Attesa e cautela: da Trigoria "no comment"
Dall’ex Zaniolo a Zalewski, il club giallorosso non commenta le indiscrezioni. Ma ecco cosa rischierebbe la Roma in caso di coinvolgimento diretto o di un suo tesserato
Il ciclone del betting illegale si è abbattuto sul calcio italiano, a poche ore da Italia-Malta. Prima l’autodenuncia del bianconero Fagioli, poi gli atti di indagine notificati a Coverciano a Tonali e Zaniolo, entrambi ascoltati dagli agenti della Procura di Torino. Ma non solo, perchè la lista sarebbe ancora lunghissima e nella giornata di ieri, con l’ennesima anticipazione della redazione di Dillingernews.it, si sarebbe aggiunto anche il nome di Nicola Zalewski. Ma i legali del giocatore hanno prontamente annunciato l’intenzione di querelare per diffamazione Fabrizio Corona.
Cosa rischia il club
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, in tanti si domandano quanto le situazioni dei singoli giocatori possano ricadere o coinvolgere le società. La fattispecie è regolata dal comma 5 del medesimo articolo 24 del CGS, che infatti si intitola "Divieto di scommesse e obbligo di denuncia".
Come si legge: “I soggetti (intesi come società, dirigenti, atleti, tecnici, ufficiali di gara e ogni altro soggetto che svolge attività di carattere agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per l'ordinamento federale) di cui all'art. 2 che siano venuti a conoscenza in qualunque modo che società o persone abbiano posto o stiano per porre in essere taluno degli atti indicati ai commi 1 e 2, hanno l'obbligo di informarne, senza indugio, la Procura federale. Il mancato adempimento di tale obbligo comporta per i soggetti di cui all'art. 2 la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a sei mesi e dell'ammenda non inferiore ad euro 15000”. Da questo punto di vista, la Roma si riserva di non commentare le indiscrezioni, fino al momento in cui non dovessero esser notificati atti di indagine. E questo ci consente di fare ulteriori ragionamenti.
Ecco gli scenari
Qualora l’indagine della Procura di Torino non dovesse accertare alcun coinvolgimento diretto di una società, il club potrebbe anche procedere nei confronti del calciatore colpevole dell’illecito, comminando una cospicua multa. Tale situazione viene regolamentata dalle linee guida dell’accordo collettivo siglato da Lega Serie A, Aic e Figc: l’art. 5 comma 5 prevede la sospensione della retribuzione, anche nel caso in cui “il calciatore abbia subito provvedimenti disciplinari interdittivi per sanzioni in materia di illeciti sportivi, di divieto di scommesse e di pratiche di doping”. Ma non solo: il club potrebbe andare oltre e chiedere la risoluzione del contratto stesso, appellandosi all’art. 11 comma 4.
Dai tribunali al campo
Ultimo, ma non per importanza, anche il lato sportivo. I giocatori coinvolti nell’inchiesta rischiano delle lunghe squalifiche e quindi di non poter esser più a disposizione dei club di appartenenza. Un danno economico e patrimoniale non di poco conto (oltre che d’immagine), una situazione che andrebbe a ricadere sulla sfera operativa del proprio allenatore.
Possibilità, ipotesi e scenari, tutto è in piena e costante evoluzione, con i club che osservano inquieti i nomi dei loro tesserati o di ex tesserati venire coinvolti in questa oscura vicenda, che rischia seriamente di alterare gli equilibri della nostra Serie A.
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