Il punto è che ne servono tre
L’ultimo sforzo prima della sosta
Con le sue belle quattro vittorie (con due goleade) nelle ultime sei partite (più il successo sfumato a Torino nel finale e il clamoroso rovescio di Genova), la Roma stava arrivando rinfrancata a questa trasferta di Cagliari prima che ieri mattina la vigilia a Trigoria venisse scossa dalla notizia del possibile esonero di Mourinho raccontata sul Corriere dello Sport. Notizia che al di là delle smentite arrivate ad attenuarne la portata (e in qualche modo a smontarne la realizzabilità) rischia però di lasciare tracce tossiche anche solo nel tentativo di comprenderne la genesi. A Trigoria insomma della questione se n’è parlato eccome e se nessuno è sembrato preoccupato per la notizia stessa (logico che un proprietario di un club non escluda alcuno scenario con un allenatore che non dovesse raccogliere i risultati sperati, ma nessuno al momento avrebbe pensato all’esonero di Mou, anche solo per i complicati ricaschi economici che avrebbe), qualche perplessità è emersa provando ad immaginare chi potesse aver dato all’autore del pezzo un’informazione così palesemente falsa: Mourinho stesso? Sarebbe grave e questo sì dimostrerebbe che forse il tecnico non sarebbe più così centrato nel suo ruolo.
Ma insomma non è neanche il caso di farsi troppe domande alla vigilia di una partita diventata così delicata visto il cammino finora incerto della squadra giallorossa, in discreto ritardo di classifica dopo l’avvio così stitico in fatto di punti e, in qualche caso (Milan e Genoa) di prestazioni. In campo si troveranno due squadre (calcio d’inizio ore 18, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) allenate da quelli che nel tempo sono diventati due grandi amici e in qualche modo due grandi romanisti. Uno, Claudio Ranieri, romanista lo è sempre stato a dispetto di un paio di soggiorni sfortunati sulla panchina giallorossa, uno dei quali, quello della stagione 2009/2010, combattuto proprio contro Mourinho e l’Inter del triplete, con quelle nove vittorie nelle ultime dieci partite di campionato che hanno assunto il sapore dell’amarissima beffa proprio per via dell’unica partita persa, quella con la Sampdoria di Pazzini, Cassano e Del Neri, che è costata uno scudetto che sarebbe stato clamoroso. L’altro, il portoghese, romanista ci è diventato in questi due anni (e qualche mese). Il loro rapporto non era cominciato bene, quando José aveva preso il posto di Claudio sulla panchina del Chelsea e non si era risparmiato battute salaci, per arrivare al picco del 2009, quando Mou diede del «quasi settantenne» a Ranieri (li avrebbe fatti nel 2021 70 anni) per definire la sua mentalità antica e poco vincente. Me negli anni i due si sono poi affrontati tante volte (dieci, bilancio sei vittorie a due per Mou, l’ultima a dicembre del 2018, 4-1 tra Manchester e Fulham), si sono chiariti, si sono apprezzati e ora si stimano e si considerano grandi amici. Anche in questo caso arrivò da Mou il picco della fratellanza, quando si presentò in conferenza stampa con le iniziali CR sulla tuta del Manchester United in segno di solidarietà con il collega appena esonerato dal Leicester.
Neanche Ranieri ora se la passa tanto bene a Cagliari, dopo l’altra impresa straordinaria compiuta lo scorso anno conquistando all’ultimo secondo dell’ultimo playoff una promozione dalla Serie B alla Serie A che a Natale, quando Ranieri sostituì Liverani con la squadra al 14° posto, sembrava davvero una chimera. Oggi però il Cagliari è ultimo in classifica con due punti e un’altra sconfitta minerebbe la posizione dell’allenatore. Insomma, il risultato di stasera conterà parecchio. Occhio.
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