Mourinho: "Conta solo vincere". E spunta il Real per il post Ancelotti
«La cosa più importante nel nostro sport è trionfare e non vendere filosofia». Dalla Spagna: anche lo Special One tra i nomi del Real Madrid per il post Ancelotti
José Mourinho nella giornata di ieri ha nuovamente abbracciato tutti i suoi calciatori che in questi giorni sono stati impegnati con le rispettive nazionali. Per la Roma inizia un mini ciclo di partite che dirà le verità sulle reale ambizioni della squadra giallorossa. Sei partite (4 di campionato e 2 di Europa League) per aggredire il treno di testa della classifica e per conquistare il primato nel girone europeo. Sarà il Monza ad aprire la danze: domenica alle 12:30 la sfida all’Olimpico contro i brianzoli. L‘ultima partita contro la squadra di Palladino ha lasciato degli strascichi non indifferenti, a partire dal deferimento della Procura federale ai danni dello Special One per aver definito l’arbitro Chiffi come: «Peggior arbitro mai incontrato».
Non sono mancate anche le polemiche da parte del tecnico Palladino, che al termine della sfida con i giallorossi (terminata 1-1), aveva attaccato la squadra di Mou: «Non ho mai visto protestare in questo modo una panchina avversaria, una roba scandalosa quello che hanno fatto oggi». Il tecnico portoghese è in cerca della terza vittoria consecutiva in campionato e sicuramente vorrà farlo proprio contro il Monza anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo l’ultima sfida.
Poi l’attenzione si sposterà sulla partita contro lo Slavia Praga (attualmente primo a pari punti della Roma nel girone di Europa Leauge) del 26 ottobre nella Capitale, prima di volare a San Siro per affrontare l’Inter in una gara che potrà spostare non poco gli equilibri del campionato. A Milano l’atmosfera sarà incandescente soprattutto nei confronti di Romelu Lukaku, che vorrà trasformare la rabbia dei tifosi nerazzurri in adrenalina per se stesso.
Poi l’appuntamento con il Lecce prima del ritorno in trasferta contro lo Slavia per la prima partita di ritorno del girone. A chiudere le danze (prima della sosta delle nazionali) ci sarà il derby, gara fondamentale per chiudere al meglio questo mini ciclo e per conquistare altri 3 punti fondamentali in campionato.
La filosofia di José
In un’intervista rilasciata al portale Adidas “Gameplan-a.com”, lo Special One ha parlato del suo concetto di vittoria: «Il segreto della vittoria è prepararsi al meglio. Non fare tutto in fretta, troppo presto, perché è molto difficile. Quindi, quando prendi il tuo primo lavoro da allenatore, devi essere pronto. Se non sei pronto per il lavoro, lo perderai velocemente. Il segreto consiste nel non fare tutto in fretta, troppo presto, perché è molto difficile. Quindi, quando prendi il tuo primo lavoro da allenatore, devi essere pronto. Se non sei pronto per il lavoro, lo perderai velocemente».
Inoltre Mou ha sempre attribuito un valore incredibile alla capacità comunicativa, uno dei suoi principali punti di forza: «Non è possibile essere un allenatore di calcio di alto livello senza parlare tante lingue. Il calcio è diventato universale. Nello spogliatoio hai ragazzi di molte nazionalità diverse, e ovviamente devi imparare la lingua madre del paese in cui ti trovi. Alla fine, per avere più empatia e comunicare meglio con le persone con cui stai lavorando devi essere davvero bravo in diverse lingue».
Mourinho ha parlato anche dell’importanza della figura dell’allenatore: «Devi avere una forte personalità per dire: “Ok, io sono il capo, io prendo le decisioni”. Se le sessioni di allenamento iniziano alle 10 del mattino, non aspetto un solo minuto. Anche se sei Diego Maradona, che non ho mai avuto il piacere o l’onore di allenare, iniziare alle 10 è iniziare alle 10. La squadra è la cosa più importante. Anche se sei il miglior giocatore del mondo. Ognuno deve seguire le regole e mostrare il rispetto per i colleghi. Come allenatore, devi essere morbido e forte. Forse soft non è la parola giusta - devi essere aperto, molto aperto a ciò che pensano i giocatori, a ciò che i giocatori sentono - e non solo attenerti alle tue idee, perché lavori con un gruppo. Il gruppo deve avere una voce; ha bisogno di avere un’opinione, di condividere. E devi essere aperto con i giocatori per farlo funzionare come una squadra».
Tra presente e futuro
Il presente parla chiaro: Mourinho è l’allenatore della Roma e almeno di clamorosi colpi di scena da parte dei Friedkin, lo sarà fino al 30 giugno 2024, giorno in cui scadrà il contratto del portoghese con il club giallorosso. Gli arabi continuano a monitorare da molto vicino la situazione, sperando in un cambio di scenario per portare in Arabia Saudita anche lo Special One. In estate Mou ha ricevuto un’offerta faraonica dalla Saudi Pro League: un contratto biennale da 120 milioni , che il portoghese ha rifiutato per il forte legame che c’è tra il tecnico, la società e l’ambiente giallorosso e soprattutto per la parola data ai tifosi. Intanto, Mundo Deportivo parla di un interesse del Real Madrid, che lo annovererebbe tra i possibili candidati per il post Ancelotti.
Mentre gli arabi pensano a Mourinho, in questi giorni Antonio Conte ha strizzato l’occhio ad un possibile futuro sulla panchina della Roma. Ha dichiarato che gli piacerebbe vivere una piazza calorosa e passionale come quella giallorossa, ma che allo stesso tempo non ha intenzione di prendere una squadra nel bel mezzo della stagione. In questo momento è presto per parlare di futuro e di cambiamenti, la squadra e lo Special One sono concentrati sul campo, pronti a raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione.
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