Lazio-Atalanta, lo sponsor saudita c’è ma non si vede
La pubblicità venduta dalla Lega (e quindi dai club) è visibile all’estero durante le gare ufficiali
In Lazio-Atalanta di domenica scorsa è apparsa a bordo campo, in bella evidenza su cartelloni gialli, la sponsorizzazione di Hunger Station, società di delivery saudita, di Riyadh e partner di Vision 2030, “concorrente” di Roma per l’assegnazione dell’Expo. Sul Romanista di ieri avevamo registrato l’accaduto, anche con un certo stupore dopo le parole del patron del club biancoceleste e consigliere federale in organigramma Lega Calcio che aveva criticato la scelta della Roma di firmare un accordo milionario con Riyadh Season: «Io ho a cuore l’interesse e la tutela della mia città e degli abitanti di Roma e del mio Paese, probabilmente gli altri vedono e rincorrono più l’aspetto economico. Io non lo avrei fatto». La partnership con i sauditi, come è noto, è stata giudicata inopportuna anche da altri vertici istituzionali sportivi e politici.
Nella giornata di ieri abbiamo ricevuto diverse segnalazioni (e qualche protesta) a tutti i livelli - perché nella registrazione presa da Dazn al minuto esatto del nostro screenshot appariva un altro sponsor - e siamo stati accusati di non aver verificato la notizia e di esser caduti in una trappola fake. In realtà, la sponsorizzazione è apparsa veramente sulle tv di molti telespettatori all’estero. La Lega, infatti, vende i diritti del nostro campionato in tutto il mondo (e i proventi, di conseguenza, vanno spartiti con tutte le società di calcio, magari all’insaputa delle stesse, tra cui la Lazio) e Hunger Station è un legittimo inserzionista che acquista uno spazio virtuale visibile solo in alcuni paesi. Nessun fotomontaggio (per altro, nel caso, sarebbe stato altamente professionale), nessun fake. Semplicemente l’anima del commercio.
Lo precisiamo per dovere di cronaca, per altro nei giorni in cui il Governo benedice affari con i sauditi e nel giorno in cui, la Lega Calcio, che andrà a giocare la sua Supercoppa proprio a Riyadh, ha ufficializzato le date dell’evento con la nuova formula in vigore da quest’anno. La finale sarà proprio nella città concorrente della Capitale d’Italia per Expo 2030. Per le casse delle società interessate alle Final Four (Napoli, Lazio, Inter e Fiorentina) quei petroldollari sono un ottimo introito. Infatti non risulta al momento che la Lazio, per esempio, abbia rinunciato a viaggiare per Riyadh in ragione di chissà quale morale. La morale, invece, forse è un’altra: che, come si dice a Roma, chi si fa gli affari suoi campa cent’anni.
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