Roma, ecco il main sponsor: c'è la firma con Riyadh Season
Affare biennale da ben 25 milioni di euro, stasera il debutto sulla maglia. Ma il mondo politico è rimasto perplesso per scelta e tempistiche
Habemus sponsorem. E ci perdonerete se questo accusativo non troverà riscontro in alcun vocabolario di latino. Ma l’attesa è finalmente terminata, il lavoro di gruppo di un team guidato dalla Ceo Lina Souloukou ha dato i suoi frutti: l’AS Roma ha infatti annunciato una nuova partnership biennale con Riyadh Season, uno dei più importanti eventi mondiali di intrattenimento. Ben 25 milioni di euro finiranno nelle casse giallorosse (circa 8 nel primo anno) a certificare un investimento storico per l’universo saudita, che sbarca ufficialmente nel mercato italiano. All’interno dell’accordo sono previste due amichevoli, che si disputeranno a Riyadh, e l’apertura di diversi Roma Store in Arabia Saudita.
L’accordo è stato siglato dalla Souloukou alla presenza di Turki Alalshikh, presidente della General Entertainment Authority dell'Arabia Saudita, che ha come obiettivo quello di accompagnare il progetto Saudi Vision 2030, scenario che tiene conto dell’Expo. Ed essendo Ryadh in corsa per l’Expo, la scelta ha creato una serie di equivoci, nonostante sia complicato pensare che la maglia della Roma possa influenzare il voto di 179 membri.
Le reazioni
Da Trigoria sembrano, infatti, non aver tenuto conto delle possibili implicazioni politiche di questa operazione, fatta in buona sostanza con la città che contende a Roma l’assegnazione dell’Expo del 2030. Anche se forse sarebbe meglio dire che non si è tenuta nella debita considerazione la sensibilità politica (ed individuale soprattutto) degli uomini che la governano.
Infatti dal Campidoglio filtra come il sindaco Gualtieri abbia appreso, e solo martedì scorso (in una conversazione cui ha partecipato anche Lina Souloukou), con una certa sorpresa la scelta del nuovo main sponsor. Si è chiaramente consapevoli che non sarà questo l’elemento decisivo nella corsa per Expo, ma vedere il nome della principale rivale della capitale sulle maglie della squadra che ne porta il nome non può far piacere. E proprio il sindaco, per sdrammatizzare, ha commentato la vicenda con una battuta. «Ma allora ci temono seriamente… Noi siamo Davide loro sono Golia come dimostra l’immensa capacità di spesa compresa la scelta di venire a sponsorizzare la As Roma. Noi ci batteremo fino alla fine senza timore e ogni tanto le cose vanno diversamente dai pronostici…».
E ancora dal Comune arriva come questa storia non abbia nel modo più assoluto legami, diretti o indiretti, con l’iter del nuovo Stadio a Pietralata. Anzi viene ribadito da più parti come il nuovo stadio giallorosso venga considerato una delle priorità di questa amministrazione, motivo per cui non verrà meno l’impegno finora profuso.
Dalla Regione invece nessun commento. Almeno non sulla nuova sponsorizzazione della Roma, che viene definita come un fatto privato relativo agli affari più che legittimi di una società privata, che quindi non ha alcun obbligo formale nei confronti degli Enti pubblici. Certo è che probabilmente alla Pisana avrebbero preferito essere informati direttamente della novità saudita. A precisa domanda infatti l’ufficio stampa della Regione Lazio ha dichiarato di aver appreso la notizia solo in giornata dalla stampa e di non essere quindi stata avvisata dalla Roma né tantomeno dal Comune di Roma.
Fatto questo che certo non contribuisce ad un clima di reciproca collaborazione con l’Ente che dovrà indire e condurre la Conferenza dei Servizi Decisoria che dovrà dire l’ultima parola sul progetto del nuovo stadio. Lo stesso non si può dire del Governo, avvisato dalla Roma (e poi anche dal sindaco Gualtieri) che pur infastidito dalla tempistica dell’operazione vede nell’Arabia Saudita un partner strategico.
Come confermato dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ieri in visita proprio a Riyadh. «Dobbiamo discutere di scambi commerciali, che stanno crescendo - ha detto il Ministro - vogliamo trasformare i nostri rapporti in un partenariato strategico. Vogliamo che investano da noi e noi vogliamo investire da loro. La vicenda Expo - ha quindi aggiunto Tajani - non tocca assolutamente le relazioni tra i nostri Paesi». Pensiero che vale anche per la sponsorizzazione della Roma, su cui però il Ministro si è limitato ad un semplice: «È una scelta della Roma, della proprietà». Su cui evidentemente il Governo non vuole (e non può) intromettersi.
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