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Cagliari-Roma: un'altra goleada, ma Paulo...

La Roma torna a vincere in trasferta con doppietta di Lukaku e i sigilli di Aouar e Belotti. Ma è fiato sospeso per Dybala, colpito al ginocchio

L'esultanza di Lukaku contro il Cagliari

L'esultanza di Lukaku contro il Cagliari (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
09 Ottobre 2023 - 08:00

6 mesi dopo l’ultima vittoria in trasferta la Roma è tornata a vincere in trasferta e lo ha fatto in maniera fragorosa, segnando 4 gol al Cagliari (con 5 tiri in porta), con la prima doppietta di Lukaku (settimo gol in otto partite, una sentenza), e i sigilli di Aouar e Belotti (terzo in campionato per lui, 5 in totale, gli impacci della scorsa stagione definitivamente dimenticati). Un buon modo per chiudere un segmento di partite complicate dall’inizio balbettante e dall’indigeribile sconfitta di Genova, ma in qualche modo riallineate al buon senso con la quinta vittoria nelle ultime sette uscite, di cui tre per goleada. Logico che però la preoccupazione di tutti oggi sia appuntata sulle condizioni di Dybala, uscito male da un contrasto con Prati e con il ginocchio dolorante. Si resterà col fiato sospeso fino agli esami. La classifica invece è meglio che non venga ancora guardata, troppi danni hanno fatto i punti persi contro Salernitana, Verona e Genoa. Ci si penserà dopo una striscia che non dovrà esaurirsi alle tre vittorie consecutive tra campionato e coppa, evento che in ogni caso non si verificava da metà gennaio. Testa bassa e pedalare, dunque, e Mourinho resti saldo sulla sua panchina, senza che più a nessuno venga in mente di ipotizzarne l’esonero, neanche per vedere l’effetto che fa, che sia a Trigoria o in qualche altro palazzo.

Non se la passa troppo bene adesso Ranieri, ultimo in classifica a due punti. Ieri per affrontare il suo amico Mourinho si era messo a specchio per non lasciare a questioni tattiche l’eventuale gap con la Roma, supplendo magari con l’agonismo di una mediana muscolare la differenza tecnica tutta a favore del 352 romanista. Mourinho ha scelto Karsdorp e Spinazzola sulle fasce, confermando difesa e centrocampo già visti dall’inizio con il Servette, rimettendo in porta Rui Patricio e affiancando Dybala a Lukaku, per i 4 cambi previsti rispetto a giovedì, il minimo sindacale. Ranieri ha provato a blindare la porta di Scuffet, preferito a Radunovic, con tre difensori centrali (a destra il disastroso greco Hatdiziakos, in mezzo il polacco Wieteska, a sinistra il promettente slovacco Obert, classe 2002) e Dossena in panchina, due esterni di gamba come Nandez e Azzi, due mediani di passo e sostanza (il giovane e ancora acerbo ghanese Sulemana, classe 2003, e il più formato congolese Makoumbou), il promettente Prati in cabina di regia, e Oristanio, forse il miglior talento dei sardi (con Luvumbo inizialmente in panchina) in supporto di Petagna

