L'Olimpico con la squadra e alla fine si respira

La Roma respira, l’Olimpico respira. Battere il Frosinone per una boccata d’ossigeno per nulla scontata ma fondamentale. «Noi non ti lasceremo mai». È iniziata così Roma-Frosinone. Con la Sud che ha dettato una linea già chiara anche a Marassi. Criticare sì, esser stufi anche. Troppo brutta la classifica della squadra di Mourinho, ma il supporto va al di là dei risultati, anche e soprattutto davanti alla presa di responsabilità della squadra già da quella mesta “passeggiata” sotto il settore ospiti nel capoluogo ligure. Insieme, ancora una volta. Insieme ai 62.638 spettatori dell’Olimpico. Fin dal primo minuto del riscaldamento (ieri il tecnico portoghese è stato presente in campo con la squadra prima dell’incontro) all’ultimo di recupero.

Qualche mugugno del pubblico alla lettura (soft per volere del club) delle formazioni ma solito urlo convinto al nome di José Mourinho. Poi undici, anzi quattordici leoni, o lupi, che dir si voglia. Caricati a molla dall’allenatore e da un pubblico ancora una volta maturo, che ha sostenuto dal primo all’ultimo minuto la prestazione della squadra giallorossa, apparsa volitiva e concentrata per portare a casa i tre punti, lottando su ogni pallone. Dal capitano Pellegrini, non sempre preciso ma sempre generoso (con gol della sicurezza e meritata standing ovation), al travolgente Bove e ai top Lukaku (al secondo centro sotto la Sud) e Dybala, applauditissimi anche ieri. Per cantare insieme alla fine «Grazie Roma», stavolta come una liberazione, che smuove animi e classifica.

Intanto, come annunciato, è partita nei vari settori dello stadio fondi la raccolta per la coreografia per il derby e proseguirà nelle prossime gare casalinghe.