Non solo Bove: i "bimbi" di Mou sono il tesoro giallorosso
Edoardo e Zale avevano già esordito, ma José li ha svezzati. Dieci i debutti, da Felix a D’Alessio. Alcuni, ceduti, hanno fatto sì che il Fpf venisse rispettato
'sti giovanotti de ’sta Roma bella sono veramente ragazzi fatti col pennello. Soprattutto se a guidarli c’è un mentore del calibro di José Mourinho, che certa narrativa ha spesso dipinto come un tecnico poco propenso a lanciare i giovani: niente di più falso, e i fatti lo dimostrano. A Roma lo Special One ha già fatto esordire dieci ragazzi (tutti nati tra il 2003 e il 2004) provenienti dal settore giovanile.
Il primo è stato Felix Afena-Gyan, in quel di Cagliari, il 27 ottobre 2021; al ghanese hanno fatto seguito Filippo Missori (25 novembre 2021, nel 4-0 contro lo Zorya Luhansk di Conference League), Cristian Volpato (4 dicembre 2021, Roma-Inter 0-3) e Dimitrios Keramitsis (in Roma-Cagliari 1-0 del 16 gennaio 2022). Quattro esordienti soltanto alla prima stagione: niente male, per uno che viene ritenuto poco incline a lanciare i giovani (e che in realtà in carriera aveva già fatto debuttare gente del calibro di Loftus-Cheek, Casemiro, Sarabia, McTominay e lo stesso Diego Llorente ai tempi del Real Madrid). Al secondo anno è poi toccata a Giacomo Faticanti (Helsinki-Roma di Europa League del 27 ottobre 2022), Benjamin Tahirovic (Roma-Torino 1-1 del 13 novembre scorso), Jordan Majchrzak (13 marzo 2023) e Niccolò Pisilli (Roma-Inter del 6 maggio). Gli ultimi in ordine cronologico sono Riccardo Pagano, che ha debuttato il 20 agosto alla prima di campionato contro la Salernitana, e Francesco D’Alessio, subentrato a Bove nel finale di Roma-Servette.
I più esperti
A proposito di Bove: sia lui sia Zalewski avevano già debuttato nel finale della stagione 2020-21, con Paulo Fonseca in panchina; ma è stato Mourinho a lanciarli - per così dire, a svezzarli calcisticamente - dando loro fiducia e continuità. Il polacco, dopo essere stato protagonista nella vittoria della Conference, sta vivendo un periodo di appannamento; il centrocampista centrale, invece, si sta ritagliando sempre più spazio grazie al suo dinamismo e alle doti di interdizione all’interno di un reparto che (senza Renato Sanches) appare per il resto un po’ carente dal punto di vista della velocità. Quindi, nonostante non si possa ritenerli debuttanti sotto la guida di Mou, è con il tecnico portoghese che si sono consacrati nel calcio che conta. Con gli altri dieci, formano una pulita dozzina - se ci permettete il gioco di parole che riadatta il titolo del celebre film Quella sporca dozzina - preziosissima per la Roma del presente, oltre che del futuro.
Tra campo e bilancio
Su alcuni si è deciso di investire tempo e risorse (come appunto nel caso di Bove e Zalewski), puntando su di loro fin da subito, con la convinzione che potessero essere utili già nell’immediato. È un po’ quello che si sta facendo oggi con Riccardo Pagano, spesso mandato in campo negli spezzoni finali di gara da Mou proprio come accadeva con Bove due stagioni fa. A Trigoria credono nel numero 60, che deve ancora compiere 19 anni e ha già collezionato 80’ tra campionato ed Europa League. Lui, come il coetaneo D’Alessio, è romanista da sempre, ed era tra coloro che andavano a Trigoria a caccia di autografi e foto quando erano bambini (come ha raccontato Mourinho a proposito dello stesso D’Alessio). Scalpitano per seguire le orme dei due 2004 anche Mattia Mannini, classe 2006 in grado di giocare sia come centrale di centrocampo sia come esterno sinistro, l’attaccante Filippo Alessio (che compirà 19 anni la prossima Vigilia di Natale) e il 2005 brasiliano Joao Costa, ala destra recentemente citata da Mourinho in una conferenza stampa.
Ci sono anche quelli che hanno debuttato e poi, chiusi da compagni ben più esperti o non ritenuti parte del progetto, sono andati a cercare fortuna altrove: è il caso di Missori e Volpato, approdati al Sassuolo per un totale di circa 10 milioni di euro, più il 15% su un’eventuale futura rivendita, o di Tahirovic, che l’Ajax ha acquistato a fronte di una cifra vicina agli 8 milioni (anche qui, con il 15% sulla futura rivendita). Grazie (anche) a queste cessioni, la Roma è riuscita a rientrare entro lo scorso 30 giugno nei paletti imposti dal Financial fair play. Insomma, che restino alla Roma o che vengano ceduti per fare cassa, i “bambini” di Mou rappresentano in ogni caso un tesoro. Che in quanto tale va protetto e custodito: il futuro nasce dal presente.
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