AS Roma

Paredes, regista d'autore per Mourinho

L’arrivo di Leandro ha cambiato volto alla manovra rispetto alle ultime due annate. Sempre presente nelle dieci gare stagionali, ormai un punto fermo per José

Leandro Paredes e José Mourinho a Trigoria

Leandro Paredes e José Mourinho a Trigoria (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
21 Ottobre 2023 - 09:16

Estate 2021: Mourinho è da poco sbarcato nella Capitale. Mentre la città è ancora ubriaca di gioia e incredulità, lo Special One già chiede insistentemente un regista per la sua prima squadra: tutte le strade sembrano portare a Xhaka, ma la partenza improvvisa di Dzeko e il grave infortunio di Spinazzola cambiano i percorsi del mercato. Due anni dopo, nelle ultime settimane della sessione estiva, arriva il tanto anelato uomo d’ordine in mezzo al campo. L’identikit individuato da Pinto risponde al nome di Leandro Paredes, che Roma la conosce bene avendola vissuta agli albori della sua lunga avventura europea. 

Quel ventenne di belle speranze cresciuto nel Boca Juniors ha lasciato spazio a un campione del mondo in carica, che dopo la maglia giallorossa ha vestito quelle di Zenit, Paris Saint-Germain e Juventus. Altra esperienza, altro piglio. Oggi Leandro è un calciatore nel pieno della carriera, che da comprimario si è tramutato in attore protagonista, tanto da chiedere il numero 16 che per quasi un ventennio è stato il marchio del suo ex compagno di reparto Daniele De Rossi, non certo uno qualsiasi. Sintomo di personalità, in grado di indurre Mourinho ad affidargli fin da subito le chiavi del centrocampo, nonostante un’iniziale condizione precaria dopo l’estate da separato in casa nel Psg. All’esordio con la Salernitana Paredes è in panchina, ma entra in campo nell’ultimo terzo di gara (pennellando il corner sulla testa di Belotti per il 2-2 finale). E da quel momento in poi soltanto nella trasferta di Tiraspol contro lo Sheriff non comincia la gara da titolare (ma entra dopo 25 minuti al posto dell’infortunato Sanches). 

L’inizio della seconda avventura in giallorosso non è brillantissimo, ma poco alla volta l’argentino ritrova la necessaria forma fisica e prende in mano le redini del centrocampo. Fino a diventarne perno insostituibile. Il reparto è ricco di qualità e quantità, ma Leo rappresenta il solo interprete capace di occupare il ruolo di regista classico. Non è un caso che la manovra della Roma sia diventata molto più fluida rispetto alla stagione precedente e che la squadra di Mou concluda ogni partita con percentuali di possesso palla mai registrate prima. La personalità cresce di pari passo con la fiducia che gli accordano i compagni: perfino quando Pellegrini e Dybala sono disponibili, non sono pochi i tiri da fermo dei quali si incarica. E al di là delle palle inattive, diventa determinante anche da uomo-assist, come certificano i due splendidi passaggi vincenti forniti a Cagliari. Quattro totali, come le ammonizioni che lo hanno mandato in diffida a un turno dal big-match con l’Inter. Ma a lui Mou non rinuncia.

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