3511 aggressivo nelle intenzioni, ma burroso negli effetti. Perché dopo un paio di episodi trascurabili (un colpo di testa di Petagna controllato da Rui Patricio e una stupida ammonizione per Paredes che ha colpito Nandez che non si era fermato ad un precedente fischio dell’arbitro), la Roma con un paio di transizioni ha messo in difficoltà enorme la difesa di casa e ha indirizzato la partita. Protagonista assoluto nell’embrione di ogni azione è stato Bove, il più attivo tra i centrocampisti nell’opposizione agli avversari. Tre i palloni recuperati da Edoardo, due clamorose occasioni create, un gol il bilancio specifico di quello che è accaduto tra il 18’ e il 19’ del primo tempo. Nella prima occasione è stato Lukaku a lasciar scorrere il pallone per favorire l’intervento di Dybala che ha tirato di prima, appena entrato in area, scommettendo sul controtempo di Scuffet che invece è rimasto fermo sulla sua mattonella e ha potuto respingere di piede. Nel secondo caso, invece, il recupero di Bove per Paredes ha favorito il duetto tra Aouar e Spinazzola, in particolare la finta dell’algerino per Leonardo che gli ha restituito il pallone in uno spazio lasciato curiosamente sgombro da Hatdiziakos, facile la conclusione di Aouar di sinistro all’angolino in diagonale. Sedici secondi dopo la rimessa in gioco, la Roma ha riconquistato l’ennesimo pallone sulla trequarti campo, Lukaku ha lasciato a Dybala che ha aperto a destra per Karsdorp che si è involato in fascia e ha servito un bel tracciante in area sul secondo palo dove ancora Romelu è passato alle spalle del difensore greco e ha appoggiato la palla in porta addirittura col petto: qualche secondo di tempo per tracciare le linee del Var e gol accordato. La reazione del Cagliari si è esaurita con un paio di spunti di Nandez, decisamente il migliore dei padroni di casa, prima un tiro deviato in corner da Ndicka, poi uno spunto su Spinazzola con conseguente cross pericoloso in area. Al 33’ una ripartenza generata da un mancato controllo di Sulemana ha mandato in campo aperto dalla propria trequarti Lukaku con Dybala a corrergli al fianco, e il solo Makoumbou a presidio della porta di Scuffet, ovviamente indeciso se chiudere su uno o restare in traiettoria con l’altro: e quando Lukaku ha deciso di servire il compagno è arrivato l’intervento alla disperata addirittura di Oristanio a negare alla Joya il terzo gol. È stato questo l’ultimo atto significativo dell’argentino nella partita perché al 37’ in un disimpegno difensivo è stato colpito al ginocchio dal ginocchio di Prati ed è rimasto a terra dolorante per un po’ e quando si è rialzato e ha provato a rimettersi in campo si è dovuto arrendere al dolore crescente, per la disperazione di Mourinho, che si è messo le mani nei capelli e ha visto tutti i fantasmi di una stagione che si stava riaddrizzando sul campo, ma che all’improvviso faceva configurare addirittura il rischio di compromettersi in maniera drammatica. Ranieri ne ha approfittato per inserire Luvumbo al posto dello stordito Sulemana, mentre Belotti entrava al posto di Dybala. L’atmosfera si è fatta più tesa, da una parte nel tentativo di riprendere il risultato con uno schieramento all’improvviso più aggressivo con due trequartisti e una punta e dall’altra di difendere il doppio vantaggio. Sozza non ha voluto esagerare con i cartellini e ha graziato prima Nandez poi Cristante, ma non ha risparmiato Ranieri per le proteste e Mourinho per qualcosa che non si è capito bene, e non deve averlo capito neanche lui che non ha accettato il provvedimento e ha protestato a lungo col quarto uomo Marcenaro. Prima della fine è stato ammonito anche Bove, terzo centrocampista romanista su tre sanzionato, e poi si è andati all’intervallo.

Ranieri ha messo allora Zappa al posto di Hatzidiakos per provare a tappare qualche falla individuale, ma non è cambiato granché. Anzi Ndicka ha servito Lukaku che si è tenuto dietro Wieteska come solo lui sa fare, poi si è spostato sul destro, ma ha colpito sporco e la palla è scivolata fuori. Poi al 5’ Paredes ha lanciato Belotti all’uno contro due, e il Gallo ha fatto un numero da fuoriclasse, prima fintando il tiro di destro per guadagnare spazio, poi fingendo di servire Aouar, che arrivava in appoggio, poi rientrando di nuovo dal sinistro e infine battendo in diagonale Scuffet, con un destro secco e preciso. Anche in questo caso esultanza rimandata per l’errata segnalazione di fuorigioco dell’assistente Cecconi, ma poi il Var gli ha reso giustizia. Il Cagliari è andato nel pallone e la Roma ha dato la sensazione di tracimare: con uno splendido esterno destro Spinazzola ha pescato Lukaku in area, contrastato in angolo. Poi al 14’ un passaggio orizzontale di Belotti da esterno destro per Paredes al centro è stato deviato di prima dall’argentino con una geniale intuizione dentro l’area ancora per Lukaku, che stavolta di sinistro ha infilato il portiere. 4-0 ed applausi scroscianti.

Poi è cominciata un’altra partita, con la Roma a gestire e il Cagliari a lottare oltre ogni logica, spinti tutti forse solo dalla voglia di non appesantire ulteriormente la posizione di Ranieri, impassibile in panchina. Il tecnico ha inserito Pavoletti e Dossena per Petagna e Obert, Mourinho ha risposto con Kristensen e Pagano per Karsdorp e Aouar. La Roma ha perso un po’ di spessore agonistico in campo e, su uno svarione del danese, Prati ha azzeccato un gol strepitoso, stoppando al limite dell’area col petto e scaricando un esterno destro all’incrocio dei pali che ha lasciato secco Rui Patricio: ma il Var ha pizzicato una posizione precedente nell’azione di Azzi e ha annullato tutto. Gioia per Mourinho e tanto rammarico per il ragazzino già allenato da Daniele De Rossi: ma ha il futuro dalla sua. Gli altri due cambi sono stati Shomurodov per Oristanio e Celik per Paredes, ruolo per ruolo. Mou ha chiuso dunque la gara con un centrocampo composto da Celik, Bove e Pagano. Logica la sofferenza che ha portato ad una serie di cross e di tiri finali da cui il Var ha estrapolato un falletto di braccio di Cristante. Inevitabile il rigore trasformato da Nandez con un tiro rabbioso forte e centrale. Sipario.

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