AS Roma

Corri Edoardo, corri

"Edoardo, difendi sempre questo fragoroso viaggio, perché tutte le nostre voci un giorno racconteranno la tua storia"

Edoardo Bove in azione con la maglia azzurra

Edoardo Bove in azione con la maglia azzurra (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Giulia Alterini
19 Ottobre 2023 - 08:35

Caro Direttore, ci sono momenti nella storia in cui se potessimo li metteremmo in pausa o almeno spingeremmo sul pulsante indietro non solo per riprenderci quelle immagini, ma perché ci fanno pensare che quel preciso istante è il senso segreto della vita, quell’impenetrabile scintilla che inseguiamo da sempre senza avere una risposta.

Uno di questi è quando nel 3 luglio del 1973 David Bowie all’Hammersmith Odeon di Londra annunciò che sarebbe stato l’ultimo concerto di Ziggy Stardust e che il personaggio sarebbe scomparso per sempre, ricordando a tutti noi che si è persone diverse durante questo viaggio e che di volta in volta bisogna avere il coraggio di scoprire chi siamo diventati.

In questo momento di recenti notizie di scommesse da parte di giovani calciatori, tanti di noi spingerebbero il pulsante per andare avanti e sbarazzarsi di questa ferita che sentiamo pungere al costato. 

Ma è anche vero che in queste circostanze quando si assottigliano le ombre, la luce si rivela in modo dirompente e allora la grammatica di qualche dio esiste. È così che si vede bene la fortuna di avere nella tua squadra Edoardo Bove, un ragazzo di ventuno anni che non si è mai mischiato con la mediocrità, e sapete perché? 
Perché ha passione, ed è diventato ciò che è senza imitare nessuno. 

Non è Francesco, non è Daniele e neanche Lorenzo, è un Marco Polo che ha intrapreso un viaggio straordinario, un viaggio fatto di bagagli da riempire insieme a noi romanisti, un viaggio in cui la Roma è l’arrivo il ritorno e il mentre. 
Nessuno di noi dimenticherà mai quel tuo pianto disperato in mezzo al campo e la mano di Mourinho nella tua, perché quella notte l’abbiamo stretta tutti noi quella mano e ci siamo detti di aspettare senza paura, insieme, il domani. È così che fanno i romanisti.

Corri dietro quel pallone Edoardo, perché fra tanti anni baratteresti tutti i giorni che hai per essere un minuto soltanto di nuovo in mezzo al campo, quell’unico luogo in cui senti di appartenere davvero e quello che più ti mancherà non saranno solo le vittorie urlate con i tuoi compagni, ma quel piccolo miracolo in cui puoi vedere te stesso da bambino negli occhi di noi romanisti.

Le tribù Navajo sapevano esattamente di cosa stessero parlando quando dicevano: «Là dove tutti distruggono, sii rinascita», ecco Edoardo, difendi sempre questo fragoroso viaggio, perché tutte le nostre voci un giorno racconteranno la tua storia, la storia di chi ha scelto questa estate invincibile dentro di sé per continuare a credere che a noi no, non ci si vedrà mai guardare l’autunno imminente.

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