trovando l’opposizione di Mandous. Così è finita 2-0: già tra quindici giorni a Praga potrebbe arrivare la qualificazione matematica come 1ª, in caso di vittoria all’Eden Arena.

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