Cinquant’anni di Bruno Conti nel club e dirsi ancora “Ti amo”
Celebrato mezzo secolo di Marazico nella società giallorossa. E Dybala lo omaggia. Le parole sotto la curva: «Grazie per l’amore e la passione»
"Di Bruno ce n’è uno e viene da Nettuno". La Sud l’ha cantato a squarciagola ieri per Bruno Conti: 50 anni nella Roma, la storia, il presente e da sempre anche il futuro visto il marchio di fabbrica del campione del mondo 1982 sul lavoro del settore giovanile. Per Roma-Monza erano 62.022 gli spettatori. Anche per abbracciare, all’intervallo della partita, Bruno Conti. E lui ha ricambiato, “sbandieratore” sotto la Sud dopo aver ritirato il premio del club: la sua storica maglia numero 7 Anni 80 incorniciata e consegnata dalla Ceo Lina Souloukou che gli ha detto «Grazie» a nome della società.
E lui il trofeo più grande di quel ragazzo che si è fatto anche se aveva le spalle strette e l’ha indossata con coraggio, altruismo e fantasia quella maglia numero sette, l’ha portato davanti ai suoi tifosi e ai loro figli, quelli del ricambio generazionale. Dai più grandi ai più piccoli, Conti li ha abbracciati tutti: «Voglio ringraziare la società e tutti voi, per l’amore e la passione. Sempre forza Roma!», poche parole e tanta commozione prima di prendere le bandiere, della Roma con la lupa, e quella con il suo nome, fatta appositamente scendere sulla pista d’atletica dai ragazzi della curva per farla sbandierare a lui.
Tra tante ricorrenze romaniste (oggi sono 40 anni dal derby del Ti amo del Cucs), la Sud, poi, non dimentica nessuno. Ieri ha ricordato Stefano e Cristian, il papà e il suo piccolo, i due tifosi giallorossi morti in un incidente stradale dopo Roma-Bayern di Champions del 2014. Non è mancato neanche lo striscione in ricordo di Stefano Cucchi, sedici anni esatti dopo: «Non mi uccise la morte... Stefano Vive».
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