La sosta fa bene a José
Lukaku, Azmoun, Aouar e Mancini, tutti protagonisti con le rispettive nazionali: questa volta Mourinho ha qualche motivo in più per sorridere
C'è una sosta che non fa male. Anzi, che rigenera. Calendari compressi, infortuni e qualche volta anche scandali che esplodono in momenti di pausa dalle partite, mediaticamente più fertili per fare maggiore notizia. La sosta Fifa di metà ottobre, se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, sta concedendo qualche motivo in più a Mourinho e alla Roma di sorridere, almeno per quanto avviene in campo. La Roma ha pagato forse fin troppo dazio in questo inizio di stagione, visti i tanti giocatori (e che giocatori) infortunati: Dybala, Smalling, Llorente, Renato Sanches, Pellegrini, Spinazzola, lo stesso Mancini. Tanto che nella precedente sosta di settembre alcuni calciatori erano stati costretti a non partire con le rispettive selezioni nazionali (Dybala e Pellegrini nella prima e nella seconda tornata) o a tornare a casa o a riposarsi invece che difendere i colori dei propri Paesi. Storicamente la sosta delle nazionali ha spesso tolto alla squadra giallorossa e non solo. Ma c’è anche il caso contrario.
Se da un lato (e ne parliamo in un altro articolo in queste pagine) le soste “riducono” la tempistica degli infortuni perché fanno saltare ai giocatori che sono fermi ai box meno partite e consentono agli staff medici di lavorare senza troppa frenesia al recupero, dall’altro lato quando i calciatori impegnati in viaggi e fatiche supplementari rispetto alle già tante previste con le squadre di club giocano bene e rendono, gli allenatori non possono che essere contenti.
Il Belgio, ad esempio, sta continuando ad allenare Romelu Lukaku, capocannoniere delle qualificazioni agli Europei con una media gol in trend con quella che ha in giallorosso. Affamato, anche un po’ troppo come dimostrato dal litigio con gli austriaci a fine partita dell’incontro di Vienna di venerdì sera. Bene così, avrà pensato Mou, che magari in Belgio-Svezia si aspetta che Big Rom si danni poco meno l’anima, visto l’obiettivo raggiunto, ma rappresenti al meglio il suo Paese e metta altri minuti nelle gambe. Sardar Azmoun, che in patria è un semi-dio, ha segnato con l’Iran contro la Giordania: i suoi progressi, una maggiore fiducia dopo l’infortunio estivo che ne ha limitato finora l’utilizzo anche nella Roma, serviranno anche considerata l’assenza di Dybala.
Poi c’è Houssem Aouar, pungolato pubblicamente da Mourinho dopo la partita col Servette, che ha già reagito a Cagliari, andando lui verso il gruppo e non viceversa, nell’abnegazione e mettendo al servizio della squadra la sua indubbia qualità, ha trovato anche lui il gol, anzi due, e ha incantato i suoi connazionali algerini contro Capo Verde.
Dall’Italia di Spalletti, poi, arrivano altre buone notizie: Cristante è Cristante per tutti gli allenatori. Una garanzia. Ma non solo Gianluca Mancini continua a essere considerato, con tanto di riscontro dalle prestazioni (con Malta per non perdere l’abitudine romanista ha colpito una traversa), uno dei titolari nella difesa a quattro pensata dal tecnico di Certaldo, ma è tornato a sorridere anche Stephan El Shaarawy. In ombra finora nella Roma, è stimato da Spalletti con cui ebbe un periodo d’oro proprio in giallorosso in una Roma da record e la sua duttilità paga sempre. Rimanendo sugli esterni, Spinazzola è stato solo rimandato e l’ha presa anche bene: lavorerà per migliorare. Zalewski, chiacchiere a parte, ha optato per la stessa strada, con la Polonia Under 21. Infine non si è sporcato i guanti Rui Patricio, a cui comunque l’aria della nazionale, emotivamente all’età sua fa bene.
A proposito di età, andando all’inverso, l’ex baby Bove era arrivato acciaccato in Under 21 ma è rimasto con gli azzurri e sarà pronto per il Monza. Pagano e Pisilli hanno fatto la loro esperienza con l’Under 20 nella gara con i pari età polacchi. Celik, Ndicka, Paredes e Kristensen normale amministrazione. Ancora qualche giorno per Mourinho, poi li riabbraccerà tutti e sarà un altro mese intenso. Fino alla prossima sosta.
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